Una grande iniziativa questa mattina (15 aprile) a Roma, all’Auditorium di Via Rieti, partecipata e sentita dalle lavoratrici e dai lavoratori della sanità privata. Un passaggio importante di una mobilitazione che continua con ancora più forza. Sono, infatti, 300 mila tra infermieri, radiologi, operatori socio-sanitari, fisioterapisti e tutti i professionisti della salute che da oltre 12 anni si vedono negato il rinnovo del loro contratto di lavoro. Un contratto che garantirebbe più salario ma anche più diritti, fermi, invece, al 2006. Alla presenza dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, e dei segretari delle categorie coinvolte, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli e Michelangelo Librandi, i dipendenti della sanità privata hanno fatto sentire la propria voce e fatto valere le proprie idee con grande fervore da parte di tutti.
Un contratto, quello della Sanità Privata, che fa capo ad Aris (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari) e Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata), con cui i sindacati, dopo oltre un anno, hanno interrotto le trattative a causa della completa indisponibilità delle associazioni datoriali di investire risorse sul nuovo contratto, perché ‘di competenza del pubblico, in quanto si fornisce un servizio pubblico’. “Continuare a non rinnovare un contratto scaduto da oltre 12 anni equivale a cancellare l’idea stessa del contratto. Anche perché le lavoratrici e i lavoratori invece sono 12 anni che lavorano e fanno funzionare le cose. Stiamo parlando di persone che si prendono cura, che fanno un lavoro importante il cui scopo è tutelare la salute di tutti noi – commenta Maurizio Landini, durante l’attivo -. Continuare a non rinnovare questo contratto vuol dire favorire uno sfruttamento del lavoro molto pesante, vuol dire favorire la precarietà. Il nostro obiettivo è quello di arrivare a un unico contratto di tutti i lavoratori della sanità, pubblici e privati”. Dello stesso avviso Barbara Francavilla, segretaria nazionale della Fp Cgil. “ Da oggi definiremo insieme ai lavoratori quali saranno le nostre azioni da qui in avanti. Non ci fermeremo, perché questo contratto è un diritto, un’azione di civiltà che deve essere fatta”.
Conclude il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: “Non abbiamo la bacchetta magica, ma oggi siamo qui tutti insieme a dire che bisogna avere il coraggio di osare e di fare tutto quello che fino ad oggi non abbiamo fatto, ma farlo insieme e non fermarci davanti a nulla”.
© Simona Caleo/Cgil