Al Sottosegretario con delega al personale
On.le Vittorio Ferraresi
Al Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria
dr.ssa Barbara Fabbrini
Oggetto: Situazioni Uffici NEP di Torino e Napoli.
Gentile Sottosegretario e gentile Capo Dipartimento,
Il tavolo tecnico convocato per l’UNEP sta proseguendo i propri lavori con spirito costruttivo e
positivo. Le varie sensibilità rappresentate stanno trovando una sintesi nella prospettiva di un
rilancio degli uffici NEP, attraverso la modernizzazione e l’implementazione di nuove funzioni,
nell’ottica di offrire un contributo al progresso del sistema-giustizia.
Questa ricerca incrocia nel suo cammino anche il completamento del percorso del 21 quater, che
rappresenta un passaggio importantissimo dal passato al futuro e di cui auspichiamo al più presto
la definizione, constatando con apprensione l’approssimarsi della data fissata per la sua
conclusione (30 giugno p.v.), come stabilito negli accordi del 26 aprile 2017 e successive
disposizioni normative.
Nel frattempo siamo costretti a rilevare in taluni ambiti locali rigurgiti di conflittualità, spesso
generati da scelte sbagliate delle amministrazioni territoriali, che fanno emergere velenose code
del passato e rischiano di arrecare nocumento al clima collaborativo finora registrato.
In particolare ci preoccupano le situazioni degli UNEP di Torino e Napoli.
Nel capoluogo piemontese il dirigente UNEP omette di riorganizzare come dovuto l’ufficio a
seguito del 21 quater. Nel far ciò, persiste con modalità di ripartizione delle indennità di trasferta
che la stessa presidenza ha ordinato di modificare, a seguito di reclamo dei lavoratori. E’ facile
immaginare quale danno si stia creando sia sotto il profilo retributivo al personale penalizzato, sia
in generale ai rapporti interpersonali e alle condizioni lavorative. Questa intollerabile
disapplicazione di disposizioni superiori da parte del dirigente UNEP va subito sanata con gli
strumenti che Codesto Ministero ritiene più adeguati.
Per quanto riguarda la sede di Napoli, di recente è stato introdotto un criterio di definizione delle
graduatorie di sede fortemente penalizzante gli ufficiali giudiziari (attuali ed ex), in quanto
l’esperienza lavorativa pregressa non viene assolutamente considerata. Anche questo
provvedimento ha generato grossi malumori e sta nuocendo ai rapporti tra i lavoratori e quindi al
servizio.
Crediamo che, ferma restando l’autonomia di sede, alcune direttive di massima dovrebbero essere
impartite a livello centrale, per fare in modo che sia assecondato il processo di transizione,
superando le antinomie del passato. In particolare:
1) Le grandi sedi da tempo hanno implementato la piena interfungibilità delle funzioni esterne tra
funzionari ed ufficiali giudiziari. Questo si è tradotto in una maggiore efficienza del servizio e in una
semplificazione contabile. Assecondare il percorso del 21 quater, a nostro avviso, significa
assegnare gli atti di esecuzione a tutti coloro che sono risultati idonei al concorso.
Ad ogni modo ai promossi vanno immediatamente assegnate le funzioni di esecuzione ed essi
vanno inclusi nelle corrispondenti tabelle di riparto, pena ricorsi certamente fondati, come sta
avvenendo nella citata sede di Torino.
2) Per quanto riguarda la questione delle graduatorie di sede, a nostro avviso vanno ricercate
soluzioni di compromesso che consentano a ciascuno di veder valorizzato il proprio percorso
professionale. Un esempio orientativo può essere lo spirito della graduatoria adottata presso la
sede di Milano, che ha – tra l’altro – resistito anche a ricorsi in sede giudiziaria. Ad ogni modo va
tenuto conto che il principio di graduatoria, indipendentemente dai criteri adottati, configgendo con
il principio di uguaglianza tra i lavoratori (che riteniamo più importante da valorizzare), debba
essere adoperato cum grano salis, come criterio residuale, privilegiando criteri predeterminati di
rotazione tra i servizi, acciocché non si determino eccessivi privilegi o handicap per gruppi di
lavoratori.
Infine teniamo a sottoporre all’attenzione di Codesta Amministrazione – come sarà fatto anche nel
tavolo tecnico – la necessità di un attento monitoraggio di taluni disegni di legge in materia di
giustizia, che rischiano di generare effetti perniciosi non solo alla professionalità degli ufficiali
giudiziari, ma anche e soprattutto nei confronti dei cittadini: in particolare ci riferiamo all’ipotesi di
attribuire poteri di esecuzione (e addirittura di formazione dello stesso titolo!) al procuratore di
parte creditrice.
Distinti saluti
Fp Cgil Nazionale
Claudio Meloni