“Ma dov’è il cambiamento? Da mesi denunciamo le criticità dei dipendenti civili della Difesa, il problema delle assunzioni, della formazione professionale e altre questioni che sono rimaste inascoltate dopo una serie di promesse vuote. Ora basta, proclamiamo lo stato di agitazione nazionale!”. Queste le parole di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa e Confsal Unsa della Difesa, con cui dichiarano, dietro l’hashtag #CambiamentoCercasi, l’avvio di iniziative di protesta per sostenere le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori civili del settore.
“Dopo l’incontro avuto con il ministro Trenta, durante il quale discutemmo dei problemi dei dipendenti civili, ad oggi ancora nessun cenno di riscontro – commentano i sindacati -. Il ministro ci assicurò un cambiamento, attraverso il rilancio della formazione e dell’aggiornamento professionale e con l’assunzione del personale civile necessario, utilizzando tutte le forme possibili di reclutamento consentite. Lo stesso ministro della Funzione Pubblica dichiarò di voler predisporre un massiccio reclutamento di almeno 450 mila dipendenti pubblici da inserire nella legge di bilancio 2019. Peccato che di quei solenni impegni, tutt’oggi, non vi sia alcuna traccia nella bozza. Dove sarebbe il cambiamento?”.
Un’ingiustificabile assenza di attenzione, secondo i sindacati. “Ormai da mesi denunciamo, inascoltati, il problema dei colleghi di prima area, bloccati da anni nella crescita professionale, o la mancata attuazione della norma che consentirebbe i passaggi fra le aree, il problema dei lavori insalubri, per non parlare dell’impossibilità di accedere ad un corretto sistema di relazioni sindacali basato su un dialogo costruttivo e trasparente”. Per queste ragioni, concludono, “proclamiamo lo stato di agitazione nazionale del personale civile della Difesa e nei prossimi giorni avvieremo le conseguenti iniziative di protesta, dietro l’hashtag #CambiamentoCercasi”.