Genova, per la cooperativa Kcs bastano 7 minuti per assistere gli anziani

12 Novembre 2018

Denuncia dei sindacati, 20 novembre è sciopero per i circa 200 lavoratori coinvolti

Sette minuti per sollevare, cambiare, far fare colazione, e mettere a letto o negli spazi comuni una persona assistita nelle residenze protette. Il tutto replicato ogni giorno dell’anno, a fronte di rette e quote alberghiere sempre più elevate. È il tempo ‘necessario’ secondo la Cooperativa sociale Kcs, come denunciato oggi (12 novembre) a Genova dai sindacati Fp Cgil, Uil Fpl e Usb, che hanno reso così noti i problemi che colpiscono le lavoratrici e i lavoratori della cooperativa, annunciando per il prossimo 20 novembre lo sciopero degli operatori della ex Brignole.

Una situazione che coinvolge 200 operatori che assistono circa 300 anziani nelle strutture liguri di Rivarolo, Castelletto e Coronata, e a Baglietto di Cogoleto. “Ci sono due tipi di problematiche – hanno spiegato i sindacati nel corso di una conferenza stampa -: da una parte quella del mancato inquadramento degli operatori sociosanitari, che vengono inquadrati come addetti all’assistenza e quindi demansionati nelle attività sanitarie. L’altra grande questione, invece, riguarda i minutaggi del personale che, per Kcs, sono calcolati in 38 ore per 52 settimane”.

Una situazione che crea problemi anche alla qualità del servizio, che progressivamente si riduce sempre di più. Da qui la richiesta di impegno alla Regione Liguria per avviare una trattativa con la cooperativa ma anche rivedere un modello, hanno precisato i sindacati, “come quello sui minutaggi, che svilisce l’assistenza alle persone in stato di fragilità e pone l’accento organizzativo su un profilo esclusivamente ragionieristico e di bilancio”. Per questo motivo il prossimo 20 novembre, per la seconda volta a distanza di pochi mesi, gli operatori della Cooperativa Sociale Kcs hanno proclamato sciopero.

Diego Seggi della Fp Cgil di Genova osserva come i lavoratori della Kcs, “siano costretti, a distanza di sei mesi, a scioperare nuovamente perché nonostante le rassicurazioni del Consiglio regionale e l’interessamento dell’Assessore Viale non è cambiata di un minimo la situazione”. Le questioni dei duecento operatori coinvolti girano sempre intorno, osserva Seggi, “a condizioni di lavoro disagiate, a un personale sotto organico, a carichi di lavoro in aumento, mentre continua la odiosa discriminazione salariale tra personale operante nei servizi anche in possesso della stessa qualifica”. Un problema, come detto, che invece circa duecento lavoratori, a fronte di circa trecento utenti. “Una larga fetta di questi lavoratori poi, pure essendo in possesso di una qualifica da Oss, attraverso un meccanismo che punta al solo risparmio economico, non vengono retribuiti con la qualifica del contratto delle cooperative sociali ma demansionati a livello C1”. Ed è per queste ragioni che il 20 novembre incroceranno le braccia, per rivendicare diritti e servizi adeguati all’utenza.

Intanto, sul fronte nazionale, dopo l’Assemblea nazionale del 6 novembre e mentre sono in calendario appuntamenti per le trattative relative al rinnovo di un contratto scaduto da circa sei anni, il responsabile nazionale della Fp Cgil delle Cooperative sociali, Stefano Sabato, fa sapere: “Quello del mancato rispetto del contratto collettivo da parte di alcune cooperative sociali è un problema purtroppo noto. Nei territori quotidianamente dobbiamo affrontare situazioni simili a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, vertenze che molto spesso riguardano le ragioni della protesta di oggi”. Temi che, ricorda Sabato, “riguardano il sotto inquadramento ma non solo: penso alla mancata mensilizzazione della busta paga, alle notti passive, alla corretta regolarità retributiva e all’integrazione alla malattia, solo per dirne alcune”. Per questi motivi, continua il responsabile cooperative sociali della Fp Cgil Nazionale, “é fondamentale dare immediate risposte alla protesta degli Operatori socio sanitari supportati dalla Fp Cgil di Genova, così come non é più rinviabile il rinnovo del Contratto nazionale. Non solo per un giusto aumento in busta paga, dopo anni di blocco, ma anche per fare in modo che situazioni come quelle che stanno vivendo gli operatori di Genova non possano più accadere”, conclude Sabato.

X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto