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Tra il 2006 e il 2007 ci è sembrato di vivere una nuova stagione all’INPS. La contrattazione è ripresa appieno. Così si sono conclusi, pur con grande fatica ed impegno nostro, contratti integrativi per il personale delle aree, della dirigenza, di medici e professionisti. Non solo contratti integrativi, ma anche intese su singole e specifiche questioni.
D’altra parte la stessa Amministrazione, con una operosità ben diversa dagli anni precedenti, ci ha via via sottoposto una serie di “segnali aziendali” tutti tesi a costruire un rapporto costante e strutturale. Basti ricordare l’ultimo incontro avuto a gennaio ’08 con il Direttore generale che rimarcava la necessità di costruire un nuovo sistema di valutazione della dirigenza, il piano di produzione 2008, la normalizzazione dell’invalidità civile. E noi a rimarcare la necessità di trovare comunque nuovi finanziamenti per i nostri integrativi a sostegno di tutte le operazioni che si volessero attuare con l’obiettivo di restituire fiducia ai lavoratori dell’Ente, al fine di rendere i nostri servizi all’utenza sempre più efficaci e flessibili.
Ma ecco che di nuovo la tela di Penelope viene disfatta.
Non è il ritorno di Ulisse. Forse è il ritorno dell’appuntamento elettorale.
Vogliamo rammentare che come Sindacato abbiamo avuto “difficoltà” con diversi Governi di diverso segno politico. Ma non abbiamo mai cambiato atteggiamento né disfatto tele. Di nuovo invece l’Amministrazione sta tornando a quel modo di fare che nel 2005 convinse tutte le sigle sindacali presenti all’INPS ad iniziare un’energica campagna di agitazioni ed assemblee.
Un esempio per tutti: ci risulta che i vertici aziendali stiano discutendo di un nuovo assetto organizzativo, ma che si stiano guardando bene dal discuterlo sul tavolo negoziale (sarà vera gloria?).
Ricordiamo che anche con il nuovo (ormai quasi vecchio) sistema di contabilità abbiamo già visto questo film. E non ci è piaciuto.
Infatti l’epilogo ci ha mostrato circa un quinto delle sedi incorse in decurtazioni (ingiustificate perché mai annunciate) dell’incentivo di produttività, forse a sorpresa per la stessa dirigenza (o di una sua parte).
Percepiamo nuovamente un certo fastidio per le richieste e forse per la stessa presenza del Sindacato.
Ma non siamo certo noi a “creare” difficoltà, come ci sono nel campo delle invalidità civili. Non siamo certo noi a ritardare l’approvazione dei CCNI, non siamo certo noi a bloccare le assunzioni.
Noi siamo in attesa di sentire dal Direttore generale che il varo delle selezioni interne è un fatto di enorme rilevanza che pone al centro della discussione, per l’appunto, una nuova organizzazione dell’INPS, in grado di rifare del nostro Ente la punta avanzata della P.A.
Di questo siamo coscienti; così come lo siamo di rappresentare oltre trentamila dipendenti (quasi tutte votanti alle ultime RSU) che francamente non peccano di impegno nel lavoro e nell’attenzione al servizio da rendere.
Noi siamo convinti che i vertici aziendali non percepiscano invece il divario e la distanza che oggi hanno posto fra “centro” e “periferia”, non comprendano come l’apporto esterno ( le esternalizzazioni) non sia sempre risolutivo per le problematiche INPS, ma soprattutto come sia sbagliato pensare che la nostra azienda “sia in politica”: l’INPS è nel campo delle politiche sociali, l’INPS è buona parte dello stato sociale.
Ed a questo il Sindacato non è estraneo.
Lasciare irrisolti i problemi dei lavoratori, rallentare il confronto negoziale, disincentivare l’appartenenza aziendale, trascurare le politiche salariali significa semplicemente umiliare chi lavora e comprimere il servizio che rende.
Siamo stufi di chiudere accordi che vengono in parte disattesi, di concertare senza poter sapere l’esito del negoziato, di chiedere accordi sulla mobilità (interna ed interente), di sollecitare confronti sul versante retributivo (riassorbimenti, anzianità etc), di sollecitare (solo noi!) il piano per la produttività 2008/09 e di non avere risposte.
Se all’INPS “non si vola alto”, se non si toccano questioni prioritarie non è per volontà del Sindacato.
L’Amministrazione lascia vuote le sue fila al tavolo negoziale, l’Amministrazione discute (di cosa?) al chiuso e nemmeno al completo.
Che fuori si discuta di politica lo sappiamo e partecipiamo come cittadini.
Ma dentro l’INPS noi vogliamo discutere di organizzazione del lavoro, di servizi e, se non disturba per carità, di retribuzioni. E’ il nostro compito.
L’Amministrazione ci dica il suo. Senza passare dal telaio di Penelope.
Roma, 1 aprile 2008
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D. Nola G. Allegrini A. Petricca