D.M. 2: il ritorno della prelex
Nella giornata del 24 ottobre riceviamo dal Capo Dipartimento, la missiva -inaspettata- e per mera informativa alle OO.SS., contenente il novello DM del Mef prelex, ai cui sensi sono individuate (ed è parola grossa) le misure e i criteri di attribuzione delle maggiorazioni dell’indennità di amministrazione (per il personale livellato) o della retribuzione di posizione di parte variabile (per il personale dirigenziale).
Non neghiamo di essere rimasti notevolmente basiti, visto il gentlemen’s agreement per cui la ristesura del DM sarebbe dovuta avvenire anche con l’interlocuzione delle OO.SS. al fine di evitare malumori tra il personale per le disparità di trattamento ad esso riservate.
Abbiamo constatato l’improvvisa accelerata della chiusura del DM prelex (che ci risulterebbe essere già bollinato).
Ma nella lettura dello stesso non ci appaiono ora così strutturate e corpose le osservazioni della CdC. Sono stati rivisti alcuni criteri ma non come noi ci saremmo augurati. Ma perché non inviare anche alle OO.SS. ulteriori elementi informativi illustrativi?
Notiamo nel prospetto, in cui si riportano le unità di personale interessate, che la platea dei beneficiari poco si discosta dalla prima stesura … e soprattutto che il DAG “sacrifica” il suo personale dal beneficiare della maggiorazione prevista dall’art. 3 (ossia chiamiamola la cd “quota alta” della prelex). Come se si volesse far intendere con questa marcia indietro che non si sono messe le mani nel vasetto di marmellata.
Ci preme sottolineare che, per quanto ci riguarda, non si convocano le OO.SS. per pura formalità, al solo fine di poter indicare nel testo del decreto “sentite le OO.SS.” ma lo si fa con lo scopo di contrattare!
Non basta un leggero allargamento della platea dei beneficiari perché un DM possieda criteri congrui. Avevamo chiesto che si seguissero criteri, come già è stato fatto in altri accordi sottoscritti dall’Amministrazione, che distribuissero i benefici della norma a una cerchia ristretta (ossia ai soli legittimi beneficiari) e che il resto fosse, ad esempio, inglobato nel FUA destinandolo quindi a tutti i
lavoratori. Con criteri di ripartizione simili a quelli di altre sedi che godono di benefici.
Rimaniamo delusi dal vedere che le sorti della cd prelex non vadano di pari passo con quelle della perequazione della indennità di amministrazione con quella delle CC.TT. Denunciamo con forza il fatto che non si scorgono all’orizzonte normativo proposte emendative riguardanti la perequazione, che rassicurino sull’effettiva volontà politica/amministrativa di procedere a una giusta elargizione di tale beneficio a tutto il personale.
E non capiamo neanche chi lamenta l’inopportunità del DM della prelex ma solo se si scopre di essere stati esclusi dalla platea dei beneficiari … Si rivendica solo il diritto all’inclusione! Non i criteri, non la norma, non l’equità.
Lo ribadiamo, per l’ennesima volta, il comma 685 NON CI PIACE. Siamo stati, nel corso di questi mesi disponibili a trovare una soluzione che potesse risolvere una situazione che è nata male e continua sempre peggio, ma qualcuno sta bluffando e noi non ci prestiamo a farci strumentalizzare!
FP CGIL CISL FP UILPA
Americo Fimiani Walter De Caro Andrea G. Bordini