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Roma, 14 febbraio 2008
Ai Lavoratori della CONI
Servizi SPA
Se un anno fa taluni “spezzoni” della politica, ora particolarmente attivi, avessero presidiato le stanze del Ministero della Economia con la stessa assiduità e la stessa attenzione con la quale stanno ora prendendo parte alle assemblee dei lavoratori della CONI Servizi e se in quelle stanze, esercitando lì – in maniera propria – il loro ruolo, avessero dato sfogo all’interesse che dichiarano di nutrire per la promozione dello sport, probabilmente il piano industriale varato dalla CONI Servizi non sarebbe stato approvato e non saremmo qui, oggi, a discutere dei problemi conseguenti alla sua approvazione.
E se gli stessi “spezzoni” della politica, appartenenti fra l’altro alla compagine anche governativa che aveva la responsabilità di proporre ed approvare la legge Finanziaria, avessero poi, mancata la prima occasione, sostenuto e preteso, anche se necessario con iniziative clamorose che fossero all’altezza di quell’interesse per lo sport che ora – a cose fatte – ostentano, che l’emendamento volto alla “ripubblicizzazione” del CONI approdasse in aula per essere sottoposto a fiducia (così come è stato per tanti altri emendamenti che, evidentemente, interessavano di più), non saremmo oggi alle prese con i problemi che abbiamo.
E ora quegli stessi “spezzoni” della politica, invece di riflettere sulle cause del loro fallimento, non trovano di meglio, evidentemente nel tentativo maldestro di mascherare i propri insuccessi, che tentare di invadere spazi che non gli sono propri senza peraltro riflettere sull’entità del danno che possono finire per provocare nei confronti degli stessi lavoratori.
I fatti in questa vicenda, sono purtroppo costituiti dal quadro di riferimento che la politica ha consegnato al confronto aziendale; quadro nel quale risulta inserito, in quanto appunto approvato, il piano industriale.
Ed è in ragione dei fatti che le scriventi hanno adottato misure a tutela dei lavoratori tanto è che l’art. 30 dell’ipotesi di CCNL 2006 – 2009, scongiura l’obbligo del passaggio alle Federazioni dei lavoratori che vi prestano la propria attività, ed individua norme di garanzia e di tutela nel caso tale passaggio avvenga per effetto di una scelta personale e, dunque, volontaria.
Una prima vera forma di tutela, come più volte precisato trova conferma nella previsione dell’istituto della aspettativa che non comporta, in quanto tale, la rescissione del contratto di lavoro con la Coni Servizi ma solo una sua temporanea sospensione (durata dell’aspettativa 5 anni, rinnovabile).
Al lavoratore che vi acceda volontariamente, è comunque consentito il rientro alla Coni Servizi anche in anticipo rispetto alla scadenza della aspettativa e ciò al verificarsi di una serie di condizione che, come è noto, il CCNL disciplina con attenzione.
Ed immaginiamo, infine, che a nessuno sia sfuggito come le scriventi OO.SS. abbiano riservato particolare importanza alla corretta applicazione delle norme e delle procedure, individuate in forza dell’art. 30, che regolano i passaggi volontari tanto che, nello stesso articolo, si conviene sulla previsione di una serie di sessioni di confronto che avranno il compito di monitorare l’andamento dei passaggi anche con l’ovvio obiettivo di verificare la correttezza dei comportamenti posti in atto dai soggetti chiamati, in ogni caso, a realizzarli (Coni servizi, Federazioni).
Comportamenti che se venissero spinti oltre il dettato della norma e oltre quello che la norma consente e fino a far intravedere, come qualcuno teme, ritorsioni nel caso in cui il lavoratore decidesse di non aderire al passaggio, non sarebbero certamente tollerati e verrebbero conseguentemente attivate tutte le iniziative ritenute necessarie per garantire la massima tutela.
Le scriventi Organizzazioni Sindacali porranno quindi in atto, a breve, una serie di iniziative volte ad informare in maniera più capillare i lavoratori e le lavoratrici in ordine alla portata e alle finalità delle norme previste nell’ambito della più volte citata ipotesi di CCNL.
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