Polizia Penitenziaria: Sorveglianza dinamica – richiesta contributi

21 Maggio 2018

Al Vice Capo del Dipartimento A.P.
Dott. Marco Del Gaudio

e, p.c.
Al Direttore dell’Ufficio Relazioni Sindacali
Dott.ssa Pierina Conte

Alle Segreterie regionali e territoriali FP CGIL
Ai Delegati ed iscritti Fp Cgil
Polizia Penitenziaria

Oggetto: sorveglianza dinamica – richiesta contributi.

Egregio Vice Capo,
la Fp Cgil ha più volte richiesto l’apertura di un confronto sul tema in oggetto,
soprattutto perché ha potuto constatare, nelle varie visite effettuate negli istituti
penitenziari del nostro Paese, poca attenzione in tema di sicurezza sul lavoro del Poliziotto
Penitenziario e scarsa capacità di contrastare il crescente fenomeno delle aggressioni subite
dal personale. Per tale motivo accoglie con favore la richiesta da lei inoltrata di formulare
contributi sulla questione, chiedendo, però, che tale richiesta sia solo l’inizio di un
percorso che in tempi rapidi possa portare alla convocazione di una serie di incontri in cui
l’amministrazione penitenziaria e le organizzazioni sindacali possano confrontarsi sul
tema.
Proprio partendo dalle visite effettuate negli istituti penitenziari e dalla campagna
“dentroametà”, messa in campo dalla FP CGIL per dare voce ai Poliziotti Penitenziari che
in quei luoghi lavorano ogni giorno, abbiamo potuto verificare che, quanto annunciato
dall’amministrazione penitenziaria con l’istituzione della vigilanza dinamica, è stato
attuato solo in rarissimi casi.
Il progetto dell’amministrazione prevedeva che il perimetro della vita dei detenuti
non rimanesse confinato nei pochi metri della cella o del corridoio, ma in luoghi dove
fossero concentrate le principali attività trattamentali e i servizi. Quello che oggi avviene
nella quasi totalità degli istituti è che i detenuti passano gran parte della loro giornata
proprio nel corridoio della sezione, senza essere impegnati in alcuna attività, e proprio in
quel luogo aumentano le tensioni e si verificano gli episodi di violenza. Se non vengono
previsti maggiori spazi dove i detenuti possano trascorrere gran parte della giornata in
attività lavorative, di formazione, ricreative e sportive, il progetto in questione non è
realizzabile. Ovviamente sono necessarie adeguate risorse finanziarie che consentano di
realizzare tali attività, soprattutto quelle lavorative, e a tal proposito la FP CGIL chiede di
conoscere l’entità delle risorse investite in tal senso e le motivazioni che hanno impedito
che tali risorse comportassero un incremento delle attività.
Riteniamo importante ricordare che il progetto iniziale prevedeva un gruppo
dinamico di Poliziotti Penitenziari che operasse all’esterno della sezione e che la singola
unità non doveva rimanere più ad operare da sola. Il taglio degli organici operato dalla
“Legge Madia” e la cattiva gestione del personale messa in atto dall’amministrazione
penitenziaria hanno impedito che tale previsione fosse attuata. Negli istituti penitenziari
operano sempre meno persone e spesso un singolo operatore è costretto a coprire più posti
di servizio, a volte effettuando turni continuativi che arrivano a 12 ore giornaliere. Solo un
imponente piano di assunzioni e una corretta distribuzione del personale sul territorio
potrebbero consentire di prevedere un lavoro in gruppi.
Non meno importante era la previsione di effettuare modifiche strutturali e dotare
gli istituti di strumenti tecnologici di ausilio alla sorveglianza dei detenuti e alla sicurezza
del personale. Nelle nostre visite sui luoghi di lavoro molto spesso non abbiamo verificato
modifiche strutturali effettuate negli ultimi anni, come di rado abbiamo notato l’utilizzo di
nuovi sistemi di automazione e di allarme. Anche l’utilizzo di moderni sistemi di
videosorveglianza, controllati da una sala operativa, non è molto diffuso nel territorio.
Considerato che l’incremento di tali strumenti è fondamentale per il tipo di sorveglianza
in questione, non solo riteniamo sia essenziale prevederne l’utilizzo in tutti gli istituti, ma
chiediamo che vengano aumentate ed utilizzate le risorse previste per l’ammodernamento
delle dotazioni strumentali.
Non ci risulta, inoltre, che siano stati predisposti progetti e tabelle di consegna
coerenti con la sorveglianza che si voleva attuare, soprattutto nella parte in cui si doveva
prevedere un processo che attenuasse le responsabilità del Poliziotto Penitenziario, come
non ci risulta che siano stati predisposti protocolli operativi da mettere in atto nei casi
sempre più crescenti di eventi critici.
Per quanto sopra esposto si ribadisce la richiesta di poter approfondire le tematiche
citate, non certo esaustive del problema, in una riunione da convocare in tempi brevi,
anche per conoscere il risultato del lavoro svolto dalla commissione permanente dal mese
di settembre u.s. ad oggi.
Si resta in attesa di un cortese celere riscontro.

Il Coordinatore  Nazionale Fp Cgil
Polizia Penitenziaria
Massimiliano Prestini

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