SI COMINCIA COL PIEDE SBAGLIATO: LA DIATRIBA SUL CONTO TERZI
Abbiamo avuto ieri una riunione del tutto interlocutoria sulla questione del conto terzi, ed in particolare
su quella che è stata ritenuta una necessità impellente, ovvero che il mancato aggiornamento
dell’Accordo nazionale del 2010 avrebbe comportato un impedimento allo svolgimento delle iniziative
programmate in conto terzi. Cosa che a noi non risulta, tant’è che le manifestazioni in conto
terzi continuano a svolgersi regolarmente e l’accordo nazionale del 2010 a funzionare perfettamente
nelle parti che si è voluto applicare, e a non funzionare invece per le parti che sono rimaste sulla
carta. Dal nostro punto di vista invece è necessario solo capire quanti Dirigenti si sono adeguati
alle nuove procedure contabili e quanti hanno attivato le contrattazioni locali per rivedere le tariffe
adeguandole alla nuova tassazione prevista.
Ricordiamo: l’art.1, comma 315, della legge di stabilità per il 2018 ha previsto l’obbligo del concessionario
a versare in anticipo, in conto entrate al bilancio dello Stato, il corrispettivo dovuto per gli
eventi che ha concordato nell’ambito delle previsioni del Codice dei Beni Culturali ed ha assimilato
la retribuzione del personale ad una prestazione per lavoro straordinario demandandone la regolamentazione
alla contrattazione collettiva integrativa. E questo ha comportato il punto dirimente della
diatriba che si è aperta sul tavolo: ovvero se tali prestazioni mantengono il loro carattere di extraistituzionalità
oppure se la modifica della modalità retributiva possa configurare giuridicamente
queste prestazioni in tutto e per tutto come prestazioni effettuate nell’ambito del rapporto di lavoro
con il MIBACT e non con il concessionario. Dal nostro punto di vista non basta l’assimilazione alle
prestazioni di lavoro straordinario per mutare la forma giuridica della prestazione, per altri invece
tale modifica in sostanza fa rientrare queste prestazioni in quelle ordinarie e pertanto perfettamente
integrate nell’organizzazione normale delle attività connesse nei cicli lavorativi afferenti.
Naturalmente l’interpretazione in un verso o nell’altro comporta delle conseguenze in termini concreti
rispetto a limitazioni presenti nell’attuale regolamentazione, ad esempio quelle connesse al
tetto annuale dei compensi, o a quelle sopravvenienti nel caso prevalesse l’altra interpretazione,
come le limitazioni sulla prestazione giornaliera nell’ambito della regolamentazione prevista a livello
contrattuale e normativo.
Pertanto sin quando non verrà chiarito questo aspetto appare del tutto inutile procedere ad una revisione
dell’accordo nazionale, ma va chiarito che lo stesso mantiene i suoi effetti fino a stipula
dell’accordo successivo ed è pertanto perfettamente esigibile in quanto peraltro abbisogna solo di
un restyling ma non di un mutamento sostanziale. Restyling che noi abbiamo pure affrontato nel
merito chiedendo che venga esplicitamente non consentita la copertura delle turnazioni ordinarie
con il conto terzi, che venga ampliata la possibilità di partecipazione a queste prestazioni da parte
del personale in part time, che venga valutata in termini compatibili la previsione di accantonamento
del 10% del compenso ai fini di un suo riutilizzo nell’ambito della contrattazione nazionale, che
vengano riviste le tariffe minime e massime adeguandole ai nuovi meccanismi retributivi.
Vi invitiamo quindi, nelle more delle definizione di questo processo, a chiedere la corretta applicazione
delle norme che prevedono gli obblighi di versamento anticipato in capo al concessionario e
chiedere l’attivazione dei tavoli locali per la revisione delle tariffe.
Sottolineiamo peraltro, a corredo del titolo di questo comunicato, che noi abbiamo una sfilza di
questioni davanti da far impallidire anche il più duro degli stakanovisti: passaggi di area, Fua 2018,
progressioni economiche 2018 e conclusione di quelle del 2017, mobilità volontaria nazionale da
costruire su base periodica, passaggi orizzontali, adeguamento della ex Merloni, revisione dei profili
professionali, lavori insalubri, ecc. e, non ultimo, un Contratto Integrativo da riscrivere, a partire
dalla necessaria rimodulazione dei progetti nazionali per gli Uffici che non reggono più le undici ore
e dall’applicazione del nuovo CCNL 2016/2018. Per cui non ci sembrava che si dovesse partire da
un argomento che, per quanto importante, è al momento supportato da una regolamentazione assolutamente
congrua.
Sempre ieri abbiamo sottoscritto l’accordo che regolamenta una fase di mobilità volontaria per le
posizioni uniche previste nell’organico degli Uffici, dando in tal modo la possibilità a questi lavoratori
di avere un trasferimento, altrimenti impedito dai vincoli numerici previsti negli altri accordi. Il
bando per questi lavoratori è previsto al massimo entro settembre e nella calendarizzazione degli
incontri sui vari temi, speriamo in tempi celeri di addivenire all’accordo generale sulla mobilità volontaria
per il quale dovremo fare una attenta valutazione sui criteri da utilizzare. Ancora non ci è
stato consegnato il testo dell’accordo sottoscritto, che comunque mutua i criteri degli accordi precedenti
ad eccezione del vincolo del 70%, evidentemente non applicabile sulle posizioni uniche.
Infine siamo stati informati sull’andamento delle assunzioni: quasi di nuovo rispetto a quanto comunicato
una settimana fa: per le graduatorie già approvate si stanno rimodulando le sedi già assegnate
a seguito di rinunce di assunti che hanno rinunciato successivamente alla presa di servizio.
L’unica novità arriva sulla graduatoria dei restauratori, che pare sia in dirittura di arrivo. Notizia che
diamo con le classiche molle, considerate le pregresse esperienze sulle tempistiche date.
FP CGIL Nazionale
Claudio Meloni