Avviato il confronto per il CCNL della Dirigenza delle Funzioni Centrali.
L’incertezza del quadro politico non condiziona il negoziato.
Questa mattina si è formalmente avviato il confronto con l’Aran per il rinnovo del CCNL della
Dirigenza delle Funzioni Centrali.
Un contratto che interessa poco meno di settemila lavoratori di ministeri, agenzie fiscali ed enti
pubblici non economici, che svolgono funzioni dirigenziali o professionali e che vedono le loro
retribuzioni ferme da otto anni.
L’avvio delle trattative è importante per completare quel percorso di sblocco dei contratti e della
contrattazione, reso possibile dall’accordo tra governo e CGIL CISL UIL, il 30 novembre 2016, e che
ha già visto i rinnovi dei contratti per tutti i lavoratori delle qualifiche funzionali che afferiscono ai
quattro nuovi comparti di contrattazione del lavoro pubblico (oltre le Funzioni Centrali, le Funzioni
Locali, la Sanità e il nuovo comparto dell’Istruzione e Ricerca).
L’incontro di oggi è stato chiaramente interlocutorio utilizzato dall’Aran per illustrare i contenuti
dell’atto d’indirizzo ricevuto dal governo e per parte nostra abbiamo salutato positivamente,
condividendolo, il pronunciamento del presidente dell’Aran secondo cui la situazione d’incertezza
politica determinatasi dopo il voto del 4 marzo non potrà condizionare il confronto contrattuale.
Il negoziato, infatti, si svilupperà nel sistema di regole definito dal decreto legislativo 165/2001,
come modificato dal parlamento nel 2017, che ha finalmente restituito, dopo la legge Brunetta, la
piena legittimazione del contratto collettivo nazionale quale strumento regolatore dei rapporti di
lavoro.
Così come sono ormai date e certe le risorse disponibili per gli incrementi retributivi per effetto
delle tre leggi di bilancio già approvate per il 2016, il 2017 e il 2018, che sono proprio gli anni di
vigenza contrattuale anche per la dirigenza come per il personale dei comparti.
Sul tavolo del confronto la Funzione Pubblica CGIL ha ribadito la necessità di affermare, anche con
lo strumento contrattuale, la necessaria autonomia e responsabilità della funzione e del ruolo
della dirigenza da quelle del decisore politico, rimarcando il valore della dirigenza pubblica utile
all’ammodernamento delle amministrazioni pubbliche, a partire da quelle centrali.
Per questo il nuovo CCNL dovrà ridefinire un sistema di relazioni sindacali in grado di far ripartire
la contrattazione e improntato alla massima partecipazione delle organizzazioni di rappresentanza
della dirigenza nelle scelte strategiche di enti e amministrazioni. In tal senso assume un rilievo
fondamentale anche il sistema di tutele nella definizione di criteri, oggettivi, trasparenti ed
effettivamente legati al merito, per l’assegnazione degli incarichi.
Così come bisognerà adeguare gli istituti normativi del rapporto di lavoro alle modifiche legislative
intervenute e ai nuovi bisogni, in particolare a tutela delle condizioni di salute e alla conciliazione
dei tempi di vita e di lavoro.
Il tempo del negoziato non potrà essere lungo. Il CCNL che dovremo definire scadrà già il prossimo
31 dicembre 2018 e già da quest’autunno dovremo cominciare a lavorare al rinnovo 2019/2021.
Per questo ci siamo impegnati a continuare il confronto con incontri serrati e calendarizzati per
approfondimenti tematici. Il prossimo appuntamento potrà esserci già entro i prossimi dieci giorni
sulla base di un testo presentato dall’Aran sul capitolo delle relazioni sindacali.