Torna l’aquila sui distintivi della Polizia Penitenziaria, nella sua forma ‘romana’, la stessa in auge durante il periodo fascista. È questo il nuovo simbolo della Polizia Penitenziaria: a seguito del riordino delle carriere, infatti, si è deciso di modificare i distintivi di riconoscimento del corpo di Polizia Penitenziaria. Presentati durante una riunione al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, i nuovi distintivi del personale sono contraddistinti da un’aquila di colore argento che caratterizzò le divise del Corpo dagli inizi del ‘900, attraversando il fascismo, fino al 1955. Per queste ragioni ‘storiche’, fa sapere la Fp Cgil Polizia Penitenziaria, “la decisione è stata presa con titubanza e disapprovazione da parte delle lavoratrici e dei lavoratori del Corpo che chiedevano, e continuano a chiedere, di essere consultati su una scelta tanto particolare”. Non si tratta, infatti, di un semplice simbolo ma di un tratto ‘distintivo’ del corpo.
L’Amministrazione penitenziaria ha preso autonomamente la decisione di cambio dei distintivi, puntualizza la categoria, senza coinvolgere i sindacati, come è invece avvenuto nel caso della Polizia di Stato. “Quello che è successo nell’amministrazione penitenziaria – commenta Massimiliano Prestini, Coordinatore Nazionale della Fp Cgil Polizia Penitenziaria – è che ha mostrato i risultati di questo lavoro solo nel momento in cui si era concluso, a differenza di quello che è invece accaduto per la Polizia di Stato in cui l’amministrazione ha coinvolto anche le organizzazioni sindacali durante tutto l’iter decisionale”. Dunque, secondo la Funzione Pubblica Cgil Pol Pen, “il primo problema è di relazioni sindacali: quando c’è da prendere decisioni che riguardano il personale, nella Polizia di Stato c’è condivisione con i sindacati, nella nostra amministrazione questa condivisione viene a mancare”.
Non solo, secondo i lavoratori la scelta di reintrodurre l’aquila sui distintivi è fuorviante ed errata, non solo nella forma ma anche nel senso vero e proprio. “Nel momento in cui ci è stato presentato il distintivo – prosegue il responsabile Pol Pen della Fp Cgil – abbiamo pensato di chiedere al personale cosa ne pensasse. Loro non ritengono giusto che il distintivo di un un corpo che era militarmente organizzato sia adeguato a rappresentare oggi un corpo di polizia a ordinamento civile e moderno. Siamo stati tempestati di reclami”. Non è passata sotto traccia l’assonanza con il passato: “A lavoro finito – osserva Prestini – ci troviamo un simbolo, l’aquila, che caratterizzava gli agenti di custodia in un periodo che va dai primi del ‘900 fino al 1955. Un simbolo romano che ha caratterizzato la simbologia fascista”. Per tutte queste ragioni, il sindacato, in rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori del Corpo, ha chiesto al Capo Dipartimento di “rivedere le decisioni assunte e di pensare a soluzioni diverse, confrontandosi con le organizzazioni sindacali rappresentative del personale di Polizia Penitenziaria”.