Nel pomeriggio di ieri siamo stati convocati dal Presidente per proporci
l’istituzione di un nuovo profilo professionale °consulente della protezione
sociale” – di cui si allega la bozza – e la conseguente messa a bando di circa 200
nuove assunzioni.
Requisito per l’accesso sarà la laurea magistrale, mentre scompare il
requisito dell’inglese certificato B2. Il concorso sarà bandito – a detta
dell’amministrazione – nel secondo semestre del 2018. Complessivamente, si
ritiene di poter immettere in servizio, con l’allargamento delle graduatorie dei
due concorsi – addirittura entro dicembre 2018 – poco più di 1.200 unità
lavorative, destinandole tutte ai territori, finalmente, dopo anni in cui
abbiamo denunciato la sofferenza delle sedi.
Si tratta di una “figura strutturalmente inserita nei processi produttivi”, che
svolge “funzione di produzione e consulenza”.
La necessità di istituire questo nuovo profilo è stata motivata con l’esigenza di
poter bandire un concorso senza dover sottostare ai tempi burocratici
generalmente previsti, che altrimenti sarebbero più lunghi.
Con soddisfazione notiamo che, in sostanza, questa volta l’amministrazione ha
abbandonato i tortuosi percorsi che avevano caratterizzato l’istituzione del
precedente profilo professionale, ampiamente criticati da noi, concentrandosi
sulla esigenza primaria: personale da destinare al più presto a svolgere
attività di produzione e di consulenza agli utenti.
Per questa ragione, a differenza di quanto accaduto col precedente profilo
professionale, abbiamo ritenuto di sottoscrivere l’intesa proposta.
Pur comprendendo i bisogni dell’Amministrazione, abbiamo comunque posto –
per l’ennesima volta – una questione di metodo: è importante, anche alla luce
del nuovo CCNL delle Funzioni Centrali, che dà nuovo impulso alle relazioni
sindacali, che informazione e documentazione ci siano date per tempo. In
relazione ai nuovi profili è necessario esplicitare l’intero contesto organizzativo
che l’Amministrazione intende adottare.
Inoltre, abbiamo colto l’occasione della presenza del Presidente, per evidenziare
altri due aspetti: la necessità che l’Istituto intervenga – seriamente e
strutturalmente – a mettere mano alle procedure informatiche –
problema comune a tutte le sedi. Su questo, l’amministrazione ci ha
garantito una convocazione a breve (prevista per giorno 26).
Abbiamo poi ribadito i nostri forti dubbi rispetto all’impiego di lavoratori
interinali per il progetto “E.CO.”, soprattutto per i rischi legati alla precarietà
delle assunzioni, insiti in una scelta simile.
Nel corso dell’incontro si è anche affrontato il tema delle progressioni verticali:
su questo, abbiamo ribadito la nostra richiesta di non escludere parte del
personale e di destinare le progressioni verticali sia al personale di area
A che di area B. Un’eventuale limitazione in tal senso – non prevista dal Decreto
Madia -, rappresenterebbe solo un brutto segnale di disattenzione e di ulteriore
demotivazione dei propri dipendenti.
Il Coordinatore Nazionale FP CGIL INPS
Matteo Ariano