Nel corso dell’incontro del 27 febbraio scorso, l’Amministrazione ci ha illustrato le sue intenzioni riguardo all’annosa questione delle posizioni assicurative dei dipendenti pubblici.
In particolare, è intenzione dell’Amministrazione procedere alla loro definitiva sistemazione attraverso l’istituzione di un progetto denominato “E.CO. – Estratto Conto”.
Il progetto avrà una fase preliminare di acquisizione dei fascicoli cartacei da parte di un’apposita società (individuata tramite gara di appalto a livello europeo), che dovrà provvedere a scansionare sia la documentazione mancante per la sistemazione della posizioni assicurative, sia la documentazione già in possesso della sede. Visto che le maggiori criticità sono state individuate nel Ministero della Pubblica Istruzione e in quello di Grazia e Giustizia, si faranno apposite convenzioni per permettere alla società incaricata di acquisire la necessaria documentazione. Il progetto avrà presumibilmente durata triennale e in caso di necessità la D.G. ha sostenuto di poter procrastinare l’avvio della prescrizione a giugno 2019. La struttura di progetto fa capo al Direttore Generale; contestualmente, sarà creata una cabina di regia, che comprende tutte le attività trasversali necessarie all’avvio e alla gestione del progetto stesso. Il principale lavoro sarà svolto da personale interinale reperito tramite un’agenzia, aggiudicatrice di apposita gara europea. I lavoratori interinali avranno qualifica C1, con contratto a tempo determinato di durata triennale. Ci fa piacere che l’Inps intervenga su questo tema in modo strutturale, trattandosi di questione che riguarda una platea molto ampia di lavoratori pubblici. Così come siamo contenti che la Direttrice Generale abbia accolto con favore la nostra idea di costituire un tavolo paritetico per monitorare i problemi e il livello di integrazione, a 6 anni dalla soppressione degli enti. Non siamo convinti, invece, che la scelta di avvalersi di personale somministrato sia quella migliore. Avevamo già espresso in passato forti dubbi sulla nuova figura professionale di“analista di processo”, recentemente introdotta e per cui è stato bandito il concorso in atto. Questi dubbi, ora si fanno più forti, alla luce della scelta dell’istituto di bandire concorsi per una figura che ancora non sappiamo bene come dovrà collocarsi nell’organizzazione. Non sarebbe stato meglio procedere ad assumere personale con professionalità già definite e – soprattutto – necessarie ad affrontare i problemi che l’Istituto deve affrontare, come dimostra la vicenda dei contributi dei dipendenti pubblici? Aggiungiamo un dato: per poter assumere questi lavoratori interinali, l’Inps dovrà bandire una gara europea – quindi di importo rilevante, immaginiamo. Considerate le cifre in ballo, non sarebbe stato meglio usare questi soldi per assumere personale dipendente, da impiegare in modo stabile? In alternativa al contratto di somministrazione – ipotesi prevista solo in modo residuale dal CCNL, “per soddisfare esigenze temporanee ed eccezionali” – non sarebbe stato meglio bandire almeno un concorso per personale dipendente a tempo determinato? Peraltro, consideriamo il modo in cui si è comportata la società a cui è stato dato in appalto il concorso per 365 posti: totale improvvisazione di tutta la gestione con ritardo di ore ed ore rispetto agli orari prefissati, buste contenenti la prova fornite solo dopo ore – passate nel frattempo al gelo, dai concorrenti, – facendo fare una bruttissima figura all’Istituto e dando un brutto biglietto da visita a possibili futuri dipendenti Inps. Questa esperienza dovrebbe suggerire maggiore attenzione ad affidare a società esterne appalti per la somministrazione di personale.
Il Coordinatore Nazionale FP CGIL INPS
Matteo Ariano