Comunicato ” Riforma MEF: Ministro …perchè? “

18 Luglio 2011

Comunicato " Riforma MEF: Ministro …perchè? "

 

È recente l’audizione delle OO.SS. alle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato nel corso della quale abbiamo denunciato una assenza sostanziale di relazioni sindacali con il Ministro Padoa-Schioppa in merito al progetto di riorganizzazione del Ministero dell’economia e delle finanze.
Nel corso dell’audizione abbiamo ribadito quanto già detto nei comunicati dei giorni e dei mesi precedenti; non condividiamo i progetti del Ministro TPS sia per quanto riguarda la previsione della chiusura di Uffici periferici e sia per quanto concerne i Dipartimenti centrali: lo riteniamo un progetto con poco senso organizzativo e con molta demagogia amministrativa.
La nostra sensazione, se mai ce ne fosse bisogno, è ulteriormente confermata dalla notizie diffuse oggi da alcuni quotidiani che riportano ad una becera lotta fra galli un intero processo di riorganizzazione di una amministrazione pubblica.
Per quanto riguarda la riorganizzazione degli uffici periferici abbiamo già detto che, per avere risparmi anche maggiori di quelli quantificati dal Ministro, basterebbe unificarli in ogni provincia superando l’attuale distinzione fra RPS e DPSV; mentre a livello centrale sarebbe molto più efficace l’assegnazione di funzioni di “service” al Dipartimento per il personale evitando la creazione di quella sovrabbondante megastruttura ipotizzata dal Ministro.
Ripetiamo quindi le tre principali questioni:
– Assenza di relazioni sindacali sulla riforma del MEF;
– Non condivisione della chiusura di Uffici periferici;
– Ex 4° Dipartimento “service” degli altri Dipartimenti.
Non c’è nessun accordo con il Ministro o con il Sottosegretario On. Paolo Cento sulla chiusura degli Uffici!
Nonostante questa realtà uno dei due, o entrambi, di volta in volta nel corso delle loro comparsate televisive ostentano falsi atteggiamenti di disponibilità al dialogo o fanno intendere false verità su accordi o intese inesistenti!
Del Ministro è nota la sua idiosincrasia alle Organizzazioni Sindacali e quanto c’era da dire lo abbiamo già detto in ogni occasione; oltretutto si è rivelato così permaloso che ogni occasione è per lui buona per evitare il confronto con le rappresentanze sociali: sappia solo l’On.le Ministro che la sua strategia nel condurre questa partita è quanto di più antiquato, nel merito e nel metodo, si sia mai visto in un processo di riorganizzazione!
Non di meno si sta rivelando l’On. Paolo Cento che a parole, quando ne ha usata qualcuna di buon senso, si dice disponibile al dialogo; anzi, fa ancora di più, nelle sue comparsate televisive (in sostituzione di qualche velina!) o nelle sue comparsate in piazza è sempre d’accordo con tutti: destra o sinistra che sia per lui non fa alcuna differenza, ancora, a distanza di 18 mesi dal suo insediamento, non ha capito che si trova al Governo e sta facendo il Sottosegretario (sic!!!)!
O meglio, l’On.le Cento ha dimostrato di prediligere una corrispondenza solo con una organizzazione sindacale che, evidentemente, risponde meglio ai suoi particolari interessi nel suo collegio elettorale, nel contempo mostrando incapacità politica al ruolo assegnatogli ed indifferenza alle problematiche del personale investito da un progetto di riorganizzazione quanto mai inadeguato e incomprensibile.
Fino ad oggi non ci è mai capitato di vedere o sentire dall’On.le Cento una presa di posizione contro la chiusura degli Uffici periferici: è evidente che è d’accordo con il Ministro TPS!
Dal quotidiano “Il Messaggero”, evidentemente organo di informazione al quale il Ministro e l’On.le Cento hanno dato mandato per il rispetto delle relazioni sindacali, apprendiamo che il Ministro TPS intende chiudere degli Uffici per non essere da meno del Governatore della Banca d’Italia: se queste sono le basi per una idea di riforma, il quadro è assolutamente sconcertante!
On.le Signor Ministro, la questione non è il Suo o il Nostro desiderio di incontrarci, ma, oltre che una diversa idea di come e se il ministero debba essere nei territori provinciali, le duemila persone coinvolte in un processo di mobilità del quale, grazie a Lei, non è dato sapere alcunché! Duemila persone alle quali sta facendo vivere mesi di angoscia e dalle quali, probabilmente, Lei si attende la richiesta di una “dolce morte”.
È questa l’ennesima richiesta di incontro che Le inoltriamo: affrontiamo l’argomento, verifichiamo quanto c’è di fattibile nelle nostre tesi dopodiché, se le posizioni rimangono inalterate, ognuno si assumerà la responsabilità delle proprie iniziative.
Roma 3 dicembre 2007

Coordinamento Nazionale FPCGIL MEF

 

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