“Ancora una volta, i “Soliti noti” hanno tentato di raggiungere il loro obiettivo di privatizzare l’ENAC attraverso un primo passaggio che ne avrebbe mutato la natura giuridica in Ente Pubblico Economico. Un blitz organizzato tentando di veicolare la proposta all’interno di un emendamento alla legge di stabilità che, pensava qualcuno, potesse riuscire sfuggire all’attenzione dei più,visto che lo si era posizionato assolutamente fuori contesto rispetto all’area tematica dove era stato inserito (Area tematica 101 – Istituto Nazionale di Biologia e Biotecnologie marine- art. 1 comma 3) ma che, con l’inserimento di un “comma Bis” procedeva a trasformare con un colpo di bacchetta, ovvero in 45 giorni dall’approvazione, l’ENAC in Ente Pubblico Economico. Ammantato di buone intenzioni, difficilmente realizzabili, nessuno aveva avvertito nessuno circa le posizioni e le volontà chiaramente espresse dalla maggioranza dei lavoratori e delle OO.SS.nel merito della proposta. Evidentemente a coloro che si erano mossi nei confronti dei parlamentari proponenti poco interessava se i dipendenti dell’ENAC, ancora una volta tenuti all’oscuro, lo avrebbero scoperto solo dopo, a cose fatte.Ovviamente, nessuno degli orchestratori della manovra si era sentito in dovere di chiedere nulla e di confrontarsi preventivamente con chi la manovra l’avrebbe subita.Certo nell’emendamento era stato inserito un generico diritto di opzione di passaggio ad altre pubbliche amministrazioni che, per come era stato elaborato non risultava vincolante per le stesse. Diritto che comunque, non considerava la perdita di professionalità e soprattutto quella economica per il personale. Ricordiamo che in caso di mobilità le parti accessorie della retribuzione (indennità di Ente e professionale) diventano quelle dell’amministrazione di destinazione.
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