Pubblichiamo di seguito il testo del comunicato stampa
I rappresentanti di CGIL Funzione Pubblica, CISL Funzione Pubblica e UIL Funzione Pubblica hanno incontrato nella giornata del 7 Novembre il Presidente dell’Uncem Enrico Borghi e condiviso la forte preoccupazione per la riduzione immediata dei trasferimenti ordinari alle Comunità montane.
Un taglio che, come fatto rilevare dall’Uncem alla ragioneria dello Stato, non tiene conto del personale complessivo d’organico nelle Comunità montane (circa 7.500 unità) che non può cessare immediatamente dal servizio. Le spese di personale delle Comunità soppresse verrebbero pertanto a gravare su altri enti pubblici: Regioni o, come nel testo originario, Comuni.
A ciò si aggiunga la sorte di un numero non ancora quantificato ma certamente rilevante di personale a tempo determinato e a progetto, sul quale si abbatterebbe da subito la scure dei tagli.
Le OO.SS. hanno confermato quanto già espresso ai rappresentanti del Ministero degli Affari regionali nell’incontro del 30 Ottobre u.s. In particolare le forti riserve riguardano l’impianto del provvedimento, perché ritengono che una razionalizzazione dei livelli di governo territoriali e la riduzione dei costi della politica devono essere inseriti in un più vasto disegno riformatore, un disegno che se si prefigge di ridurre i costi della politica e che non parta dai rami deboli, altrimenti rischia di essere soltanto uno spot senza efficacia reale.
Le OO.SS., hanno espresso una forte preoccupazione per le conseguenze dell’applicazione sul territorio di questa norma, che se non profondamente emendata, procurerà effetti irreparabili sul piano istituzionali, sulla funzionalità dei servizi svolti dalle Cm e sui lavoratori addetti sia essi di ruolo che con contratti a progetto e tempo determinato.
“Ove queste richieste non fossero accolte, e qualora permanesse lo stato di non ascolto da parte del Governo – hanno dichiarato i rappresentanti sindacali – non si escludono misure di mobilitazione del personale”.
Roma, 7 novembre 2007