Braccia incrociate e presidi nei territori, al centro vertenza rinnovo contratto settore socio sanitario assistenziale
Roma, 27 marzo – Straordinaria riuscita dello sciopero dei lavoratori delle strutture Anaste, ovvero l’Associazione nazionale che rappresenta le imprese private di assistenza residenziale agli anziani. Una giornata di astensione proclamata Fp Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Uil Fpl per denunciare, commenta la segretaria nazionale della Funzione Pubblica Cgil, Cecilia Taranto, “le proposte inaccettabili avanzate da Anaste al tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto nazionale applicato a circa 20 mila addetti del comparto socio sanitario assistenziale.
Decine di presidi in tutte le regioni interessate dalla presenza di strutture Anaste che hanno fatto registrate, fa sapere la Fp Cgil, “un’adesione allo sciopero media che è andata oltre il 70%, con punte dell’80% come in Piemonte, in Lombardia, in Veneto, in Toscana e in Emilia Romagna, dove in molte strutture l’adesione è stata totale: 100%. Molto bene anche l’andamento dello sciopero in regioni come le Marche e la Puglia. Il tutto nonostante l’ostruzionismo di molte strutture che in diversi casi si sono rifiutate di fare anche l’accordo sui servizi minimi essenziali, come prevede la legge”.
Al centro della protesta le proposte “inaccettabili” di Anaste per quanto riguarda, spiega Taranto: “L’aumento dell’orario di lavoro da 38 a 40 ore settimanali; la riduzione, fino all’azzeramento, dei permessi retribuiti; l’azzeramento del pagamento dei primi tre giorni di malattia, l’aumento medio lordo di 19 euro dopo 8 anni di mancato rinnovo del contratto”. Proposte ben lontane dalle richieste sindacali che, nella piattaforma unitaria, rivendicano “un aumento economico di 110 euro e l’adeguamento del sistema di classificazione, l’estensione delle tutele, a partire da malattia, maternità, formazione, il rafforzamento delle relazioni sindacali, al fine di valorizzare le professioni e dare il giusto riconoscimento al lavoro degli operatori tutti”.
Ma dopo la straordinaria giornata di oggi, “la mobilitazione continua – aggiunge la dirigente sindacale – con l’obiettivo di riaprire subito le trattative per il rinnovo di un contratto importante in un settore delicato come quello dell’assistenza agli anziani, in cui la qualità del lavoro e la professionalità dei lavoratori sono il primo presidio per la qualità del servizio e la tutela dei diritti degli utenti”. Già oggi, nel corso dei presidi, si sono tenuti in diverse regioni incontri tra i sindacati e assessori regionali interessati. “Il coinvolgimento delle istituzioni, a tutti i livelli, proseguirà – conclude Taranto – nei prossimi giorni, affinché la vertenza si sblocchi: in caso contrario chiederemo alle Istituzioni di intervenire perché associazioni che non garantiscono i diritti dei lavoratori, fanno profitti abbassando il costo del lavoro e peggiorando le condizioni materiali del lavoro, non siano più soggetti che partecipano a fornire un servizio pubblico così delicato”.