La Fp Cgil Taranto ricorda che lo scorso anno, con tutte le OO.SS. provinciali e la Rsu dell’Arsenale, convinse il Sindaco ed il Consiglio Comunale a investire nell’Arsenale, per il completamento del progetto della sua ristrutturazione (“Piano Brin”). 37 milioni di Euro, destinati per lo sviluppo del territorio jonico, furono quindi dirottati verso l’Arsenale, in seguito ad in accordo informale fra ministero difesa e sindaco Stefano. Tale scelta presupponeva come contropartite: – un piano di assunzioni di giovani maestranze in considerazione delle carenze del personale operaio e i 57 anni di età media dei lavoratoti, attualmente impiegati nello stabilimento; – l’apertura all’esterno della scuola di mestieri “allievi operai”; – un progetto “acciaio a km 0”, che prevedeva lo smantellamento delle unità navali, in disarmo, per recuperare e riciclare l’acciaio da inviare all’Ilva di Taranto (alle attività di smantellamento sarebbero state interessate anche le ditte locali). Di quanto sopra non si è realizzato niente, se non l’altisonante “investimento delle risorse per lo sviluppo jonico nell’arsenale” Alla recente interrogazione parlamentare dell’on. Duranti che, ricordando l’accordo informale dello scorso anno, premeva soprattutto per un piano di assunzioni – anche al fine di integrare linfa giovane, indispensabile al mantenimento ed al rilancio delle pesanti attività manutentive dell’arsenale – è stato risposto, in sostanza, che il problema delle carenze di personale operaio si sta risolvendo con l’ingresso di ex militari riformati per motivi di salute (nell’arsenale di Taranto ne sono transitati circa 70 in 14 mesi). La Fp Cgil Taranto non ci sta. A partire dal dissentire in merito alla logica in uso di impiegare gli ex militari nell’ultima regione in cui hanno prestato servizio. E non è comprensibile come sia possibile assegnare profili operai, che prevedono l’impiego a bordo di unità navali, a dipendenti “riformati per motivi di salute” che, dove non venissero declassati in amministrativi (portandone in sovrannumero la dotazione organica), sulle navi a lavorare non ci potranno andare. Forse andrebbe dato ascolto agli Stati Maggiori che ricevono continue sollecitazioni dai dirigenti di Enti/Comandi per le difficoltà lavorative che incontrano a causa della mancanza di adeguata manodopera, che non verrà risolta in alcun modo dal transito di militari “prescritti” nel ruolo civile. Mettiamo in guardia la Ministra Pinotti (qualora non dovesse essere intenzione di questo Governo) dal fatto che in questo modo si favorirà senza tema di smentita la privatizzazione degli Arsenali , come è scritto nel celebre “Libro Bianco”: “cessione di attività, strutture e personale ad imprese che si impegnano a lavorare per la difesa”. La Fp Cgil Taranto invita tutti i politici del territorio jonico a far sentire la propria voce e ad impegnarsi per far rispettare l’accordo che, per la città di Taranto, ha investito 37 mln di euro, a partire dal primo obiettivo di ottenere un nutrito numero di assunzioni per l’Arsenale, sbloccando il turn over, garantendo così le necessarie e moderne funzioni operaie che gli ex militari non potranno garantire.
Taranto, 27 marzo 2017
Mino Bellanova
Segretario Generale