L’8 giugno 2017 nella sala della Regina di Montecitorio la Covip ha presentato il rapporto sulla previdenza complementare relativo al 2016.
Il caso più eclatante è il dato dei fondi del pubblico impiego, infatti su una platea di circa 3.000.000 dipendenti, solo circa150.000 sono iscritti ai fondi pensione di categoria Espero per lascuola e Peseo Sirio ministeriali, enti locali, sanità e parastato.
Alla fine del 2016, gli iscritti alla previdenza complementare erano circa 7,8 milioni, in crescita del 7,6 % rispetto al 2015; mentre gli iscritti ai fondi negoziali sono aumentati del 7,4 %.
A fine 2016, le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari ammontano a 151,3 miliardi di euro, in aumentodel 7,8 % rispetto all’anno precedente e rappresentano il 9%del PIL ed il 3,6% delle attività finanziarie delle famiglie italiane.
L’allocazione degli investimenti effettuati dai fondi pensione è rimasta sostanzialmente stabile rispetto all’anno scorso. Prevalgono gli investimenti in titoli debito. Anche guardando gli investimenti nell’economia italiana, non si rilevano variazioni significative. L’investimento in attività domestiche ammonta a circa 35miliardi di euro (29,5%); la quota più consistente continua ad essere quella dei titoli di stato, pari a 31,1 miliardidi euro.
Nel 2016 i rendimenti, al netto dei costi e della fiscalità, sono statiin media positivi per tutte le tipologie di forma pensionistica e dicomparto.
I fondi pensione negoziali e i fondi aperti hanno reso in mediarispettivamente il 2,7% ed il 2,2%.
Per i PIP “nuovi” di ramo III, il rendimento medio è stato del 3,6%; le gestioni separate di ramo hanno reso il 2,1%. nello stesso periodoil TFR si è rivalutato, al netto delle tasse, dell’1,5%.
Alle differenze di rendimento tra le forme contribuiscono anche i diversi livelli di costo.
IPIP sono i prodotti più onerosi e si conferma, invece, la minore onerosità dei fondi pensione negoziali.
I fondi pensione e le casse professionali , considerati nel loroinsieme, investono in Italia circa 71 miliardi di euro. Oltre la metà delle risorse è formata da titoli di Stato, per un valore di 40,2miliardi di euro. La quota destinata al finanziamento delle imprese italiane rimane ancora esigua: 7,2 miliardi di euro, pari al 3,7 delle attività totali, di cui 3,4 miliardi in titoli di debito e3,8 miliardi in titoli di capitale.
La previdenza complementare può rafforzare il proprio ruolo, svolgendo in modo ancora più significativo di oggi una funzione di supporto
al sistema previdenziale di base. La misura sperimentale introdotta dalla legge di bilancio 2017, la cosiddetta RITA, già consente diutilizzare anticipatamente le risorse accumulare nel fondo pensione per gestire la transizione tra la vita attiva e l’accesso al pensionamento di base.
Diversamente dalla previdenza complementare, il settore della sanità integrativa,seppur già largamente sviluppato (operano sul mercato oltre 500fondi) non risulta tuttora adeguatamente regolato né efficacemente vigilato.
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http://www.covip.it/wp-content/uploads/Relazione-Presidente-2016.pdf