Tra gli anni ’60 e ’70 si costruiva lo scheletro di una trasformazione che avrebbe portato l’INPS a divenire organizzazione moderna e di avanguardia, grazie soprattutto all’opera lungimirante di creazione di quel sistema di informatizzazione guidato da Gianni Billia, che ha poi condotto negli anni ’80 l’Istituto a rivestire ruolo di apripista persino nello scenario europeo.
La situazione attuale sembra lontana anni luce rispetto ad allora: procedure informatiche ogni giorno fortemente rallentate, se non bloccate del tutto, che impediscono di dare risposte puntuali agli utenti, sempre più esasperati, e comportano pesanti ricadute negative su produttività e qualità.
In una realtà virtuosa, l’informatizzazione di un processo lavorativo, nasce dalle esigenze registrate, si avvale di processi di analisi degli obiettivi che si vogliono raggiungere, si arricchisce con una pianificazione basata sulle risorse disponibili e sulla valutazione dell’esistente. L’applicazione informatica deve essere qualcosa che semplifica il lavoro, lo velocizza, e ne riduce gli errori che potrebbe essere generati da un processo manuale, non può e non deve essere un generatore di complicazioni e rallentamenti. La situazione attuale lascia invece pensare ad un palese fallimento di molte delle strategie strutturali, adottate fino ad oggi dall’Amministrazione.
Per questo, al di là degli scenari futuribili/fantascientifici disegnati nel modello di servizio presentatoci qualche mese fa, che ipotizzano l’utilizzo di intelligenza artificiale e di flussi informativi sempre più interconnessi per aumentare i tempi di velocità di risposta agli utenti, i dipendenti dell’Istituto meritano di sapere quali misure di governance si stiano adottando per risolvere subito questi malfunzionamenti crescenti. Crediamo poi sia necessario conoscere quali siano i progetti futuri per adeguare e reingegnerizzare il patrimonio informatico dell’Istituto, superando le criticità e svincolandosi dalle dipendenze di fatto dalle società erogatrici dei servizi di gestione e di sviluppo.
Strettamente connesso a questo, è la rivitalizzazione del ruolo del personale informatico interno. Un primo segnale è certamente dato dallo scorrimento delle graduatorie del concorso informatico. Così come abbiamo accolto con soddisfazione il recepimento da parte dell’Amministrazione del nostro deciso invito a procedere alla emanazione, in data 17 ottobre, del bando di selezione per il conseguimento dell’Idoneità a ricoprire la posizione organizzativa di Capo Progetto.
Tuttavia, quel che ancora manca è un’organica e chiara definizione delle funzioni, dei ruoli e delle responsabilità, che tengano conto delle esigenze gestionali, dell’apporto e dell’impegno di ciascuno dei funzionari presenti nell’Istituto – tanto a Roma quanto nelle sedi territoriali – al raggiungimento degli obiettivi, e al tempo stesso favoriscano la crescita professionale.
In definitiva, quel che serve all’Istituto è la necessità di una scelta coraggiosa: riprendere subito il governo dell’informatica, che da troppo tempo sembra congelata in provvedimenti burocratici, gestione delle emergenze e delega in bianco ad un outsourcing che da risorsa si è trasformata in criticità.
Roma, 14 novembre 2017
Il Coordinatore Nazionale
FP CGIL INPS
Matteo Ariano