La vicenda dei piani di rientro delle regioni inadempienti si arricchisce di ora in ora di salvifiche soluzioni: l’ultima è quella del commissariamento.
Operazione profondamente sbagliata, che non porterà sicuramente a soluzione il ripianamento del debito ma che si tradurrà in un taglio dei salari dei lavoratori della sanità mettendo in discussione lo stesso contratto nazionale di lavoro, nel blocco delle procedure di stabilizzazione dei precari con la messa a rischio dei servizi; senza dimenticare che alla fine saranno i cittadini, certamente non sospettabili di essere la causa del debito, a doversi sobbarcare il costo del ripianamento.
Con un paradosso che suona come una beffa: a pagare il Commissario saranno le stesse regioni!
Ben altro dovrebbe essere il percorso. Quello individuato dall’accordo sottoscritto dalla ministra Turco lo scorso luglio con CGIL CISL UIL e che passa per una verifica delle spese, individuando ed eliminando gli sprechi, in una logica di concertazione tra le parti sociali.
11 ottobre 2007