Ministero Difesa: Arsenale di Taranto, impegni disattesi dal Governo – Nota Fp Cgil Taranto

14 Aprile 2017

Arsenale di Taranto: impegni disattesi dal Governo – Nota Fp Cgil Taranto

La Fp Cgil Taranto ricorda che lo scorso anno, con tutte le OO.SS.
provinciali e la Rsu dell’Arsenale, convinse il Sindaco ed il Consiglio
Comunale a investire nell’Arsenale, per il completamento del progetto della sua
ristrutturazione (“Piano Brin”).

37 milioni di Euro, destinati
per lo sviluppo del territorio jonico, furono quindi dirottati verso
l’Arsenale, in seguito ad in accordo informale fra ministero difesa e sindaco
Stefano.

Tale scelta presupponeva come
contropartite:


un piano di assunzioni di giovani maestranze in considerazione delle carenze
del personale operaio e i 57 anni di età media dei lavoratoti, attualmente
impiegati nello stabilimento;


l’apertura all’esterno della scuola di mestieri “allievi operai”;

– un progetto “acciaio a
km 0”, che prevedeva lo smantellamento delle unità navali, in disarmo, per
recuperare e riciclare l’acciaio da inviare all’Ilva di Taranto (alle attività
di smantellamento sarebbero state interessate anche le ditte locali).

 

Di quanto sopra non si è
realizzato niente, se non
l’altisonante “investimento delle risorse per lo sviluppo jonico nell’arsenale”
Alla recente interrogazione parlamentare dell’on. Duranti che, ricordando
l’accordo informale dello scorso anno, premeva soprattutto per un piano di
assunzioni – anche al fine di integrare linfa giovane, indispensabile al
mantenimento ed al rilancio delle pesanti attività manutentive dell’arsenale –
è stato risposto, in sostanza, che il problema delle carenze di personale
operaio si sta risolvendo con l’ingresso di ex militari riformati per motivi di
salute (nell’arsenale di Taranto ne sono transitati circa 70 in 14 mesi).

La Fp Cgil Taranto non ci sta.

A partire dal dissentire in
merito alla logica in uso di impiegare gli ex militari nell’ultima regione in
cui hanno prestato servizio.

E non è comprensibile come sia
possibile assegnare profili operai, che prevedono l’impiego a bordo di unità
navali, a dipendenti “riformati per motivi di salute” che, dove non
venissero declassati in amministrativi (portandone in sovrannumero la dotazione
organica), sulle navi a lavorare non ci potranno andare.

Forse andrebbe dato ascolto
agli Stati Maggiori che ricevono continue sollecitazioni dai dirigenti di
Enti/Comandi per le difficoltà lavorative che incontrano a causa della mancanza
di adeguata manodopera, che non verrà risolta in alcun modo dal transito di
militari “prescritti” nel ruolo civile. Mettiamo in guardia la Ministra Pinotti
(qualora non dovesse essere intenzione di questo Governo) dal fatto che in
questo modo si favorirà senza tema di smentita la privatizzazione degli
Arsenali , come è scritto nel celebre “Libro Bianco”: “cessione di
attività, strutture e personale ad imprese che si impegnano a lavorare per la
difesa”. La Fp Cgil Taranto invita tutti i politici del territorio
jonico a far sentire la propria voce e ad impegnarsi per far rispettare
l’accordo che, per la città di Taranto, ha investito 37 mln di euro, a partire
dal primo obiettivo di ottenere un nutrito numero di assunzioni per l’Arsenale,
sbloccando il turn over, garantendo così le necessarie e moderne funzioni
operaie che gli ex militari non potranno garantire.

Taranto, 27 marzo 2017

 

Mino Bellanova
Segretario Generale

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