La FPCGIL esprime grande
preoccupazione per l’attuazione della riforma.
In più occasioni abbiamo pubblicamente manifestato la nostra
preoccupazione per come si sta procedendo all’attuazione della riforma del
Ministero della Giustizia, con particolare riferimento al Nuovo Dipartimento
per la Giustizia Minorile e di Comunità. I nostri dubbi non riguardano il
merito della riforma, a partire dalla creazione di un Dipartimento che dovrebbe
rilanciare le misure alternative e l’esecuzione penale esterna ma, come abbiamo
affermato a Rebibbia il 4 Ottobre scorso, pensiamo che vada colmata la distanza
tra affermazioni politiche e la concreta attuazione di scelte coerenti e
adeguate. Si sta procedendo confusamente e senza un progetto preciso, che
dovrebbe avere al centro l’adeguamento degli organici alla nuova ‘mission’del
Dipartimento. Anche sulla nuova organizzazione degli uffici non vi è chiarezza
e non è dato intendere, a titolo di esempio, quale dovrebbe essere il ruolo
della polizia penitenziaria negli UEPE.
Recentemente, nel corso di un incontro
con le rappresentanze della Polizia Penitenziaria, le dichiarazioni della parte
pubblica non ci hanno affatto rassicurato e, anzi, hanno reso ancor più fondati
i dubbi espressi su un’operazione che, fatta in questo modo, non potrà che
generare commistioni tra i ruoli che invece, rappresentando mandati
istituzionali completamenti diversi, devono rimanere separati. Vi è
l’impressione che non ci sia ancora la volontà precisa di fare investimenti sul
personale, necessari a supportare l’attività del Nuovo Dipartimento e le
recenti modifiche normative. Dei 10 milioni annunciati dal Ministro Orlando e
dal Capo del DGMC Dott. Cascini, non vi è ancora traccia e la sensazione forte
è che, non avendo attivato nuove risorse, si attui una riorganizzazione confusa
e disordinata del personale, a prescindere dalla professionalità e dal mandato
istituzionale. La preoccupazione sul futuro di una riforma che avrebbe dovuto
modernizzare il nostro sistema della esecuzione penale e delle misure
alternative è – pertanto – grande e come Funzione Pubblica CGIL, pur
condividendo della riforma stessa obiettivi e valori di riferimento,
continuiamo a chiedere l’adozione di scelte coerenti e di investimenti
adeguati.
Se non sarà così non potremo che
constatarne il fallimento e procedere con azioni a tutela dei lavoratori.
Roma, 2 Novembre 2016