Miur: Comunicato su riunione 15 settembre – Sottoscritto il FUA 2015 – progressioni economiche e situazione degli uffici periferici

16 Settembre 2016

 
RIUNIONE DEL 15 SETTEMBRE: SOTTOSCRITTO IL FUA 2015 -PROGRESSIONI ECONOMICHE TRA RILIEVI DEGLI ORGANI DI CONTROLLO E INCERTEZZA SUL RISPETTO DEI TEMPI DI CONCLUSIONE

Roma,16 settembre 2016

Si è svolto
ieri un incontro di contrattazione nazionale al MIUR con all’odg la
sottoscrizione definitiva del FUA 2015 e una informativa sullo stato dell’arte
delle progressioni economiche.

 

SUL FUA 2015:

Abbiamo
sottoscritto definitivamente l’accordo e abbiamo chiesto l’immediato avvio
delle contrattazione nei vari Uffici al fine di consentire il pagamento delle
somme dovute entro l’anno, in considerazione dei tempi ristretti rispetto alla
scadenza dell’esercizio finanziario. Pertanto sin dai prossimi giorni vi
invitiamo a sollecitare le controparti sul territorio al fine di attivare con
tempestività le contrattazioni e definire gli accordi conseguenti. A noi questo
consente di avviare invece da subito il confronto sul FUA 2016, ovvero sulle
risorse diponibili al netto dell’impegno economico profuso per le progressioni.

 

SULLE
PROGRESSIONI ECONOMICHE
:

L’accordo sulle progressioni ha subito
un vero e proprio fuoco di fila di rilievi da parte dei vari organi di
controllo. Molti dei quali talmente discutibili da apparire in tutto e per
tutto pretestuosi. Ma alcuni di questi sono entrati nel cuore dell’accordo
pretendendone modifiche pesanti. Appaiono ridicole le osservazioni sulla
necessità di inserire l’impegno economico nella tabella FUA e quindi farlo
precedere da un accordo complessivo sull’impegno FUA e l’inserimento della
clausola, già presente nel CCNL, che prevede la permanenza minima di due anni
nella fascia economica per la quale si intende concorrere. Mentre appaiono
pesanti le osservazioni che prevedono l’obbligo di inserimento nei conteggi
economici a carico del FUA dell’indennità di vacanza contrattuale erogata negli
anni scorsi all’inizio del blocco contrattuale e l’obbligo di depennare
dall’accordo la clausola che prevede la possibilità di rideterminare i
contingenti dei destinatari delle progressioni nell’eventualità in cui tutti i
posti previsti non venissero coperti dal processo principale. Ovvero il
riutilizzo delle economie nell’ambito dello stesso accordo. Nel caso
dell’indennità di vacanza contrattuale si crea un pericoloso precedente che
tende a far gravare sul FUA una quota che è stata erogata in base alla legge e
nella legge stessa trova copertura economica, nell’altro caso si sterilizzano
gli effetti di una norma contrattuale concordata sul tavolo nazionale. Il fatto
curioso è che l’Amministrazione ha aderito ai rilievi mossi con una nota del 13
settembre, ovvero prima e senza discutere con le parti contraenti la modifica
dell’accordo. Non abbiamo mancato di farlo notare, purtroppo unica voce sul
tavolo: in questo modo si mortifica tutto il processo di contrattazione e lo si
assoggetta ad atti unilaterali a seguito di diktat esterni. E veniamo ai tempi,
che si sono fatti veramente strettini:gli organi di controllo non hanno mancato
di sottolineare che il processo si debba concludere necessariamente entro il 31
dicembre prossimo e il DG Greco ci ha comunicato che siamo al limite dei tempi
utili e che, se non dovesse arrivare nei prossimi giorni alla certificazione
dell’accordo, sarà del tutto improbabile riuscire a concludere entro l’anno. Su
questo punto dobbiamo essere chiari: pur non essendo sottoscrittori di un
accordo che riteniamo profondamente sbagliato e peraltro gli sviluppi
successivi, come sopra descritti, non fanno altro che confermare questa nostra
posizione, restiamo convinti che un accordo che raggiunge le adesioni della
maggioranza del tavolo e quindi è perfettamente in grado di esplicare i suoi
effetti, debba essere applicato. Inoltre riteniamo che la previsione di forzata
conclusione entro l’anno sia una posizione unilaterale, illegittima e fuori dal
contesto normativo e contrattuale. E pertanto non saremo certo felici se tale
previsione non si dovesse avverare, perché introdurrebbe nel già squassato
sistema di relazioni sindacali anche la mancata certezza dell’applicazione di
accordi regolarmente sottoscritti, ovvero uno dei fondamenti dell’azione
sindacale. Di conseguenza nessun “gufaggio”: non è nel nostro stile e
nel caso del MIUR tuttalpiù esprimiamo profonda tristezza per questo
decadimento delle relazioni tra le parti che non fa altro che indebolire la
forza del sindacato. Ma certo siamo preoccupati: ci chiediamo ad esempio quali
garanzie di controllo avranno i lavoratori coinvolti in un processo i cui tempi
di realizzazione saranno minimi a fronte delle migliaia di istanze prevedibili.
Insomma un pasticcio vero e proprio e un tour de force annunciato, anche perché
l’Amministrazione ci sta mettendo molto impegno in questa procedura. Lo stesso
impegno che vorremmo vedere in altre delicatissime partite che riguardano i
lavoratori e le loro condizioni di lavoro e che invece la vede praticamente
assente.

 

LO SFASCIO DEGLI UFFICI PERIFERICI: 

in allegato a questo comunicato troverete documenti provenienti da
alcuni territori che interpretano il vero e proprio dramma che si sta vivendo
in tutti gli Uffici periferici, in questi giorni ancora impegnati in un lavoro
faticosissimo e alle prese con una utenza inferocita dai noti e gravi problemi
connessi all’avvio di questo anno scolastico. Una protesta ignorata
dall’opinione pubblica, perché nascosta dai media, e coperta dalla sublime
indifferenza da parte dei vertici politici del Ministero. Così i nostri
lavoratori operano con la costante presenza delle forze dell’ordine, in
condizioni rese ancora più difficili dalla inarrestabile emorragia negli
organici. In tutto questo non si ha notizia nemmeno di una nota di
ringraziamento del Ministro per l’impegno profuso e certamente non saranno in
grado di retribuire se non una minima parte dello straordinario effettuato in
questi periodi. Una vicenda kafkiana sta ad esempio colpendo l’USR del Lazio,
costretto dalle logiche della spending review a trasferirsi di sede in una zona
periferica di Roma, priva di servizi pubblici adeguati. In sostanza un Ufficio
le cui dimensioni di utenza sono tra le più ampie d’Italia viene spostato di
imperio in una zona ed in una struttura priva dei requisiti essenziali per
poter svolgere attivamente il proprio front office e a nulla sono valse le
numerose prese di posizione unitarie con i Sindacati della Scuola. Il muro
burocratico innalzato viene giustificato dalle competenze che la legge assegna
alle ex Province in materia e non c’è allo stato nessun impegno concreto del
MIUR a trovare una soluzione adatta per i suoi dipendenti a vario titolo
coinvolti. Questo, insieme a tutto il resto, dimostra la necessità di
riprendere la più presto le iniziative di mobilitazione e questo proporremo nei
prossimi giorni ai nostri colleghi di CISL e UIL la riapertura di un percorso
che a questo punto non escluda nessuna opzione, compresa quello dello sciopero.
E partiremo con una proposta di nota al Ministro che lo richiami alle proprie
responsabilità sulla base della necessità di riaprire al più presto i processi
occupazionali dall’esterno e di trovare risorse per retribuire il dovuto ai
lavoratori. L’assegnazione del personale in mobilità da Province e Croce Rossa
ha prodotto un effetto irrisorio nei numeri e un prolungato e drammatico blocco
delle facoltà assunzionali, blocco peraltro ancora non concluso in quanto alle
prese con le code di quel processo. Ci si chiede, in tale contesto, perché non
si provvede ad inoltrare una richiesta di riapertura in deroga delle
assunzioni, come peraltro ci risulta stiano facendo altre Amministrazioni:
Questo consentirebbe l’immediato utilizzo del budget assunzionale previsto per
il riempimento dei part time e l’assunzione degli idonei esterni, le cui
graduatorie, in assenza di ragionevoli previsioni normative di rinvio, scadono
il 31 dicembre prossimo. Ci si chiede perché non si avvia una azione tesa a
definire in modo programmatico un processo assunzionale svincolato dal blocco
del turn over, blocco che, considerata l’età media dei lavoratori, ormai è
esiziale ai fini della stessa sopravvivenza del servizio. Ci si chiede perché
non si reperiscono risorse sul lavoro straordinario utili a retribuire
prestazioni richieste e imposte ai lavoratori, anche a fronte di un deperimento
del FUA che, a seguito della perdita delle risorse impegnate nelle progressioni
economiche, quest’anno produrrà un salario accessorio dimezzato.
Come potete
constatare i motivi per arrivare ad incrociare le braccia non mancano di certo.

Claudio Meloni
Coordinamento Nazionale FP CGIL MIUR

 

Uffici periferici – comunicati dai territori
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