Ministero Difesa – Lettera Fp Cgil – Uil Pa al Ministro Roberta Pinotti

04 Agosto 2016

Lettera Fp Cgil – Uil Pa al Ministro Roberta Pinotti

Roma, 4 Agosto 2016

 

 


Al Ministro della Difesa

sen. Roberta Pinotti

 
   S e d e

 

           

Egregia
Ministra,

 

         
certo rammenterà i contenuti degli argomenti discussi
nell’incontro avuto con i responsabili nazionali delle scriventi organizzazioni
sindacali confederali nel Suo ufficio lo scorso 14 Dicembre,
apprezzabilmente convocato solo poche ore prima della manifestazione dei
lavoratori civili della difesa indetta da Fp Cgil – Cisl Fp e Uil Pa per
protestare contro l’immobilismo reso manifesto dall’inerzia del vertice
politico di codesto dicastero, in relazione alla sollecitata soluzione di
talune importanti questioni che permanevano irrisolte ormai da troppi anni.

 

          
 Una riunione che non esitammo a definire soddisfacente,
perché ci permise di riconoscerle il merito di aver saputo mettere ordine alle
questioni ritenute di maggiore rilevanza dai lavoratori interessati, recependo
appieno le nostre richieste e offrendo ai nostri rappresentati quelle risposte
tangibili ai problemi sollevati che poi, nelle ore immediatamente successive,
ebbe anche modo di confermare per iscritto, facendoci pervenire una nota
ufficiale di impegno che ne riassumeva perfettamente i contenuti (allegata alla
presente).

 

          
Eppure a tutt’oggi, ovvero a distanza di ben 8 mesi da
allora, di quei sei obiettivi sui quali Lei a suo tempo si era
formalmente impegnata con le scriventi rappresentanze, due soli – seppure
importanti – sono stati quelli poi effettivamente portati a compimento, sebbene
con notevole ritardo:

a) Il Protocollo d’intesa
sulle funzioni del personale civile della difesa;

b) Le progressioni
economiche all’interno delle aree funzionali della difesa, che peraltro abbiamo
appena terminato di definire nell’ambito del confronto avviato con la direzione
generale del personale civile – non senza difficoltà e colpevole ritardo – con
l’accordo F.U.A. 2016 sottoscritto ieri mattina.

 

          
Un po’ poco, non crede? In effetti:

 

          
Non abbiamo ancora contezza della quota parte dei risparmi
derivanti dalla progressiva riduzione del personale civile – accertata secondo
quanto previsto dall’articolo 4, comma 1, lettera d) della legge 31 dicembre
2012 n. 244 – destinata ad alimentare i fondi per la retribuzione della
produttività del citato personale, che doveva essere “aumentata nella misura
dal 4% al 10%, e anticipata la disponibilità a decorrere dal 2016”;

          
Non ci è ancora dato di conoscere quando verrà trasmessa
dal Dipartimento della Funzione Pubblica – ammesso che sia ancora lì, ovvero
che non sia magari trattenuta da qualche altra parte, considerato il notevole
lasso di tempo fin qui trascorso – la ormai tristemente famosa “tabella di
equiparazione tra gradi militari e qualifiche funzionali civili”, visti anche i
numerosi transiti dei militari disposti peraltro ormai troppo spesso senza
alcuna reale congiunzione tra i titoli in possesso e le esperienze pregresse
maturate;

 

          

 

          
Non ci è dato di sapere se sono stati compiuti i necessari
approfondimenti per adottare ogni praticabile iniziativa – leggi attuazione
norma – atta a sviluppare una soluzione che consenta almeno nel prossimo anno
l’attuazione delle “progressioni tra le aree funzionali, con particolare
riferimento al transito del personale della 1^ alla 2^ area con modalità
progressive”, ingiustamente penalizzato;

          

          
Non ci è stata ancora accordata la sessione informativa
riferita al “Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa”,
malgrado queste OO.SS. abbiano ormai da molto, troppo tempo fatto pervenire al
Gabinetto le proposte avanzate da esaminare al tavolo di confronto da Lei garantito.

          

          
Se, poi, ai temi non risolti e appena menzionati
aggiungiamo anche:

          

          
Il mancato avvio del tavolo di confronto
sull’omogenizzazione dei trattamenti economici di cui Lei stessa si fece
carico, sulla proposta di risoluzione della quale – invero molto attesa da
tutto il personale civile della difesa – ci risulta Le siano state da
tempo prospettate diverse praticabili soluzioni peraltro già discusse con le
OO.SS. del personale;

 

         
Il mancato avvio del tavolo di confronto richiesto e
accordato alle scriventi OO.SS. – con tanto di delega scritta conferita alla
direzione generale di Persociv dal Gabinetto su ordine del Sottosegretario,
tuttora disattesa dall’A.D. – sulla delicatissima questione afferente i
“Benefici pensionistici derivanti da supervalutazione di periodi di servizio in
lavori insalubri, polverifici, e imbarchi”, sulla quale abbiamo già avanzato
proposte di soluzione, che rischia di arrecare danni rilevantissimi soprattutto
nei confronti di quei lavoratori che erano ormai prossimi alla pensione e che
ora, per effetto dell’applicazione delle ultime circolari diramate da Persociv,
rischiano di permanere in attività di servizio per almeno i prossimi 4 anni;

 

          
L’oggettiva difficoltà di interloquire in termini adeguati
e di merito con la direzione generale del personale civile dell’amministrazione
della difesa sui temi rimessi alla responsabilità di quel tavolo, anche con
riferimento ad una discutibile e talvolta irrazionale modalità di relazione
imposta alle parti sulla quale le scriventi molto altro avrebbero da
aggiungere;

 

             
La colpevole
sottovalutazione del problema afferente l’attuale modalità di convocazione
delle riunioni tenute a livello territoriale, più volte rappresentata e sulla
quale il vertice politico di codesto dicastero si era da tempo impegnato ad
attivare il confronto. Di seguito alla disdetta unilaterale dell’A.D. di una
parte del C.C.N.I. Difesa, tali riunioni possono essere convocate solo “al di fuori dell’orario di lavoro”.
I quasi due anni di applicazione di tale procedura hanno però evidenziato tutti
i limiti di tale procedura, sia sotto il profilo dell’economicità che sotto
quello della sicurezza. Mentre, infatti, le parti sociali partecipano alle
riunioni convocate dall’amministrazione facendo spesso ricorso al proprio tempo
libero, o ai permessi personali, le delegazioni di parte pubblica partecipano
di norma con un numero rilevante di rappresentanti, tutti in regime di lavoro
straordinario. Permangono, inoltre, molti dubbi sull’opportunità di far
permanere fino a tarda sera le delegazioni sindacali in sedimi militari
soggetti a particolare regime di “allerta”
senza che siano mai state date garanzie certe ai partecipanti sotto il profilo
della sicurezza;

 

          

 

         
Le ampie e diverse difficoltà incontrate nella corretta
applicazione, da parte degli Enti coinvolti e dell’A.D., del “Sistema di
misurazione e valutazione della performance individuale”, i cui guasti con ogni
probabilità finiranno per produrre pesanti ed ingiustificabili ripercussioni
sulle carriere e sui trattamenti economici della stragrande maggioranza dei
lavoratori civili della difesa,  per
effetto di una serie di problematiche e variabili negative puntualmente
riscontrate ed evidenziate dalle scriventi OO.SS. anche al vertice politico di
codesto dicastero, invero senza ottenere alcuna reale attenzione, 

 

          
 il quadro sconfortante appena delineato diviene purtroppo
completo.

 

          
 Siamo fermamene convinti che non sfuggirà alla
Sua attenzione il senso del grave vulnus provocato al sistema delle
relazioni sindacali e, soprattutto, il danno arrecato alla credibilità stessa
dell’istituzione da Lei rappresentata, ormai percepita dai
lavoratori  come distante ed
inaffidabile, sorda ai richiami e alle istanze consegnate dalle rappresentanze
sindacali al tavolo di confronto, proprio – e purtroppo ancora una volta – in
ragione del mancato raggiungimento di quegli importanti impegni sui quali Lei
si era formalmente impegnata a dare soluzione lo scorso mese di Dicembre.

 

          
Per quanto ci riguarda, considerata la delicatezza e
l’importanza delle questioni trattate, riteniamo opportuno informarLa
che se dovessero continuare a protrarsi il disimpegno e l’inerzia fin qui
registrati sui temi poc’anzi richiamati anche alla ripresa ufficiale dei lavori
prevista per il prossimo mese di Settembre, ovvero non venissero
tempestivamente risolte molte delle questioni avanzate, e fissati i necessari
tavoli di confronto per le rimanenti altre, le scriventi organizzazioni
sindacali confederali si riterranno libere di riprendere con maggior forza e
determinazione la mobilitazione nazionale dei lavoratori civili della difesa a
suo tempo sospesa.

          

          
Restiamo in attesa di cortese cenno di riscontro.

          
    

           Con viva cordialità

 

           
            
           FP CGIL                               UIL
PA

             
        Francesco Quinti                    Sandro Colombi             

 
 
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