La Corte costituzionale cambiando
il precedente orientamento, ha respinto le varie questioni di costituzionalità
relative al contributo (che scade nel dicembre 2016), sulle pensioni di importo
più elevato. Infatti non ha ravvisato la natura tributaria e ha ritenuto che si
tratta di un contributo di solidarietà interno al circuito
previdenziale, giustificato il tutto in via eccezionale, con la crisi
contingente e grave del sistema.
La Corte ha anche ritenuto
che tale contributo rispetti il principio di progressività e, pur comportando
innegabilmente un sacrificio sui pensionati colpiti, sia comunque sostenibile
in quanto applicato solo sulle pensioni più elevate, da 14 a oltre 30 volte
superiori alle pensioni minime.
Questa decisione oltre a
confermare una misura di contenimento della spesa previdenziale assunta dal
governo Letta, contiene le premesse di una sua proroga che può essere richiesta
invocando il prolungarsi della grave crisi economica.
Non solo, poiché la Corte ha
riconosciuto la legittimità del prelievo perché utilizzato all’interno del
sistema pensionistico, si potrebbero ridurre tutte le pensioni in atto, non
solo quelle cosiddette “d’oro”, ma quelle medio alte e cioè dai 3000 euro in
su; sempre per la riduzione della spesa previdenziale, lasciando in questo modo
irrisolti i problemi sul tappeto come per esempio la flessibilità in uscita o
la riduzione dell’onerosità delle ricongiunzioni.