Nei giorni scorsi abbiamo inviato una richiesta d’incontro
all’Amministrazione, evidenziando che i bandi
relativi alle procedure per gli sviluppi economici all’interno
delle aree sono discordanti dall’accordo
sottoscritto . In particolare abbiamo evidenziato che
la disposizione contenuta nell’art.6 del bando ( il
dipendente che non effettui, per qualunque motivo, l’esame
finale è escluso dalla procedura) non
è
contemplata, né disciplinata dall’accordo. Per essere
chiari, riteniamo che sia illegittimo escludere dalla
graduatoria un lavoratore che per motivi personali o
di salute, non può partecipare alla prova finale.
Altro punto del bando che abbiamo chiesto di rivedere,
in quanto non previsto dall’accordo, è l’istituzione
di una commissione che avrà il compito di definire i criteri
per l’assegnazione di ulteriori 18 punti oltre i 12
della formazione garantiti a tutti i lavoratori.
Infatti, il termine “criteri” fa supporre che le domande
non
abbiano tutte lo stesso peso e che potrebbero essere
assegnati alle singole risposte punteggi differenti:
sarebbe una palese e ingiustificata violazione dell”accordo
sottoscritto.
Tutti i lavoratori sanno che i bandi o le circolari
esplicative devono rispettare pedissequamente gli accordi:
non sono ammessi atti unilaterali o libere
interpretazioni. Pertanto suscita sconcerto che un’organizzazione
sindacale non comprenda tale principio, su cui si
basano le corrette relazioni sindacali: chiedere il rispetto
degli accordi firmati è il minimo che un sindacato
serio debba fare. Se poi il
coordinamento UIL PA del
MEF confonde l’accordo con il bando è un problema suo,
è dimostrazione di scarsa conoscenza del
significato delle parole.
Lo abbiamo scritto nei nostri precedenti comunicati,
ma riteniamo utile ribadire che la motivazione
principale che ci ha portato a sottoscrivere l’accordo
riguarda esclusivamente il fatto che:
1) dal 1 gennaio 2016, 6.390 lavoratori, circa il 65%
del personale, passeranno di fascia economica.
2) dal 1 gennaio 2017 passeranno i restanti 3. 588,
circa 35% .
Per quanto riguarda la “famigerata” formazione,
ricordiamo che 12 punti verranno assegnati a tutti i
lavoratori che seguiranno il percorso formativo, gli
altri 18 secondo il numero di risposte esatte. Questo
significa che nel caso un lavoratore sbagliasse tutte
le risposte, il suo punteggio finale sarà dato
esclusivamente dalla
somma dell’esperienza maturata ( max 30 punti), dal titolo di studio( max 30 ),
e dai
12 punti della formazione. Forse il coordinatore di
UIL PA del MEF non ha letto con attenzione l’accordo,
altrimenti avrebbe compreso che il blocco delle 15
risposte esatte per essere ammessi alla graduatoria
finale, come proposto inizialmente dall’Amministrazione
che avrebbe, in questo caso si, trasformato la
formazione in un concorso, non è previsto nell’accordo
finale. Il lavoratore ha la libertà di sbagliare tutte
le risposte, senza per questo essere penalizzato nel
punteggio ed escluso dalla progressione economica.
Ricordiamo altresì che la formazione con esame finale
è il terzo criterio previsto dal CCNL . E’ ovvio che
per essere utilizzato deve essere omogeneo: non
possono essere utili per le progressioni economiche i
moduli formativi svolti nel corso dell’ anno con
diversi gradi di complessità, di durata e di valutazione da
parte delle varie commissioni esaminatrici. Questo
tipo di formazione determinerebbe delle discriminazioni
inaccettabili, in quanto non ne garantirebbe l’oggettività
, fondamentale per assicurare pari opportunità a
tutti i lavoratori.
Abbiamo già scritto nei nostri precedenti comunicati
che l’alternativa alla formazione sarebbe la
valutazione del dirigente: infatti gli organi di
controllo ( IGOP e Dipartimento della Funzione Pubblica)
stanno imponendo a tutte le Pubbliche Amministrazioni
l’ applicazione di criteri selettivi . Basterebbe
uscire dal cortile di via XX Settembre per capire cosa
sta avvenendo nelle altre pubbliche Amministrazione e
le difficoltà che tutte le OO.SS stanno incontrando nel
chiudere gli accordi, se si vuole avere una visione
confederale del problema.
Roma 1 giugno 2016
CGIL FP Nazionale
Luciano Boldorini