Roma 30 maggio 2016
Si è svolto il
26 maggio u.s. il previsto incontro sulla mobilità del personale presieduto dal
direttore generale del personale, Pietro Buffa.
In premessa alla
discussione di cui all’ordine del giorno sono state consegnate alle OO.SS.,
come richiesto
nell’incontro precedente del 17 maggio, le tabelle contenenti le proiezioni
dei
pensionamenti per raggiunti limiti di età del personale distinto per qualifiche
e la
distribuzione
delle dotazioni organiche di tutti i profili nell’ambito di ciascun
provveditorato
(ne pubblichiamo
copia). Tale adempimento, così come da sempre richiesto dalle scriventi OO.SS, risulta
essenziale e primario per consentire le assunzioni dei vincitori dei concorsi,
le
cui graduatorie
sono attualmente in vigore, nonché la pubblicazione di ulteriori bandi per
nuove assunzioni
nei profili il cui organico è evidentemente carente.
L’incontro ha
avuto carattere prettamente interlocutorio e numerose sono state le
perplessità
manifestate da CGIL CISL e UIL, considerando che l’informativa inoltrata alle OO.SS rappresentava i diversi aspetti e le varie specificità anche normative che
connotano
la mobilità del
personale.
Il dott. Buffa
ha proposto, quindi, di incentrare al momento la discussione su tre aspetti,
dei
quali i primi
due, per CGIL CISL e UIL, dirimenti ai fini del proseguo del confronto sulla
mobilità del
personale:
la definizione della stabilizzazione del
personale distaccato con particolare
riferimento ai
75 lavoratori distaccati che non risultano stabilizzabili in ambito
regionale;
la mobilità del personale dei PRAP e delle
sedi soppresse;
la opportunità, laddove fosse necessario, di
aggiornare il vigente accordo sulla
mobilità
sottoscritto nel 2009 e successivamente rivisitato nel 2010 e 2013;
Gli altri
aspetti sarebbero stati oggetto di confronto dialettico nelle successive
riunioni di
volta in volta
calendarizzate, considerata la delicatezza e la complessità della materia.
Tuttavia,
rispetto all’idea dell’Amministrazione di impiegare criteri più rigidi per la
mobilità,
CGIL, CISL e UIL hanno ribattuto che tale ulteriore rigidità comprimerà
ingiustamente
diritti costituzionalmente garantiti invece, con il giusto grado di
flessibilità
nella valutazione, si può abbandonare la logica di gestione del personale
meramente numerica e adottare quella basata sulle esigenze degli
individui, che
invecchiano,
hanno figli, hanno problemi di salute propri o dei propri cari.
CGIL CISL e UIL,
nel loro intervento, hanno convenuto sulla proposta metodologica della
parte pubblica
e, proprio perché dirimente ai fini della discussione nel suo complesso,
hanno
evidenziato la necessità impellente di definire il processo di stabilizzazione
finalizzato alla
assegnazione definitiva della sede richiesta dai 75 lavoratori in ambito
regionale all’esito
della definizione delle piante organiche delle strutture territoriali (tale
definizione sarà
operata da ciascun provveditore su delega dell’amministrazione centrale)
ed all’esito
della soluzione delle questioni relative all’inquadramento nei ruoli
dell’amministrazione
penitenziaria del personale della polizia penitenziaria dichiarato
inidoneo al
servizio di istituto ex art. 75 del D.L.vo 443/92. In particolare CGIL, CISL e UIL,
dinanzi a proposte di stabilizzazione avanzate nei
confronti di questi colleghi presso sedi distanti anche 150 km, pur
se nella medesima regione, hanno rivendicato una
coerente applicazione della
L.114/2014 (limite previsto 50 km), anche per le applicazioni
d’ufficio disposte dai
Provveditori, ed anche per questi ultimi 75 casi hanno chiesto la
stabilizzazione presso le attuali
sedi o quelle immediatamente prossime.
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