Roma, 24 maggio 2016
Lo scorso 19 maggio CGIL
CISL e UIL hanno organizzato in Piazza Montecitorio a Roma una mobilitazione nazionale
promossa per rappresentare al Governo e al Parlamento i rischi
che incombono sui servizi
scolastici ed educativi destinati all’infanzia.
Carenze di personale e di
risorse, l’esternalizzazione e la riduzione dei servizi –
soprattutto ai bambini con
disabilità che necessiterebbero di un’assistenza prolungata e
qualificata – sono i fattori
che accomunano le scuole per l’infanzia da nord a sud dello stivale,
condizionandone sia la
didattica che la sicurezza e mettendo a rischio di smantellamento un
sistema nevralgico per il
Paese sotto il profilo sociale.
Solo l’abnegazione dei
lavoratori e il sostegno economico prestato dai genitori dei bimbi –
chiamati a contribuire alle
spese di approvvigionamento di materiale didattico e finanche a
partecipare materialmente
alla manutenzione ordinaria dei plessi – consentono alle scuole
ancora di funzionare.
In questi anni il servizio
scolastico non si è avvicinato neanche lontanamente alla
copertura che la strategia di Lisbona 2000 aveva indicato – pari al 33% dei bimbi in età prescolare
– per raggiungere la quale
mancano all’appello almeno 1.700 nuove strutture e
almeno 20.000 lavoratori.
Anzi, a dispetto del mancato aumento del servizio previsto nel 2000
a Lisbona, oggi sono a
rischio anche quelli ben più ridotti erogati dal sistema pubblico.
Se non si vuole lasciare in
capo alle sole famiglie il problema dell’educazione del bambino
in età 0-6 anni, il Governo
deve intervenire con urgenza ed è per questo che chiediamo la
convocazione di un incontro
per discutere le nostre proposte che sono:
– Lo sblocco del turn over;
– Il superamento del
precariato
– La tutela e la valorizzare
dei lavoratori delle scuole dell’infanzia e degli asili nido
– La costruzione del nuovo
sistema educativo integrato da zero a sei anni.
Anche l’ANCI, investita delle nostre richieste, nella
nota di riscontro ha manifestato
grande preoccupazione per la problematica, in particolare
per le sorti del personale precario
per il quale auspica una celere soluzione attraverso un
percorso di immissione in ruolo.
In attesa comunque dello sblocco del turn-over e della
stabilizzazione del precariato
esistente, è prioritario innanzitutto procedere alla
proroga dei contratti del personale precario
che ha garantito in questi anni la copertura degli
incarichi e la sostituzione delle assenze,
nell’impossibilità di realizzare il necessario ricambio
generazionale.
FP CGIL CISL FP UIL FPL
Rossana Dettori Giovanni Faverin Giovanni Torluccio