La
questione in oggetto è, come noto, attualmente al vaglio del Consiglio di
Stato, chiamato ad esprimere un parere in sede consultiva sullo schema di
Decreto in attuazione dell’art. 8, comma 1, lett. A) della Legge 07.08.2015 n.
124, in materia di riorganizzazione delle Forze di Polizia.
Preliminarmente,
pur continuando in ogni caso a tenere ben viva la speranza e la battaglia
politico/sindacale in atto a tutti i livelli per la salvaguardia del Corpo
Forestale dello Stato, al punto in cui si è giunti riteniamo doveroso
confrontarci anche con la nefasta ipotesi di una sua soppressione. Cioè a dire,
che anche ove l’attuale Governo decidesse di tornare sui propri passi,
rinunciando al rocambolesco progetto dell’assorbimento del Corpo Forestale
nell’Arma dei Carabinieri e alla sua militarizzazione coatta, come del resto
tutti noi auspichiamo fortemente, è allo stato difficilmente ipotizzabile una
marcia indietro che riporti alla conservazione del Corpo.
Potrebbe
essere ipotizzabile, e a questo punto anche auspicabile, un diverso
ragionamento che prevedesse almeno l’assorbimento del Corpo Forestale in altra
Forza di Polizia ad ordinamento civile, quale la Polizia di Stato. In tale
contesto, occorre comunque cominciare a ragionare sulle iniziative, anche
legali e processuali, da mettere eventualmente in campo a tutela degli
appartenenti al Corpo che non intendano soggiacere supinamente e passivamente
alle stravaganti manovre del Governo. E’ noto che la Funzione Pubblica CGIL
tanto ha già fatto, e molto altro sta facendo per contrastare, il più
efficacemente possibile, le scelte del Governo. Ma l’azione sindacale,
permanentemente concentrata nel contrasto al transito nei Carabinieri, dovrà
anche farsi promotrice delle iniziative giurisdizionali che andranno
necessariamente messe in campo, onde evitare che – adottato eventualmente il
Decreto Legislativo sulla base dello schema oggi all’esame del Consiglio di
Stato – i provvedimenti attuativi e direttamente lesivi degli interessati, ove
non tempestivamente impugnati nelle sedi giurisdizionali competenti, rendano
vana ed inutile ogni futura contestazione.
Per
tale ragione, atteso che occorre attendere l’adozione del parere del Consiglio
di Stato sul Decreto Legislativo e seguire l’iter dello stesso di esame delle
Camere, riteniamo utile ipotizzare sin d’ora l’epilogo più infausto della
vicenda, e iniziare a predisporre le azioni giudiziarie esperibili, che
consisteranno nell’impugnazione dei Decreti del Capo del Corpo e degli altri
Decreti Ministeriali la cui adozione è prevista, allo stato attuale, nello
schema di Decreto agli artt. 12 e seguenti. Tutti i Decreti che verranno
adottati, permanendo il quadro voluto con quello schema di Decreto, dovranno
essere impugnati dinanzi al T.A.R. territorialmente competente, ed in quei ricorsi
andranno sollevate le evidenti questioni di illegittimità costituzionale – ed
eventualmente di contrasto con la normativa sovranazionale – che il disegno
governativo pone. A tal fine, sarebbe necessario cominciare a raccogliere le
generalità (nome, cognome, indirizzo di residenza, codice fiscale, recapiti
telefonici ed indirizzi e mail), di coloro che intendano impugnare i Decreti
ministeriali adottandi e che, in una parola, vogliano pervicacemente resistere
all’Assorbimento nell’Arma dei Carabinieri. Adottato il Decreto Legislativo, i
conformi Decreti del Capo del Corpo e gli
altri
Decreti di cui al citato art. 12, laddove sia la normativa delegata che i
successivi provvedimenti
attuativi
siano nel senso attualmente solo in bozza, dovranno essere raccolte le procure
speciali ad
litem
rilasciate da parte degli interessati alle azioni giudiziarie di contrasto.
Acquisite
preliminarmente le generalità di coloro che intendano ricorrere, una volta
adottati i Decreti del Capo del Corpo e gli altri Ministeriali, occorrerà
prendere contatto diretto con gli interessati affinché sottoscrivano un modulo
di adesione all’azione da intraprendere (con allegata la copia del documento di
riconoscimento) e la procura legale all’avvocato a ciò designato.
Rispettivamente entro i sessanta giorni decorrenti dall’adozione dei decreti ex
art. 12 citato, dovranno essere notificati i ricorsi al T.A.R., che verranno
iscritti a ruolo entro i 30 giorni successivi alla notificazione, come
stabilito dalle norme che regolano il processo amministrativo. I ricorsi
verranno corredati dalla domanda cautelare di sospensione dell’efficacia dei
Decreti del Capo del Corpo e Ministeriali adottandi, al fine di tentare di
ottenere una – comunque non facile – pronuncia di sospensione dell’efficacia dei
provvedimenti, che ovviamente bloccherebbe le determinazioni del Governo e dei
Ministri incaricati dell’adozione dei Decreti. Ovviamente, qui si è
rappresentata l’ipotesi più negativa, che invero però corrisponde esattamente
al disegno dell’attuale governo. E’ chiaro che si tratta di soluzione sempre
modificabile e rimodulabile in conformità dei successivi e attesi sviluppi.
A
chiusura di queste prime indicazioni, evidenziamo la necessità che le azioni
giudiziarie vengano condotte da parte di legali competenti in materia,
abilitati al patrocinio presso le magistrature superiori, considerato che in
caso di azione giudiziaria sarà inevitabile la fase impugnatoria anche dei
provvedimenti cautelari, di accoglimento o di rigetto, dinanzi al Consiglio di
Stato che è Magistratura Superiore. Non possiamo, infatti, esimerci
dall’avvertire come l’opportunità processuale appena prefigurata sia ritenuta
particolarmente intrigante per i numeri coinvolti e gli aspetti economici che
ne conseguirebbero. Ecco perché riteniamo utile ed opportuno sensibilizzare gli
eventuali interessati a rivolgersi a soggetti capaci e competenti in materia,
onde evitare di vanificare questa già difficile azione giudiziaria.
Naturalmente
la FP CGIL intende continuare a promuovere e coordinare ogni iniziativa
sindacale e legale utile a tutelare le iscritte e gli iscritti del CFS, a
partire dai loro diritti – costituzionalmente regolati – all’espressione del
pensiero e delle opinioni e all’associazione sindacale e politica.
Il Coordinatore Nazionale
Fp Cgil
Comparto Sicurezza
Francesco
Quinti
Il Segretario Nazionale Fp Cgil
Salvatore Chiaramonte