MEF
RIUNIONE DEL 30 MARZO
E’
stato sottoscritto il 30 marzo l’accordo
che permetterà a 6.390 lavoratori del
MEF di passare di fascia economica a decorrere dal 1/1/2016 con l’impegno delle parti a concludere nel 2017 il percorso per i restanti 3.588 lavoratori. Valutiamo positivamente il risultato ottenuto
che stabilizza 13 milioni di euro nelle buste paga dei lavoratori, mettendoli al
riparo da future incursioni legislative
sui fondi aziendali. Riteniamo altresì importante l’intesa raggiunta perché è la
prima dopo 5 anni di blocco delle progressioni economiche, blocco che, ricordiamo, aveva anche l’obiettivo di tenere sotto controllo la spesa
previdenziale.
Il primo obiettivo raggiunto con la
sottoscrizione dell’accordo è stato quello di aver evitato
l’applicazione del sistema di valutazione, che
avrebbe assegnato ai dirigenti il potere
soggettivo di decidere i percorsi di carriera del personale.
Per
ottenere questo risultato abbiamo applicato quanto previsto dal CCNL 2006/2009 che per le progressioni economiche, come già
ricordato nel nostro precedente comunicato, stabilisce tre criteri:
a) Esperienza
professionale maturata
b) Titoli
di studio culturali professionali
c) Formazione
L’accordo
prevede un punteggio massimo di 30
punti per ognuno dei tre criteri
previsti. La novità rispetto alle varie ipotesi circolate negli ultimi giorni riguarda i 12 punti che verranno assegnati al termine del percorso formativo, che non
sono vincolati al numero delle risposte esatte. Per essere chiari e
fornire ai lavoratori gli strumenti utili per valutare l’accordo, ai punti dell’esperienza maturata, a
quelli del titolo di studio, si sommano
i 12 punti della formazione, a prescindere dal fatto se si riesca
o meno a superare i test finali, a questi punti si sommano chiaramente i punti ottenuti per
ogni risposta esatta. Sui moduli formativi, la parte pubblica ha convenuto che i temi
dovessero essere più attinenti alla professionalità di ogni lavoratore, accettando
di
eliminare alcuni moduli all’interno della prima
e della seconda area. Sicuramente
un passo avanti rispetto alla proposta
iniziale, anche se alcuni moduli
continuano ad avere un carattere
generico, non utile a valutare e
accrescere la professionalità dei lavoratori. Comunque la garanzia di una formazione attuata durante l’orario di
lavoro e di una prova finale effettuata dalla propria postazione lavorativa
dovrebbe eliminare ogni timore.
Su nostra specifica richiesta è stato eliminato il punteggio minimo previsto per essere ammessi alla graduatoria finale: l’Amministrazione
aveva proposto addirittura 45 punti. Abbiamo fatto presente che una
progressione economica non è equiparabile a un concorso pubblico, la graduatoria finale
deve scorrere fino a totale copertura dei 6.390 posti previsti dall’accordo,
senza la tagliola del punteggio minimo.
Per
quanto riguarda le posizioni organizzative abbiamo criticato l’attribuzione degli
incarichi secondo criteri puramente matematici tra i Dipartimenti e tra gli uffici centrali e
quelli periferici, senza prendere concretamente in esame le reali necessità
organizzative e di responsabilità presenti nelle singole strutture. La
riteniamo un’occasione persa, sarebbe
stata un’ottima opportunità per
discutere della riorganizzazione del Ministero.
Sulle posizione organizzate e sulla loro
attribuzione c’è l’impegno di una
verifica da effettuare nel mese di settembre.
Roma
31/3/2016
CGIL
FP NAZIONALE
Luciano
Boldorini