Roma, 16 marzo 2016
DL
2953: attività degli ufficiali giudiziari
Il disegno di legge delega 2953
approvato pochi giorni fa dalla Camera dei Deputati
introduce una serie di innovazioni
in materia di giustizia civile che riguardano anche
l’attività degli ufficiali
giudiziari.
Esprimiamo certamente un giudizio
positivo sull’istituzione di una nuova funzione
come i verbali di constatazione. Da
tempo, ovvero fin dalla presentazione del
Progetto della FPCGIL sull’Ufficio
per il Processo (2012) avevamo delineato tale
proposta di sviluppo professionale
come uno strumento utile per rilanciare la figura
dell’ufficiale giudiziario a
servizio del cittadino, con un’attività di indubbia utilità
sociale, sulla scorta di quanto
avviene in altri paesi europei.
Interessante è anche la revisione
della dichiarazione giurata da parte del debitore
sulla composizione del proprio
patrimonio da rendere davanti all’ufficiale giudiziario,
di cui anche si parlava nella
nostra proposta del 2012.
L’istituzione di questo strumento
rafforza l’attuale dichiarazione ex art. 492 cpc, la
cui evanescenza sanzionatoria ha –
di fatto – portato ad una non incisività degli
strumenti introdotti con la legge
740/2006, come noi stessi avevamo segnalato. La
perseguibilità di ufficio dell’omessa
dichiarazione sarà sicuramente un incentivo per
il debitore a non sottovalutare la
visita e le domande rivolte dall’ufficiale giudiziario.
L’ampliamento della fattispecie di
beni impignorabili (esplicitamente tutti quelli
domestici di uso quotidiano di
modesto valore), cambiano il ruolo dell’ufficiale
giudiziario da “pignoratore di
divani” a indagatore della condizione patrimoniale e
reddituale del debitore. Questo
nuovo ruolo rafforza l’esigenza di rendere effettivi
gli strumenti di cui alla legge
162/2014, ancora in attesa dei decreti attuativi:
ovvero la possibilità di accesso
dell’ufficiale agli archivi informatici di vari enti per
scandagliare il patrimonio del
debitore. Dopo un anno e mezzo, siamo ancora in
attesa della concretizzazione di
questo passaggio, con il rischio che la mancata
attuazione porti l’evoluzione dei
fatti in una direzione escludente gli uffici NEP dal
percorso di recupero del credito.
Prendiamo atto inoltre con
soddisfazione che, a seguito delle nostre osservazioni
inviate alla Commissione Giustizia
ed ai Gruppi parlamentari, sia stato fatto un
emendamento correttivo in materia
di notificazioni civili, che reintroduce la
possibilità per la parte istante di
chiedere la notifica a mani da parte dell’ufficiale
giudiziario. Molto spesso tale
forma di notifica è preferita, perché questo strumento
è ritenuto
più solido ed affidabile della notifica postale. La relata dell’ufficiale
giudiziario è più
chiara ed esaustiva della ricevuta di ritorno dell’agente postale. A
ciò si aggiunga il
problema dei ritardi o dello smarrimento delle ricevute di ritorno,
che grande nocumento
arreca allo svolgimento dei processi, complessivamente
rallentando i tempi
della giustizia. Altra considerazione di opportunità della
permanenza della
notifica a mani sta nel fatto che essa molto spesso prelude ad
una esecuzione che sarà
effettuata dall’ufficiale giudiziario: per il creditore,
ragionevolmente, è
preferibile che sia lo stesso ad effettuare la notifica.
Nell’ottica della
permanenza del servizio notifiche in capo all’UNEP, è opportuno
prevedere l’implementazione
di strumenti informatici che consentano la
predisposizione di un
servizio di un alto livello qualitativo. all’altezza delle esigenze
dell’utenza.
Auspichiamo che il cosiddetto “Progetto Tablet” in fase di sviluppo
all’UNEP di Milano
possa diventare uno strumento operativo in tutte le sedi, dando
anche concretezza al
dichiarato obiettivo della legge in discussione di informatizzare
la redazione di tutti i
verbali degli ufficiali giudiziari, per un inserimento organico
all’interno del
Processo Civile Telematico.
Tutte queste
osservazioni si fondano sul presupposto della ricomposizione del
profilo professionale
dell’ufficiale Giudiziario , sciaguratamente bipartito nel
Contratto Collettivo
Nazionale Integrativo 2010, contratto siglato con l’opposizione
di molte sigle
sindacali tra cui la nostra e che è giunto il momento di superare, così
come per gli altri
profili ex b3 ed altri all’interno delle aree. Ad oggi la metà del
personale il servizio
all’UNEP, in base a quel contratto dovrebbe svolgere
“prevalentemente
attività di notificazione”. Nel momento in cui si disegna una
prospettiva in cui l’ufficiale
giudiziario è qualificato come “agente dell’esecuzione
coinvolto e motivato
all’efficiente gestione del processo esecutivo”, anche alla luce
delle novazioni
normative intervenute negli ultimi anni e del forte spostamento del
baricentro dei carichi
di lavoro dalle notificazioni in direzione delle esecuzioni,
qualsiasi valutazione
sul futuro dell’UNEP e degli ufficiali giudiziari non può
prescindere dall’applicazione
dei percorsi di riqualificazione professionale previsti e
finanziati nella legge
132/2015, verso i quali forti sono le attese e le aspettative del
personale.
In buona sostanza sono
stati scritti passaggi legislativi importanti che meritano di
essere attuati e di non
restare l’ennesimo profluvio di proclami, come troppo spesso
accade nel nostro
paese. Sotto vi riportiamo un tabella riepilogativa che compara la
nostra piattaforma del
2012 con le innovazioni sopravvenute.
Quanto detto sopra a conferma che le innovazioni positive passano attraverso un percorso di ascolto delle rappresentanze dei lavoratori.
Riteniamo che si debba ancora fare molto e ci impegniamo a continuare nella nostra azione costante di proposta e di vigilanza affinché si salvaguardi l’efficienza del servizio.
A cura del Coordinamento Nazionale
FPCGIL Organizzazione Giudiziaria