Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici
Roma, 9 marzo 2016
L’intesa oggi raggiunta dai sindacati medici con il Governo per
la sostenibilità del SSN rappresenta una importante assunzione di principio che
vede per la prima volta la sanità all’interno dell’agenda del Governo.
La scelta chiara e netta per la sanità pubblica, oggi espressa a Palazzo Chigi
nell’incontro sindacale dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio
Claudio De Vincenti a nome del Governo, è un fatto importante, accompagnato da
una critica al modello assicurativo, sia dal punto di vista dei diritti che
economico.
Nel condiviso percorso di cambiamento e di efficienza del Servizio Sanitario
Nazionale, c’è bisogno però di investimenti adeguati in rapporto al Pil, al fine
di consentire effettivamente in modo omogeneo sul territorio nazionale
l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza.
Si tratta di un obbiettivo che deve vedere insieme i medici con tutte le
professioni sanitarie, e con i cittadini. La sanità è a pezzi e nessuno si può
permettere di aspettare ancora.
In questo quadro verificheremo nelle prossime settimane l’effettiva attuazione
anche delle altre importanti tematiche oggi condivise, dall’attuazione dell’art.
22 del Patto per la Salute per la valorizzazione delle risorse umane insieme con
le altre professioni sanitarie alla stabilizzazione del personale precario,
dalla regolamentazione delle esternalizzazioni al superamento del tetto di spesa
per il personale, dalla partenza dei rinnovi di contratti e convenzioni al
superamento del congelamento della retribuzione accessoria derivante dal comma
235 della legge di stabilità, fino ad una riforma del sistema della formazione
che veda la rete sanitaria pubblica luogo di insegnamento.
A fronte degli impegni oggi assunti dal Governo, formalmente evidenziati in un
comunicato stampa, abbiamo rinviato lo sciopero del 17 e 18 marzo pur
continuando la vertenza salute con le assemblee già programmate.
Adesso ci aspettiamo che gli impegni assunti siano rispettati a partire da un
reale coinvolgimento anche dei tre rappresentanti istituzionali oggi assenti –
Regioni, Mef e Miur – senza dei quali non potranno realizzarsi gran parte degli
obbiettivi concordati.