Continuano
a pervenirci richieste di chiarimento e segnali di forte
preoccupazione dei lavoratori sul cosiddetto bando di mobilità
volontaria.
Al
riguardo, nel segnalarvi che, dopo la lettera di diffida unitaria,
l’Amministrazione ha provveduto ad inserire la questione al primo
punto dell’ordine del giorno della riunione prevista per giovedì 18
febbraio, riteniamo opportuno chiarire quanto segue:
noi
riteniamo il bando di mobilità volontaria estraneo al contenuto
dell’accordo del 22 dicembre scorso per molti motivi, e non solo
perchè lo stesso viene applicato ad una situazione organizzativa
superata dalla controriforma ultima del ministero, obbligando i
lavoratori a presentare istanze verso Uffici di fatto soppressi.
Ci
sono molti altri aspetti, puntualmente rilevati dai lavoratori: la
mobilità viene richiesta per Ufficio e non per sede e pertanto non
si comprende come garantire ad un lavoratore che ad esempio vuole
fare domanda verso un Polo Regionale che la sede di assegnazione
richiesta sia quella effettivamente assegnata, si stanno diffondendo
informazioni secondo le quali un lavoratore non può ritirare la
domanda e deve accettare per forza la destinazione richiesta, alla
faccia della mobilità volontaria, non è possibile fare la domanda
fuori dalla procedura RPV e quindi la domanda la può fare solo chi è
in servizio effettivo e dispone di una postazione RPV, nella
identificazione delle carenze in organico si sono rimangiati il fatto
che le uniche assegnazioni precedenti valutabili come definitive sono
quelle fatte ai sensi della Circolare n.93, fino a ieri sono dovuti
intervenire sollecitando invio di dati con la Circolare 30, in quanto
errati o carenti, e via cantando.
IN
QUESTE CONDIZIONI NON CI SONO GARANZIE PER I LAVORATORI
Lo
scriviamo chiaro, forte, maiuscolo ed in grassetto.
Pertanto
invitiamo i lavoratori a non
produrre
istanze di mobilità a meno che le stesse non siano motivate da
situazioni personali e familiari oggettivamente critiche.
Riteniamo
che la procedura debba essere sospesa e ripresa subito dopo
l’approvazione dei nuovi organici e che vadano ripristinati criteri e
garanzie previste dall’accordo.
Queste
per noi sono condizioni pregiudiziali, riteniamo del tutto
inaccettabile che in una condizione così critica, derivante da
scelte politiche su cui ci siamo ampiamente espressi, possa
determinare una così evidente lesione di diritti elementari.
UNA
SENTENZA ESEMPLARE
Abbiamo
avuto un primo pronunciamento del Tribunale di Ferrara sulla famosa
questione del riconoscimento del trattamento economico al personale
vincitore del passaggio di area. Una sentenza che sostanzialmente
ribalta del tutto l’orientamento dell’Amministrazione e dei vari
organi di controllo, riconoscendo al lavoratore ricorrente il diritto
al percepimento delle differenze retributive a far data
dall’inquadramento giuridico. Una posizione che noi abbiamo sempre
sostenuto e fa veramente piacere che un Giudice abbia accolto questa
impostazione. Naturalmente siamo in presenza di una sentenza di primo
grado, abbiamo ragionevoli certezze che l’Amministrazione proporrà
appello (del resto ha avuto il coraggio di farlo persino sulla
sentenza della Corte dei Conti che riconosce ai lavoratori il diritto
ai benefici pensionistici derivanti dall’esposizione a sostanze
insalubri), e aspettiamo anche l’esito delle altre vertenze attivate
sul territorio. Ma certo questi pronunciamenti danno concreta
speranza al mantenimento di uno stato di diritto per i lavoratori nel
nostro paese.
CONTRO
LA RIFORMA
Continuiamo
a ricevere comunicati, petizioni e pronunciamenti contro questa
famigerata
seconda riorganizzazione decisa dal Ministro Franceschini. Ve li
alleghiamo con piacere: nessuno si senta solo in questa battaglia,
che sta coinvolgendo tutto il corpus dei lavoratori e non solo. Non
smuoverà le granitiche certezze di una Direzione politica sempre più
distante dai lavoratori, ma certo corrobora la nostra azione di
contrasto contro un disegno che mortifica la tutela del nostro
patrimonio culturale. Tra questi una petizione indirizzata da molti
lavoratori al Presidente della Repubblica: grazie a loro e a tutti
coloro che hanno avuto il coraggio di esprimere il proprio dissenso.
Claudio
Meloni
FP
CGIL Mibact