Da riduzioni previste a turn over tracollo enti, a rischio tenuta servizi
Roma, 13 febbraio 2016
Dimezzamento del personale, prelievo di risorse per oltre 3 miliardi di euro, cancellazione di servizi fondamentali per i cittadini. La sopravvivenza di province e città metropolitane, i servizi che queste istituzioni erogano e i dipendenti che li forniscono, sono a serio rischio. Secondo un’indagine della Fp Cgil Nazionale condotta sui dati del Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato, infatti, sul personale di queste due istituzioni “si abbatterà una scure che produrrà un dimezzamento”: complessivamente, infatti, il personale calerà al 2019 di circa il 50%, passando da 48.575 (dato 2014) a 24.383, “con l’impossibilità per questi enti di fornire i servizi fondamentali a loro attribuiti, dall’edilizia scolastica alla tutela ambientale, dalla viabilità a trasporti e mobilità”, spiega la categoria dei servizi pubblici della Cgil.
Il crollo di personale, spiega la Fp Cgil, ha ragioni diverse. In parte in ragione della scorsa legge di Stabilità che prevedeva, alla fine dell’anno in corso, la riduzione del 50% del personale delle province e del 30% di quello delle città metropolitane. Riduzione che, tradotta, sottende per un verso il trasferimento di personale da questi enti a Regioni e Comuni, per l’altro cessazioni a vario titolo. Un iter che determinerà, secondo l’indagine della Fp Cgil, una riduzione di organico complessivo da 48.575 a 27.233. Nel dettaglio riguarderà il calo dei dipendenti delle province da 33.850 a 16.925 e per quanto riguarda le città metropolitane da 14.725 a 10.308.
“Questa prima decurtazione – spiega la Funzione Pubblica Cgil -, insieme al prelievo di risorse pari a oltre tre miliardi entro il 2016, metterà in seria difficoltà l’erogazione di servizi fondamentali che sono in capo alle province e alle città metropolitane, come la viabilità delle strade provinciali, il sistema dei trasporti, la tutela dell’ambiente e l’edilizia scolastica”. A questo crollo determinato dalla legge di stabilità dello scorso anno, secondo una proiezione condotta dalla Fp Cgil, si sommerà il blocco del turn over al 25% per gli anni 2017 e 2018 e le cessazioni di rapporti di lavoro pari al 4,34% (così come al 2014 sul totale addetti del 2013). Secondo questa simulazione gli addetti di province e città metropolitane passeranno da 27.233, ovvero il dato che si raggiungerà quest’anno, a 24.383. Un calo tra la fine di quest’anno e il 2019 del 10,5%.
“Un dato che riguarda non solo i dipendenti coinvolti ma anche e soprattutto i cittadini”, precisa la Fp Cgil, aggiungendo che: “Il progressivo deteriorarsi di questi enti avrà effetti sui servizi fondamentali che ancora erogano. Ecco perché, nei giorni in cui si stanno raccogliendo i dati sulla mobilità del personale in sovrannumero delle province e delle città metropolitane, bisognerebbe interrogarsi se questi lavoratori non possano invece essere utili per mantenere in piedi le funzioni cruciali previste”. Per la categoria dei lavoratori dei servizi pubblici si prospetta “un tracollo di questi enti necessiterebbe una gestione differente degli stessi processi di mobilità, salvaguardando i livelli occupazionali e i servizi ai cittadini”. Un ‘tracollo’, conclude la Fp Cgil, “che si determinerà anche dal prelievo di risorse che al 2016 arriverà a oltre 3 miliardi di euro”.
In allegato le tabelle sul personale di province e città metropolitane