MIBACT: comunicato fpcgil del 5 gennaio 2016

05 Gennaio 2016

 

News

 
AL GRAN BALLO DEI BENI CULTURALI UNA STORIA DI ORDINARIA VALORIZZAZIONE
 

L’anno appena iniziato vede ancora il MIBACT in
un giro vorticoso di danze, la riforma che si sta faticosamente realizzando,
l’altra riforma, la Madia, che si deve realizzare, l’altra riforma ancora,
quella detta dalla famosa normetta nella legge di stabilità, che promette
ulteriori sfracelli. Il MIBACT, in queste acque agitate, comincia ad attuare la
filosofia della valorizzazione in salsa franceschiniana e questo di seguito è
uno dei significativi risultati.

Appunto un Gran Ballo, certamente da inserire
nella vasta aneddotica dei beni culturali, che si è organizzato in fretta,
furia e pompa magna, al Palazzo Ducale di Mantova il 2 gennaio scorso,
significandolo come l’evento di apertura dell’anno in cui la bellissima città
lombarda svolgerà il ruolo di capitale italiana della cultura. Una iniziativa
che ha visto l’utilizzo di sale fino a ieri chiuse al pubblico, con tanto di
orchestra, danzatori e presentazione nazionalpopolare con l’ex calciatore
Boninsegna, nel cuore dei milioni di patiti di football ma sconosciuto ai radar
della cultura. La previsione era di 250 partecipanti, in abito galante o,
meglio di epoca, alla modica cifra di 75 euro, compreso parcheggio, guardaroba
e un bicchiere di vino.

Ai poveri profani come noi la cosa era sembrata
una boutade: cosa c’entra un gran ballo che coinvolge al massimo 250 persone,
certamente non pensionati sociali, con il fatto che Mantova è la città capitale
della cultura? Inoltre sommessamente ci siamo chiesti se quella struttura sia
veramente in grado di sopportare eventi come questi, considerata l’inagibilità
conseguente al terremoto di alcune sale che per l’occasione sono state
riaperte. Sale che peraltro sono state chiuse al pubblico subito dopo l’evento,
in quanto attualmente sono in corso i lavori di consolidamento.
A questo si
aggiunge che il sito è privo di impianto di climatizzazione, con temperature
che proprio nelle sale scelte vanno abitualmente sottozero e pertanto le sale
per l’evento sono state corredate da un numero imprecisato di stufette
elettriche (?). Risultato: dal sito della società che ha gestito la
biglietteria risultano venduti 34 biglietti, la metà circa dei ballerini
impegnati. In sostanza un grande flop, malgrado l’entusiasta amplificazione
dell’iniziativa sui media locali, che hanno scambiato lucciole per lanterne. Un
evento estraneo culturalmente alla comunità mantovana, che a nostro avviso
dovrebbe riflettere seriamente sulle iniziative da adottare per utilizzare al
meglio la straordinaria opportunità derivante dal riconoscimento avuto. Ci
sarebbe anche da ridire sui costi sopportati per l’organizzazione dell’evento,
ci fermiamo per carità di patria, ma certo colpisce la disinvoltura con la
quale si scambiano questa iniziative come valorizzazione e se questo è
l’indirizzo dato ai nuovi direttori dei musei autonomi, stiamo freschi.
Noi
continuiamo a consigliare un corso accelerato di diritto amministrativo
italiano per i direttori provenienti da lande lontane e che ci sono sembrati
del tutto digiuni della materia, come se la conoscenza del diritto amministrativo
non fosse più un requisito utile a dirigere un ufficio pubblico nel nostro
strano paese.

Questo è quindi solo il frutto del nuovo
indirizzo politico, dove la valorizzazione assume una funzione avulsa dalla
conservazione e tutela e produce iniziative inammissibili non solo sul piano
culturale. E che cominciano a porre seri problemi sulle problematiche di
sicurezza dei nostri siti, sui quali si pensa di intervenire aggredendo i cicli
lavorativi che la garantiscono, con una manovra che mira a ridimensionare le
presenze nei turni, a partire da quelli notturni. E proprio sulla sicurezza del
patrimonio culturale saranno incentrate le nostre attenzioni: nessuno può
pensare di scambiare la sua sicurezza e la tutela come un freno alla
valorizzazione e gli obblighi previsti dalla legge in materia sono precisi e
vincolanti. Lo diciamo in anticipo, anche a costo di apparire delle cassandre:
il patrimonio culturale non è protetto come si deve, solo il ricorso
all’organizzazione per turni della vigilanza è attualmente il modo per gestire
al meglio le condizioni di sicurezza dei siti. Se qualcuno pensa di bypassare
queste regole avrà le risposte che merita, sul piano delle iniziative
giudiziali e su quello di denuncia all’opinione pubblica.

 Perché al gran ballo dei Beni Culturali ci siamo
anche noi, e senza abito di cerimonia.
Roma, 5 gennaio 2016

      Claudio Meloni
    FP CGIL Nazionale

 

 

 
 
 
 
 
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