Come
ampiamente previsto i nodi vengono al pettine: il caos che regna sovrano al
MIBACT, l’assenza di risposte da parte del Ministro sui punti nodali della
riorganizzazione, la kafkiana vicenda dei pagamenti del salario accessorio, che
ci costringe ogni anno a rincorse affannose per garantire il pagamento di
quanto dovuto ai lavoratori, la distribuzione degli organici che indebolisce
del tutto i presidi di tutela sul territorio, la riforma Madia che rischia di
essere la pietra tombale della gestione pubblica del patrimonio culturale sono
i motivi dell’avvio delle procedure di sciopero.
Nei
documenti che vi alleghiamo troverete elencati i principali punti di vertenza
che unitariamente poniamo all’attenzione dei lavoratori e dei cittadini.
Ancora
ieri, a Firenze, in uno degli spettacoli spot offerti ai cittadini, abbiamo assistito
allibiti alle dichiarazioni del Ministro Franceschini e del Presidente Renzi,
in relazione alla vicenda della Biblioteca Nazionale di Firenze, la cui
situazione è sicuramente emblematica di quello che stanno vivendo Archivi e
Biblioteche, settori che certo possono offrire molto poco in termini di
“petrolio” ai nostri esimi governanti.
Il
Ministro ha reagito come fa di solito quando viene posto di fronte ai problemi
che lui preferirebbe nascondere sotto il tappeto.
Ci sono state assegnazioni di
fondi alla BNF, dimenticando che questo è avvenuto solo dopo le denunce
pubbliche di Stella e Montanari, mentre per le politiche occupazionali invoca
la spending review come fosse una maledizione divina e non un provvedimento
governativo confermato e reiterato dal governo di cui fa parte.
I fondi, in
particolare quelli relativi alla messa in sicurezza della Biblioteca, sono del
tutto insufficienti, anzi diremmo ridicoli in rapporto alla dimensione dei
problemi e in rapporto a quanto spendono i paesi europei per le loro
Biblioteche Nazionali.
Quanto
alla spending, ricordiamo al Ministro che la sua riforma si porta dietro la
decurtazione di circa 2200 posti di lavoro senza alcun risparmio per il
bilancio dello stato. Che gli effetti di tale taglio sono evidenti adesso che
si è operata la redistribuzione degli organici e che tale redistribuzione è
avvenuta a tutto discapito dei cicli di tutela del patrimonio, e da questo
punto di vista il dimezzamento operato alla BNF rispetto all’organico del 97 è
ben superiore al taglio complessivo degli organici, che si sono ridotti da
quella data di poco più di un quarto (da 25.225 a 19.050). Quindi il taglio
operato alla BNF è di gran lunga superiore al taglio dell’organico complessivo
e questo la dice lunga sull’interesse governativo verso quella realtà e le
altre similari.
A
sentire poi il nostro Presidente del Consiglio parlare di beni culturali
vengono seriamente i capelli ritti: il problema, secondo il nostro premier, sarebbe l’eccessiva presenza di
custodi “stravaccati sulle seggiole”, mentre è suo interesse assumere qualche
restauratore all’Opificio delle Pietre Dure.
Questa espressione da sola esprime
il disprezzo diremmo classista nei confronti dei nostri lavoratori, per il
quale non ci sono parole, e comprende una grande ignoranza. I sistemi di
sicurezza dei nostri siti sono da tempo incrociati sul controllo diretto e
sulla video sorveglianza, ma lo sanno tutti, ad eccezione del nostro premier,
che la tutela dei nostri siti non può prescindere dalla presenza adeguata di un
corpo di vigilanza. Inoltre il personale addetto ha tutta una serie di compiti
legati alla valorizzazione, compiti che spesso vengono mortificati a favore
dell’invadenza dei concessionari, con la piena compiacenza
dell’amministrazione, come ad esempio avviene proprio a Firenze nei rapporti
con la società Civita, rapporti che il nostro premier conosce bene per via dei
suoi trascorsi da primo cittadino. Lo sappiamo che è impossibile scalfire le
granitiche certezze del nostro leader, ma certo sono intollerabili ed offensive
le sue parole e sicuramente vedrete che non si leverà nessuna voce a difesa
dall’interno del MIBACT, il cui apparato è sempre pronto agli inchini al
potente di turno.
Quanto al piano occupazionale siamo in fervente attesa di
conoscerlo visto che finora è assente, a meno che non ci si riferisca ai bandi
ALES, che del tutto proditoriamente, sono ultimamente rivolti (Pompei e Roma) a
figure professionali che loro non possono reclutare, come archeologi e
architetti. Glielo ha scritto l’ex Autorità sui contratti pubblici, attuale
Anticorruzione, in una famosa quanto ignorata deliberazione di qualche anno fa.
Questo
spettacolino è poi stato condito dalle affermazioni del neo direttore, o meglio
neo ristoratore, degli Uffizi.
Noi siamo ansiosi di conoscere i mitici
sindacalisti di Minneapolis, ci inviii almeno delle foto. Ma gli ricordiamo che
il problema è come si organizza la struttura, che non è roba da poco visti i
compiti che la norma gli assegna. Da questo punto di vista stia ben certo che ci
adegueremo ai colleghi di Minneapolis.
Queste
dichiarazioni peraltro non fanno altro che confermare la giustezza della
decisione di avviare le procedure dello sciopero: siamo francamente stufi di
vedere il nostro patrimonio culturale alla mercè di iniziative propagandistiche
ed è sempre il momento di difendere dignità, qualità del lavoro e produttività,
tutti attributi bellamente ignorati da chi continua una campagna denigratoria
scellerata contro i lavoratori pubblici.
In
allegato troverete tutta la documentazione predisposta unitariamente sulla
mobilitazione, compreso un modulo di raccolte firme contro la famigerata
riforma Madia, che si aggrega alla petizione inviata al Presidente della
Repubblica da intellettuali e costituzionalisti, i cui contenuti condividiamo
integralmente.
Roma,
16 settembre 2015
FPCGIL NAZIONALE MIBACT
Claudio
Meloni