Difesa: Lettera a Ministro Pinotti su CEFODIFE

21 Luglio 2015

Difesa: Lettera a Ministro Pinotti su CEFODIFE

Roma 21 Luglio 2015

Al Ministro della Difesa Sen. Roberta Pinotti   
Al Sottosegretario di Stato alla Difesa On.le Domenico Rossi   
Al Capo di Stato Maggiore Difesa Gen.le Claudio Graziano
      
e,per conoscenza

Alle Segreterie regionali e territoriali Fp
Ai Delegati ed iscritti Fp Cgil Ministero della Difesa      

OGGETTO:
Ex Centro di formazione della Difesa,
oggi Ufficio Formazione
                    Specialistica della Difesa.
                    Quale futuro per la formazione professionale dei
lavoratori civili?

 

Ministro e Sottosegretario, Generale
             
come ampiamente noto la legge 11.08.2014, n. 114 di conversione con modificazione
del D.L. 24.06.2014 ha, tra l’altro, stabilito la soppressione di diverse
Scuole di Formazione della P.A., tra cui CEFODIFE, attribuendone la gestione,
le funzioni e le relative risorse finanziarie e
strumentali alla Scuola Nazionale dell’Amministrazione.

Una scelta per certi
aspetti forse anche comprensibile, se valutata in un ottica di
omogenizzazione/ottimizzazione delle risorse economiche rese ancora disponibili
al funzionamento degli apparati dello Stato. Cionondimeno infelice, se si
considerano  le conseguenze negative
generate sulla economicità, qualità e quantità della formazione anche tecnico-specialistica
somministrata ai dipendenti civili della Difesa, attesa la specificità e
peculiarità dei compiti loro attribuiti dall’unica scuola deputata in ambito
nazionale a soddisfare i bisogni formativi e di costante aggiornamento
professionale del personale di tutte le aree funzionali, non solo della terza,
soprattutto in ambito sicurezza sul lavoro.  

        
Con D.M. del 15
Aprile 2015, ferme restando le attribuzioni conferite alla SNA, per quella sede
è stata successivamente decisa l’istituzione dell’Ufficio Formazione
Specialistica della Difesa. Il costituendo Ufficio, che in ogni caso sta
continuando a svolgere le sue attività formative programmate anche per il
personale civile dipendente da altre amministrazioni pubbliche, allo stato
attuale risulta ancora malauguratamente privo di un direttore/dirigente civile
incaricato di garantire l’assolvimento di tutte quelle competenze necessarie
all’ordinato svolgimento delle precipue attività istituzionali, compresa la
delega a rilasciare l’indispensabile certificazione attestante la frequenza dei
corsi al personale chiamato a parteciparvi.

        
Nomina che dovrà
essere subordinata all’esito della consueta procedura d’interpello che, però,
almeno fino ad oggi, non risulta ancora formalmente avviata
dall’amministrazione deputata, sebbene sia fin qui trascorso un notevole lasso
di tempo.

        
Da qui la domanda:
per quale ragione non si è ancora provveduto?

        
Una lacuna che, se
non immediatamente colmata, rischia di continuare ad alimentare lo scambio di
voci incontrollate dentro e fuori quell’ambiente lavorativo, ovvero anche
all’interno dei palazzi dello Stato Maggiore, delineando scenari sempre meno
trasparenti.

        
Le più insistenti
delle quali, perdurando oltremodo l’assenza dei provvedimenti di competenza di
SMD, prefigurerebbero addirittura per l’immediato futuro una sorta di
sconveniente suddivisione dei corsi di formazione tra SME e Segredifesa,
determinando per questa via una sorta di governo duale della formazione la cui
gestione verrebbe ad essere sottratta alla catena di comando e indirizzata al
superamento della natura stessa del Centro di formazione della difesa – oggi
Ufficio Formazione Specialistica della Difesa -, struttura istituita proprio
per continuare ad addestrare e aggiornare il personale civile della Difesa,
oltre che il restante del pubblico impiego.

        
Siamo, e ce ne
rendiamo perfettamente conto, nel campo delle ipotesi e del si dice, ma non
vorremmo proprio che tra le pieghe di questa non sappiamo quanto inconsapevole
defaillance amministrativa di SMD si nascondessero invece strani e, almeno per
questa O.S., inaccettabili propositi.

        
E’ per tali ragioni
che la Fp Cgil oggi chiede un Vostro autorevole intervento politico che tenda a
sbloccare l’impasse registrata.

        
Delle due l’una: o
la scuola continua a dipendere dalla difesa, mantenendo intatte le proprie
prerogative e la sua dirigenza civile, oppure che rimanga pure sotto
l’esclusiva dipendenza della SNA e, quindi, della Presidenza del Consiglio dei
Ministri, garantendo la formazione e l’aggiornamento del personale pubblico
impiegato presso gli enti e i Ministeri che la richiederanno.

        

Si resta in attesa
di cortese urgente riscontro.

  

Il
Coordinatore Nazionale Fp Cgil
Ministero
Difesa                

                                                                
Francesco
Quinti       

 
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