Nella riunione di venerdì scorso abbiamo finalmente iniziato concretamente il confronto sugli organici e lo abbiamo fatto sulla base di un documento che ci è stato presentato preventivamente e che è stato elaborato da un Consigliere del Ministro, presente alla riunione. Un documento interessante perché offre una disanima diremmo quasi impietosa dei mali storici che affliggono l’organico del ministero e che si possono sintetizzare nei fattori che ne hanno costituito il declino. Ovvero l’invecchiamento dei lavoratori, più evidente nella terza area, che pone il ministero tra gli enti con la media anagrafica più avanzata di tutte le pubbliche amministrazioni e la carenza di professionalità specifiche, sia quelle che esprimono nuovi fabbisogni professionali, come ad esempio le professionalità informatiche, che quelle di tipo più tradizionale ad alta specializzazione. Un documento che noi abbiamo giudicato una buona base di partenza, da dove è possibile avviare un confronto incanalato in un’ottica non burocratica, che noi abbiamo integrato con alcune osservazioni. In particolare riferite ad alcune carenze che abbiamo riscontrato, non dovute all’estensore, ma alla endemica carenza di dati.
Preliminamente abbiamo sollevato la necessità che la materia degli organici venga svincolata da legacci burocratici. Se ad esempio volessimo modificare la dotazione organica per area dovremmo attendere l’emanazione di un nuovo DPCM. È facile comprendere come questo renda praticamente impossibile una diversa pesatura delle previsioni all’interno delle aree, ad esempio l’incremento della dotazione di terza area. La seconda questione che abbiamo rilevato è la necessità di quantificare tutto il costo del lavoro sopportato dal ministero, non solo il costo del lavoro ufficiale. In sostanza tutto il lavoro esternalizzato, di grande impatto sia nei cicli lavorativi interni che in quelli di supporto, ha un costo invisibile in quanto non viene censito come tale ma come spese di funzionamento. Questo comporta la quasi totale impossibilità di quantificarne i costi in assenza di un sistema di contabilità analitica e di conseguenza non è possibile nemmeno ragionare sul rapporto costi benefici che la scelta di esternalizzare il lavoro ha comportato. Per cui da un lato si comprime il costo del lavoro ufficiale, tramite le politiche della spending review, dall’altro si ricorre al lavoro esternalizzato per coprire le esigenze dei cicli lavorativi in crisi per il prolungamento delle politiche di blocco del turn over. Con costi in ogni caso maggiorati dalle procedure di intermediazione e di appalto. L’altro aspetto fondamentale che abbiamo posto in evidenza è il fenomeno del cosiddetto mansionismo, che riguarda la presenza diffusa di scostamenti dalle mansioni di inquadramento sia in senso orizzontale che verticale. Che caratterizza la questione professionale presente in questo organico e che noi ritroviamo nelle vertenze per i passaggi orizzontali e per gli scorrimenti tra le aree. L’ultimo aspetto posto in evidenza, condividendo le preoccupazioni presenti nel documento, è quello della mancata programmazione del ricambio generazionale i cui effetti vengono puntualmente chiariti in alcune tabelle presenti nel documento.
Dal punto di vista del metodo abbiamo concordato di calendarizzare il confronto con riunioni convocate settimanalmente e per giovedì prossimo abbiamo concordato di affrontare la ormai celebre questione dei
passaggi orizzontali, chiedendo la ricognizione delle istanze pervenute entro la fatidica data del 20 aprile, suddivise per profilo e per area geografica. Sul punto ci pare di riscontrare molte incomprensibili rigidità in alcuni settori della nostra controparte: ci pare doveroso ribadire che la richiesta di attuare i passaggi orizzontali non è un mero capriccio ma è direttamente interconnessa con la necessità di rilevare un fabbisogno professionale quanto più aderente alla realtà e non continuare a dare numeri astratti, poco funzionali in situazioni ordinarie, figuriamoci in una fase complessa di riorganizzazione come questa. L’altra grande questione, quella degli scorrimenti tra le aree, è stata nuovamente posta come tema di incontro con il Ministro, visti i suoi noti risvolti normativi. Sul punto il Capo di Gabinetto ha ribadito l’impegno a comunicarci quanto prima una data, noi abbiamo sottolineato l’importanza di questo incontro e chiesto di definire la convocazione nella riunione di giovedì. Vedremo, ma non vorremmo che si sottovalutasse una problematica che per noi e per i lavoratori assume una valenza fondamentale, anche rispetto alle prospettive di copertura dei fabbisogni specifici la cui carenza è denunciata nello stesso documento dell’amministrazione. E abbiamo ribadito la necessità di programmare per tempo il ricambio generazionale tramite adeguate politiche occupazionali.
Abbiamo chiesto di conoscere inoltre lo stato dell’arte del decreto che deve stabilizzare il personale comandato proveniente dai comparti extra blocco turn over e ci è stato risposto che il provvedimento ha avuto il via libera dalla Conferenza Stato Regioni. Noi abbiamo sollecitato un intervento politico volto a sbloccare questo faticosissimo iter, considerati i tempi ristretti che ormai sono rimasti a disposizione, loro hanno prefigurato una ulteriore soluzione ponte, tramite un rinnovo ex legge del comando, nelle more dell’approvazione del decreto. Anche in questo caso ci pare incredibile che un atto assunto dall’amministrazione recependo molte indicazioni dei famosi organi di controllo venga dagli stessi sottoposto a tempi estenuanti di approvazione.
Abbiamo sottoscritto, pur tra mille riserve, l’accordo sulla Notte dei Musei, sulla base dell’impegno formale dell’Amministrazione a reintegrare i soldi spesi con il Fua dal capitolo 1321. Pur comprendendo numerosi segnali di disagio che ci sono pervenuti, dovuti all’improvvisazione con cui questa Amministrazione programma le sue attività, non abbiamo ritenuto opportuno non sottoscrivere un accordo che comunque è salvaguardato dalle condizioni di adesione volontaria dei lavoratori. Ma abbiamo avvisato che non tollereremo alcun attacco ai lavoratori nel caso di mancata adesione all’evento ed abbiamo chiesto di conoscere il famoso piano di valorizzazione 2015, ancora nei cassetti della DG Musei. In compenso ci è pervenuta una informativa su alcuni progetti di apertura collegati agli eventi Expó e finanziati con fondi Cipe. Noi abbiamo chiesto di identificare questi eventi con una proposta progettuale e attendiamo la proposta.
In allegato i documenti oggetto della riunione
Roma, 12 maggio 2015
Claudio Meloni
Coordinamento FPCGIL MIBACT