CONTRASTO ALL’EVASIONE FISCALE: RISULTATI OTTENUTI NEL 2014
INCARICHI DIRIGENZIALI: SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE
Nel 2014 il contrasto all’evasione fiscale ha fatto registrare un più 8% rispetto al 2013, infatti è stato di 14,2 miliardi l’importo riscosso dalle casse dello Stato. Un risultato “da record”, come afferma l’Agenzia, ottenuto principalmente per merito dei suoi 40 mila dipendenti che con il loro impegno e senso di responsabilità hanno dimostrato quanto il lavoro pubblico sia ricco di alte professionalità, messe con passione al servizio della collettività. La presentazione dei risultati ottenuti dall’Agenzia nel 2014, avvenuta il 19 marzo, e’ stata un susseguirsi di elogi ed encomi nei confronti dei lavoratori da parte del Vice Ministro: “è grazie al vostro lavoro se è in atto un miglioramento dell’economia“, del Ministro dell’Economia: ” la vostra non è una semplice attività della Pubblica Amministrazione, far pagare le tasse è un lavoro difficile e complesso, senza il vostro lavoro lo Stato non funziona” e del direttore dell’Agenzia: “orgogliosa del lavoro e della passione di 40 mila dipendenti, è stato grazie a loro se sono stati raggiunti ottimi risultati“. Se a un elogio non corrisponde un atto concreto di apprezzamento, si scivola immancabilmente nel rituale: forse il Ministro non ricorda che quei lavoratori, come tutti i dipendenti pubblici, sono senza contratto da sei anni, che sono stati, alcune settimane fa, accusati dal Capo del Governo di essere avvoltoi fiscali, e di far pagare ” le tasse a simpatia”. Abbiamo apprezzato le parole del Ministro ma i lavoratori vorrebbero sapere qual è la vera posizione del Governo sull’operato dei lavoratori del fisco e se il giudizio del Ministro è condiviso dal Capo del Governo.
Sulla conferenza stampa ha pesato inevitabilmente la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità di attribuire incarichi dirigenziali a funzionari privi della relativa qualifica. Una sentenza che riafferma la regola costituzionale di accesso ai pubblici uffici “previo esperimento di pubblico concorso” e “che il concorso sia necessario anche nei casi di nuovo inquadramento di dipendenti già in servizio“: di fatto una pietra tombale sulla possibilità di bandire concorsi interni, anche per il passaggio tra le aree, il concorso pubblico con riserva di posti per gli interni sarà l’unico strumento per accedere alle qualifiche superiori.
La Corte Costituzionale ha, di fatto, riaffermato, se a “qualcuno non fosse chiaro”, la natura giuridica esclusivamente pubblica delle Agenzie Fiscali, vincolate nel loro funzionamento agli artt. 3 e 97 della Costituzione: i percorsi di carriera comunque denominati e relativi sistemi di valutazione sono sottoposti a tali vincoli e non possono essere affidati esclusivamente al giudizio del singolo dirigente, ma necessitano di controlli da parte di soggetti terzi, che garantiscano il buon andamento e l’imparzialità delle scelte effettuate.
L’occasione è troppo ghiotta per tutte quelle forze politiche ed economiche che in questi anni hanno cercato di ridurre l’autonomia gestionale ed organizzativa dell’Agenzia, infatti il sottosegretario all’ Economia , Enrico Zanetti, ha subito dichiarato in una intervista che “bisogna mettere mano ai rapporti tra il Ministero dell’Economia e le varie Agenzie, perché oggi la potenza di fuoco è troppo sbilanciata a favore delle Agenzie che devono essere solo un braccio operativo del Ministero”, “sono fiducioso” continua il sottosegretario ” che questa crisi delle Agenzie nate nel 2001 possa portare ad una revisione di queste strutture“. E’ l’annuncio della ennesima riorganizzazione delle Agenzie Fiscali, con la prevedibile ricaduta negativa per i lavoratori sia in termini economici che professionali.
L’arroganza dell’Amministrazione nel non volere espletare “vere” procedure concorsuali interne per l’accesso alla dirigenza ha portato a questa debacle della valorizzazione delle professionalità dell’Agenzia e della sua autonomia organizzativa.
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E’ vero che al cuore non si comanda e non si possono soffocare le proprie emozioni, lacrime comprese, ma sostenere che” senza gli ottocento dirigenti incaricati non si sarebbero raggiunti gli obiettivi illustrati”, come affermato dalla dott.ssa Orlandi, e rivolta a loro ” non perdete la vostra tenacia e il vostro entusiasmo” ci è sembrato ingeneroso per tutto il resto del personale, principalmente per tutti quei lavoratori che sono quotidianamente in prima fila nel rapporto sempre più difficile con i contribuenti, che si fanno carico delle disfunzioni organizzative e garantiscono il funzionamento degli uffici ottenendo nulla in cambio se non il blocco delle retribuzioni, una decurtazione progressiva del salario di produttività e dei loro diritti.
Gradiremmo che la stessa attenzione emotiva venisse manifestata anche nei confronti di quelle colleghe e colleghi che quotidianamente si vedono negare dall’Amministrazione il diritto al ricongiungimento familiare o quello di poter usufruire della L.104 per accudire i loro cari: non può un Direttore Generale, Regionale o Provinciale anteporre il proprio successo professionale al rispetto di quei diritti. C’è il rischio di scivolare nel cinismo.
FP CGIL Nazionale FP CGIL Nazionale
Coordinamento Agenzia delle Entrate Comparto Agenzie Fiscali
Carmine Di Leo Luciano Boldorini
Roma, 23 marzo 2015