Medici – Se il medico va in crisi. La Fp Cgil Medici al Forum di Quotidiano Sanità

18 Marzo 2015

NEWS

Se il medico va in crisi. La Fp Cgil Medici al Forum di Quotidiano Sanità

Se il medico va in crisi. Pagati sempre di meno. Sommersi dalla burocrazia e con l’incubo degli avvocati in corsia. I perché e le soluzioni alla crisi professionale più difficile degli ultimi anni

Forum con i principali sindacati medici e i candidati alla guida della Fnomceo. Intervento di Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici

“Senza nuove risorse impossibile garantire miglioramento condizioni di lavoro”. Il medico può uscire dalla crisi – osserva –  soltanto “rilanciando a 360 gradi il Ssn, non ragionando per compartimenti stagni. Il nodo principale attiene quindi alle risorse perché in assenza di esse è impossibile fornire adeguate risposte. Per esempio i medici convenzionati vengono abbandonati sul territorio e non sono supportati dagli adeguati investimenti, recidendo alla radice qualsiasi ipotesi di valorizzazione. Mancano quindi gli strumenti per costruire una vera alternativa all’ospedale”.

“Il Paese – sottolinea con amarezza –  sta progressivamente disinvestendo nei servizi pubblici con ovvio detrimento per i lavoratori e per i servizi erogati ai cittadini. In questo tessuto si inserisce il mancato rinnovo del contratto fermo da anni: le conseguenze riguardano ovviamente il profilo economico, ma anche un peggioramento complessivo delle condizioni di lavoro. Basti pensare agli orari che in Italia non rispettano in alcun modo i canoni europei. Un problema legato anche al fatto che dal 2009 sono venuti meno circa 5milamedici e non si intravede un piano concreto per una stima reale de ifabbisogni del personale necessario a garantire i Lea”.

Per rilanciare quindi la figura del medico “è imprescindibile mettere fine alla stagione dei tagli, riaprire le trattative per il rinnovo dei contratti e costruire un ragionamento nuovo sugli orari. A ciò bisogna assolutamente legare – ragiona –  un rilancio della formazione di qualità e delle condizioni dei giovani, promuovendo concorsi nazionali trasparenti ed evitando che le nuove leve vengano utilizzate esclusivamente per coprire a basso costo  ivuoti di organico. Voglio inoltre sottolineare come il doppio accesso rischi seriamente di mettere a repentaglio la tenuta del Ssn, creando due categorie difformi di professionisti”.

Altra questione nodale riguarda il precariato “e purtroppo in questo senso – attacca –  il Dpcm sulle stabilizzazioni è largamente insufficiente e non risolve in alcun modo il tema del precariato e degli atipici. Risparmi importanti potrebbero arrivare costruendo un argine al fenomeno della medicina difensiva: è quindi impellente una revisione normativa di tutta la responsabilità professionale in sanità, anche perché la Legge Balduzzi non è stata assolutamente dirimente. Per il medico è infine fondamentale – conclude – affrontare la sfida delle nuove competenze in sanità, non restando ancorato ai vecchi schemi ma riuscendo ad approfondire le differenti necessità assistenziali del cittadino rispettando sempre la chiarezza dei ruoli”.

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