Se il medico va in crisi. Pagati sempre di meno. Sommersi dalla burocrazia e con l’incubo degli avvocati in corsia. I perché e le soluzioni alla crisi professionale più difficile degli ultimi anni
Forum con i principali sindacati medici e i candidati alla guida della Fnomceo. Intervento di Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici
“Senza nuove risorse impossibile garantire miglioramento condizioni di lavoro”. Il medico può uscire dalla crisi – osserva – soltanto “rilanciando a 360 gradi il Ssn, non ragionando per compartimenti stagni. Il nodo principale attiene quindi alle risorse perché in assenza di esse è impossibile fornire adeguate risposte. Per esempio i medici convenzionati vengono abbandonati sul territorio e non sono supportati dagli adeguati investimenti, recidendo alla radice qualsiasi ipotesi di valorizzazione. Mancano quindi gli strumenti per costruire una vera alternativa all’ospedale”.
“Il Paese – sottolinea con amarezza – sta progressivamente disinvestendo nei servizi pubblici con ovvio detrimento per i lavoratori e per i servizi erogati ai cittadini. In questo tessuto si inserisce il mancato rinnovo del contratto fermo da anni: le conseguenze riguardano ovviamente il profilo economico, ma anche un peggioramento complessivo delle condizioni di lavoro. Basti pensare agli orari che in Italia non rispettano in alcun modo i canoni europei. Un problema legato anche al fatto che dal 2009 sono venuti meno circa 5milamedici e non si intravede un piano concreto per una stima reale de ifabbisogni del personale necessario a garantire i Lea”.
Per rilanciare quindi la figura del medico “è imprescindibile mettere fine alla stagione dei tagli, riaprire le trattative per il rinnovo dei contratti e costruire un ragionamento nuovo sugli orari. A ciò bisogna assolutamente legare – ragiona – un rilancio della formazione di qualità e delle condizioni dei giovani, promuovendo concorsi nazionali trasparenti ed evitando che le nuove leve vengano utilizzate esclusivamente per coprire a basso costo ivuoti di organico. Voglio inoltre sottolineare come il doppio accesso rischi seriamente di mettere a repentaglio la tenuta del Ssn, creando due categorie difformi di professionisti”.
Altra questione nodale riguarda il precariato “e purtroppo in questo senso – attacca – il Dpcm sulle stabilizzazioni è largamente insufficiente e non risolve in alcun modo il tema del precariato e degli atipici. Risparmi importanti potrebbero arrivare costruendo un argine al fenomeno della medicina difensiva: è quindi impellente una revisione normativa di tutta la responsabilità professionale in sanità, anche perché la Legge Balduzzi non è stata assolutamente dirimente. Per il medico è infine fondamentale – conclude – affrontare la sfida delle nuove competenze in sanità, non restando ancorato ai vecchi schemi ma riuscendo ad approfondire le differenti necessità assistenziali del cittadino rispettando sempre la chiarezza dei ruoli”.