Roma, 5 marzo 2015
Al Presidente del CNEL
on. prof. Antonio Marzano
p. c. Ai Vice Presidenti
dott. Salvatore Bosco
dott. Enrico Postacchini
Al Segretario Generale
cons. Franco Massi
Gentile Presidente,
con un certo imbarazzo (per l’interessato), abbiamo letto l’ultima esternazione del Suo portavoce, dott. Valerio Gironi, rilasciata ad un noto quotidiano nazionale, nella quale si afferma con tono perentorio che è ormai necessario chiudere il CNEL, dal momento che esso avrebbe ormai esaurito la sua funzione.
Nella sua disamina, il dott. Gironi definisce “palesemente superato il modello di tutela e rappresentanza del lavoro e dei lavoratori, datori di lavoro e prestatori d’opera, che fino ad oggi é servito nel sistema delle relazioni industriali e sindacali e che rappresentava la golden share di Villa Lubin”.
Dopo una digressione sulle intuizioni della Carta Costituzionale, condita con un richiamo alla Camera delle Corporazioni di mussoliniana memoria, egli conclude che “la gestione del lavoro – con ampia facoltà di adattamento al mercato – deve essere sancita dalla contrattazione aziendale”, con buona pace evidentemente del ruolo e della funzione dei contratti collettivi nazionali. Sin troppo facile dedurne la fine di qualunque spazio istituzionale di confronto fra politica, parti datoriali e rappresentanze dei lavoratori. L’unico modo per salvare il CNEL sarebbe, appunto, quello di chiuderlo.
Non intendiamo discutere le opinioni del dott. Gironi, ciascuno è padronissimo di pensarla come crede.
Ma é singolare che il dottor Valerio Gironi, che secondo il sito istituzionale del CNEL, percepisce dal 2010 un compenso annuo di 105.000 euro, si sia accorto solo adesso, pochi mesi prima della scadenza del suo contratto di collaborazione, che “l’associativismo confindustrial-sindacale ha relegato alle varie ed eventuali” l’idea su cui si fondava l’articolo 99 della Costituzione “fidandosi fin troppo del consociativismo, della concertazione e delle identità di rappresentanza” e che “dunque l’articolo 99 è superato nei fatti”.
Non poteva scoprirlo prima? Magari rimettendo per tempo il proprio incarico, in coerenza con le proprie idee e con la propria lucida visione dell’irrimediabile inadeguatezza del CNEL a svolgere il ruolo per cui i Padri Costituenti l’avevano immaginato?
In una logica liberista e anti-consociativista, se in un’azienda il responsabile delle relazioni con la stampa dichiara pubblicamente che l’impresa che gli paga lo stipendio (e che stipendio!) andrebbe chiusa, il capo di quell’azienda, in questo caso Lei, dovrebbe trarne le conseguenze e invitare il proprio addetto stampa a dimettersi.
Non trattandosi, peraltro, della prima esternazione “critica” sul CNEL da parte del portavoce del Presidente, non può essergli riconosciuto nemmeno il beneficio di una “svista”, già concessagli per l’intervista telefonica trasmessa in diretta il 12 marzo 2014, nel corso del programma radiofonico “La zanzara”.
A prescindere dai nostri auspici, il CNEL concluderà la propria attività con l’approvazione del disegno di legge di riforma costituzionale attualmente all’esame del Parlamento. Sarebbe almeno opportuno che l’ultimo scorcio di vita dell’Istituzione che Lei presiede da un decennio avvenisse all’insegna della lontananza da polemiche ormai inutili, da attacchi giornalistici degni di ben altre cause e da sterili crociate ideologiche che possano ulteriormente screditarne il prestigio.
Si coglie l’occasione per ricordarle che, grazie alle Sue “valutazioni di opportunità politica”, quattro impiegati precari storici del CNEL, in possesso dei requisiti per la stabilizzazione – che comportavano una spesa complessiva di non molto superiore a quella da Lei fissata per il compenso del Gironi – sono a casa dal 1° gennaio 2015.
Per le considerazioni sopra esposte, e stante una (a nostro avviso) evidente situazione di incompatibilità, Le chiediamo, signor Presidente, di invitare il Gironi ad essere conseguente e coerente rassegnando da subito le dimissioni, così da destinare i risparmi in tal modo conseguiti all’incremento del contributo dovuto dal CNEL per l’anno 2015 al risanamento del bilancio pubblico, in aggiunta a quelli già ottenuti con la riduzione del personale in servizio.
Distinti saluti.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Salvatore Chiaramonte Daniela Volpato Enrico M. Ponti