Giustizia: comunicato alle lavoratrici e ai lavoratori sul voto RSU

27 Febbraio 2015

 

News

 
Comunicato alle lavoratrici ed ai lavoratori della giustizia –
 

Perché votare è importante

Si leggono in questi giorni comunicati che incitano i lavoratori della giustizia ad astenersi dal partecipare alle prossime elezioni RSU come forma di protesta per la mancata riqualificazione. 

É una protesta che ci appare piuttosto strana, è come se un popolo manifestasse contro la democrazia per ottenere qualcosa. É vero che le RSU negli ultimi anni sono state indebolite da leggi ingiuste come la 150 ed hanno perso il loro potere contrattuale, tuttavia rimangono un baluardo importante e una forma straordinaria di rappresentanza sui posti di lavoro. 
Astenersi dalla RSU significa indebolire se stessi, indebolire i lavoratori. 
Indebolirli di fronte a qualche magistrato con delirio di onnipotenza, oppure di fronte a qualche dirigente zelantemente brunettiano. Significa fare il gioco del governo Renzi che sino ad oggi ha fatto di tutto per indebolire i corpi intermedi, ovvero le organizzazioni sindacali, e stabilire una forma di democrazia diretta che di fatto indebolisce i lavoratori a scapito del padrone.
Quello che ha cercato di fare il governo Renzi è stato rendere più deboli lavoratori, i risultati non si sono fatti attendere, l’emanazione del Jobs Act è la prova che se non si tratta con le organizzazioni sindacali che rappresentano i diritti dei lavoratori questi diritti vengono fortemente indeboliti cancellando anni di storia di lotte dei nostri padri. Pensare che l’astensione dalle Rsu possa in qualche modo spingere il ministro Orlando a dare ai lavoratori la riqualificazione è una chimera, se le RSU non saranno partecipate e il sindacato tutto non ne uscirà rafforzato,  il ministro Orlando si sentirà certamente legittimato a non fare nulla per i lavoratori giudiziari considerando che le richieste  portate sino ad oggi al tavolo della trattativa evidentemente non sono importanti per i lavoratori stessi. 
Le RSU hanno due obiettivi fondamentali, il primo è quello di eleggere direttamente i propri rappresentanti sul posto di lavoro il secondo è quello di rafforzare la rappresentatività al tavolo della trattativa nazionale. 
Se il sindacato ne uscirà indebolito la trattativa nazionale sulla riqualificazione avrà poche speranze di essere portata a termine. Qui non si tratta di ricatti ma di scelte: ogni lavoratore ha la possibilità di scegliere o meno di essere rappresentato e di poter portare la propria voce sul tavolo nazionale, se non lo vorrà fare, sarà più debole sul posto di lavoro e nella trattativa nazionale perché gli unici soggetti titolati a rappresentare i lavoratori sono le organizzazioni sindacali che passano attraverso la certificazione della rappresentanza. 
Per quanto riguarda la Cgil è un sindacato che ha più di cent’anni e sopravviverà a molti governi Renzi così come è sopravvissuto a quel a quelli di Berlusconi, è un sindacato che da sempre lotta per i diritti dei lavoratori, diritti duramente conquistati che oggi ci sembrano naturali, ma che da un momento all’altro possono essere sottratti in nome della bandiera del cambiamento. Siamo stati gli unici a contrastare con forza le riforme sbagliate di questo governo, come  la riforma della pubblica amministrazione o il Jobs act e tutte le riforme che vanno contro il lavoro.  La CGIL è il sindacato che metterà in campo tutte le forme di lotta, a partire dalla legge di inziativa popolare e il referendum, per riconquistare i diritti che il Jobs Act ha cancellato.
Questa è la Cgil, questa è la nostra faccia,  questo è quello che noi facciamo tutti i giorni in barba al qualunquismo imperante che riduce tutto e tutti alla stessa stregua. Come Fp-Cgil da anni continuiamo a fare proposte per risolvere la questione annosa della riqualificazione, abbiamo fatto progetti ambiziosi guardando ai modelli europei, abbiamo suggerito al tavolo della trattativa quali sono gli ostacoli da superare per portare a casa il risultato della riqualificazione professionale. Ciò è facilmente dimostrabile leggendo i nostri comunicati oppure i verbali di tutte le riunioni che si sono tenute sino ad oggi. Abbiamo in mente un percorso chiaro per raggiungere la riqualificazione, in questo  momento unitario, che ci rende più forti, un percorso che tende a rimuovere gli ostacoli giuridici per rendere possibile ciò che sino ad oggi non è stato fatto per la mancanza di volontà politica. Occorre però ricordare che la responsabilità di ottenere o meno questo risultato è tutta nelle mani della parte politica che deve ascoltare le organizzazioni sindacali che fino ad oggi responsabilmente hanno fatto proposte concrete percorribili. Bisogna che il ministro trovi le risorse e che si impegni a rimuovere gli ostacoli giuridici che ad oggi si frappongono alla riqualificazione. 
 
Astenersi dal voto alle RSU significa rinunciare alla democrazia, significa rinunciare al proprio diritto di scelta, significa rinunciare alla propria rappresentanza sul posto di lavoro.
Significa chiamarsi fuori. Non significa protestare.
Se i lavoratori giudiziari pensano che sia il sindacato il loro nemico non fanno altro che il gioco di questo governo e ne subiranno certamente le conseguenze.

Roma, 23 febbraio 2015

 Per funzioni centrali FP Cgil
 Nicoletta Grieco

 
 
 

 
 
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