Comunicato stampa Fp-Cgil Nazionale
Sit-in e flash mob nei principali Pronto Soccorso, “senza investimenti la sanità muore”
Roma, 22 gennaio 2015
Domani venerdì 23 gennaio, dalle 10:00 alle 12:30, gli operatori sanitari, medici e infermieri, manifesteranno assieme alla Fp-Cgil nei principali pronto soccorso del Paese (tra gli altri Roma Osp. San Camillo; Bari – Policlinico; Bologna – Osp. Maggiore; Firenze – Osp. Careggi; Milano, Osp. San Carlo; Torino – Osp. Mauriziano; Napoli – Osp.
Cardarelli).
L’iniziativa “#ProntoSoccorsoKo” punta a mettere in luce le criticità del sistema, colpito da tagli alle risorse pesantissimi (31 miliardi di euro tra il 2011 e il 2015, a cui si aggiungeranno gli altri 4 previsti dalla Legge di Stabilità del Governo Renzi, che ricadranno sui bilanci regionali) e da un riduzione di personale senza precedenti (-23.500 operatori, di cui 5.000 medici, solo tra il 2009 e il 2013) colmata da un’esplosione del precariato (32mila gli operatori con contratti di lavoro “flessibili” a cui si aggiungono oltre 20mila tra collaboratori e consulenti, secondo gli ultimi dati della Ragioneria Generale dello Stato).
Un colpo mortale per il nostro servizio sanitario nazionale che, mentre vedeva indebolirsi la propria rete ospedaliera (posti letto passati in 12 anni da 4,7 ogni mille abitanti a 3,4, contro una media Ocse del 4,8), non ha riorganizzato l’offerta di servizi. A questo si aggiunge un forte invecchiamento del personale a causa del blocco del turn over, che ha impedito il ricambio generazionale. Nel caso dei medici, non viene riconosciuto nemmeno il diritto a un orario minimo settimanale di 48 ore con riposi diurni di 11, mancanza che ha visto l’Italia deferita alla Corte europea di Giustizia.
“Il personale è allo stremo e i cittadini si rivolgo ai pronto soccorso perché non sanno dove curarsi. Viaggiamo oltre i 24 milioni di accessi all’anno. Va costruita una rete territoriale alternativa – afferma Rossana Dettori, Segretaria Generale dell’Fp-Cgil – attiva h24 e 7 giorni su 7. L’Italia ha una popolazione tra le più anziane del pianeta. In tutto sono 18milioni i cittadini con patologie croniche e di questi 2,3 milioni sono non autosufficiente. Pensiamo davvero di fare cassa sulla salute con questi numeri? Serve una vera spending review che reinvesta in servizi, ad esempio colpendo le sacche di spreco dovute alla medicina difensiva. Quasi 10 miliardi di euro in spese mediche inappropriate. C’è poi tutto il capitolo degli appalti, un vero e proprio buco nero. Le soluzioni ci sono. Serve la volontà politica e un bagno di realismo”.
Venerdì 23 iniziative in tutta Italia in difesa dei servizi meno 23.500 operatori in 4 anni, di cui 5.000 medici; spesa e posti letto sotto media Ocse
Roma, 19 gennaio 2015
“La sanità è al collasso e i cittadini, privi di un’efficace rete territoriale alternativa, sono costretti a recarsi nei Pronto Soccorso di ospedali senza più i posti letto sufficienti. La riduzione dei fondi e del personale ricade così direttamente su di loro, privati di un diritto, e sugli operatori, costretti a turni massacranti per mantenere i servizi”. Con una campagna informativa e una mobilitazione che si terrà venerdì 23 gennaio sul caos nei Pronto Soccorso, la Fp-Cgil Nazionale lancia ai cittadini una domanda provocatoria: “Sicuri di volervi far curare da medici e infermieri stressati?”.
Per spiegare “#ProntoSoccorsoKo” la Fp-Cgil mette in fila i numeri della crisi del sistema:
– persi 23.500 operatori sanitari, di cui 5mila medici, dal 2009 al 2013
– 32mila gli operatori sanitari con contratti precari su un totale di 670mila
– 31 i miliardi di tagli tra il 2009 e il 2015, a cui si aggiungono i 4 previsti dall’ultima legge di stabilità che, ricadendo sulle regioni, colpiranno inevitabilmente il Servizio Sanitario Nazionale
– persi 1,3 posti letto ogni mille abitanti in 12 anni, passati da 4,7 a 3,4 a fronte una media Ocse al 4,8; sotto la media anche la spesa sanitaria complessiva, che in Italia è poco superiore al 9% del pil
– l’Italia è stata deferita alla Corte Europea di Giustizia per l’assenza di una normativa sull’orario di lavoro per i medici, che dovrebbe prevedere un massimo di 48 ore settimanali e riposi giornalieri di 11 ore
Dati che permettono di capire le ragioni del caos che caratterizza il lavoro nei Pronto Soccorso. Mentre si riduce la capacità del sistema ospedaliero di rispondere ai sempre maggiori bisogni di cura dei cittadini, questi ultimi si rivolgono più frequentemente ai soli presidi h24 accessibili, ma non idonei. “Solo un lavoro dignitoso può garantire servizi efficienti. Il Governo Renzi e la Ministra Madia capiscano che siamo al collasso e facciano un passo avanti: servono risorse per il funzionamento dei servizi e per rinnovare il contratto. Non bastano i complimenti durante le emergenze, perché parliamo di lavoratori costretti a orari che mettono a rischio la qualità delle cure. Gli operatori hanno pagato troppo e – afferma Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp-Cgil – adesso pagano anche i cittadini”.