Ministero Difesa: Lettera a Stato Maggiore Marina su Marinord La Spezia

02 Dicembre 2014

 

News

 
Lettera a Stato Maggiore Marina su Marinord La Spezia
 

 
Roma, 2 dicembre 2014   
 

 
Allo Stato Maggiore Marina 1° Reparto
3° Ufficio Personale Civile
R  o  m  a
 

Alla Segreteria regionale Fp
G  e  n  o  v  a
 

Alla Segreteria Territoriale Fp
La Spezia
 

Ai delegati ed iscritti Fp Cgil
Ministero Difesa
 

 

Oggetto: problematiche Marinanord La Spezia.-
 

   
  Con riferimento alle risultanze delle riunioni assembleari tenute dalla scrivente O.S. con i dipendenti impiegati nella struttura di Marinanord anche nello scorso mese di ottobre, si reputa indispensabile segnalare a codesta amministrazione centrale talune rilevanti questioni che continuano a permanere del tutto irrisolte recando forte disagio nei lavoratori coinvolti.
  In particolare, a giudizio della Fp Cgil, occorrerà che codesta amministrazione corregga quanto prima le procedure attuate nel recente passato, e si organizzi per risolvere in via definitiva l’annoso problema afferente la sostituzione delle inadeguate divise attualmente in dotazione al predetto personale, come pure la mancata fornitura delle medesime a taluni altri operatori del settore. 
  Si tratta di un tema sempre molto sentito dai lavoratori, sul quale ormai da un decennio la Fp Cgil e le Rsu si sono caratterizzate per i ripetuti interventi rimasti privi di esito, senza che nel frattempo sia stata mai concepita una valida soluzione al riguardo da codesta amministrazione 
  Stando a quanto ci risulta, l’ultimo oneroso acquisto di abbigliamento compiuto da codesta amministrazione risale all’anno 2012, ed è stato fatto basandosi essenzialmente su un vecchio regio decreto, ma in aperta violazione del Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008, noto anche come “Testo unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro”, entrato in vigore il 15 maggio 2008, e dalle relative disposizioni correttive, ovvero dal Decreto legislativo 3 agosto 2009 n. 106 e da successivi ulteriori decreti. Norme che, tra molto altro, prevedono che la fornitura degli indumenti da lavoro sia preceduta da un documento di “valutazione del rischio professionale” che, nella fattispecie, pare non sia mai stato redatto da codesta amministrazione, considerato che allo stato attuale se ne disconosce  perfino l’esistenza. 
 
   Alcune ricerche di mercato effettuate nel recente passato dalla locale RSU, in seguito rappresentate anche all’amministrazione competente, suggerirebbero  di valutare attentamente la possibilità di acquistare materiale che – ferma restando la precipua esigenza di vedere infine stilato quel documento di valutazione del rischio poc’anzi menzionato, che in ogni caso si sollecita anche in questa sede per rispetto delle norme vigenti e per le ricadute che il medesimo produce direttamente sulla qualità del lavoro dei dipendenti – risponderebbe pienamente alle necessità funzionali del caso, garantendo anche quel notevole risparmio economico che, soprattutto in questo particolare momento di più generale crisi economica sofferta dal nostro Paese, immaginiamo debba essere perseguito anche da codesta amministrazione.  
   V’è poi la questione che riguarda l’avvio delle prassi stabilite per la nomina ad agente di P.S. del personale A.S.V. da impiegare localmente ed esclusivamente su base volontaria. Pratiche agevolate per il personale del Ministero della Difesa, perché in sostanza si tratterebbe solo di richiedere l’utilizzo della procedura semplificata alla locale Prefettura per l’attribuzione della qualifica de quo che, invero, consentirebbe anche un notevole risparmio di risorse economiche, poiché le spese inerenti il mantenimento della qualifica sarebbero a carico del Ministero degli Interni, con anche una maggiore valorizzazione della professionalità del personale di guardiania.
   In ultimo, non certo per importanza, intendiamo rappresentare a codesta amministrazione quanto non sia più tollerabile per questa O.S. il disagio che continua ad essere imposto ai dipendenti della struttura in argomento – che già mediamente guadagnano non più di 1.300 euro al mese –  per l’utilizzo dei buoni pasto attribuiti quasi sempre con notevole ritardo. Ai quali di fatto viene fatto obbligo di consumarli nei pochi esercizi commerciali convenzionati per l’acquisto di generi alimentari a prezzi quasi sempre superiori a quelli praticati da tanti altri. Un doppio, inaccettabile danno a carico dei lavoratori sul quale la Fp Cgil chiede a codesta amministrazione di adoperarsi con la massima sollecitudine per tentare almeno di rimuovere le cause che allo stato impediscono ai dipendenti e alle loro famiglie di spenderli in un più ampio ventaglio di esercizi commerciali convenzionati.
   Sui temi poc’anzi trattati si invita codesta amministrazione a disporre con cortese sollecitudine l’avvio dei provvedimenti ritenuti necessari a consentire la pronta risoluzione delle problematiche esposte, dimostrando con i fatti quel senso di responsabilità istituzionale che viene spesso richiamato nei confronti dei  dipendenti nell’ambito delle discussioni intrattenute al tavolo di confronto con le rappresentanze sindacali del personale.  
   Si resta in attesa di cortese riscontro.    
   Con viva cordialità  
 

                      Il Coordinatore Nazionale Fp Cgil
                                 Ministero Difesa
                              Francesco Quinti

 

 
 
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