GIUSTIZIA: lettera aperta al Ministro Orlando del Segretario nazionale FPCGIL Salvatore Chiaramonte

19 Novembre 2014

 

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Lettera aperta al Ministro Orlando del Segretario nazionale FPCGIL Salvatore Chiaramonte
 

Lettera aperta al Ministro della Giustizia

On. Andrea Orlando
 
 
 
 

 

Signor Ministro,

vorremmo porre alla sua attenzione alcune questioni, urgenti e necessarie.

E’ stata varata una riforma della giustizia che lei ha definito ‘decisiva’ per il paese.

Le abbiamo illustrato le nostre riserve, motivandole in più sedi, a partire dalla considerazione che nessuna riforma potrà avere effetti senza tener conto delle problematiche del personale della giustizia.

 

Vi sono due questioni importantissime che sono ad oggi irrisolte e che non sono in contrasto tra loro come purtroppo qualcuno sostiene, dimostrando di voler innescare inutili quanto dannose guerre tra poveri.

La questione riqualificazione, la cui discussione è aperta, necessita di tempestive risposte sia in relazione alle soluzioni tecniche sia in relazione al reperimento dei fondi, quantificati e richiesti durante l’ultima riunione.

Siamo disponibili, da subito e unitariamente, a ricercare soluzioni e a partecipare al tavolo tecnico già sollecitato, e a farlo con tutta l’urgenza che la questione richiede. Occorre dare risposte al personale affinché la mobilità professionale cui aspirano non venga pregiudicata da una gestione frettolosa della mobilità esterna.

Il ritardo nell’apertura del confronto sta sollevando preoccupazioni tra i lavoratori che cominciano a rappresentare altre figure, più sfortunate di loro, come loro nemiche.

Ci riferiamo alla questione dei tirocinanti ex cassaintegrati che, ad oggi, non potranno completare l’ultima tranche di tirocinio per evidenti errori da attribuire a una sbagliata comunicazione burocratica tra economia e giustizia. Nonostante la sua firma sul decreto di variazione di bilancio sarà comunque necessaria una nuova norma per fare in modo che le ore residue vengano svolte nel 2015. E purtroppo, ad oggi, per il 2015 questa è rimasta l’unica prospettiva di occupazione per questi lavoratori.

 

Lei sa bene che la vicenda di questi lavoratori nulla ha a che fare con la riqualificazione del personale interno, e che non andrebbero a minacciare il posto di nessun lavoratore giudiziario, le cui aspirazioni sono sacrosante e devono essere soddisfatte.

Ma, ormai, rischiamo una situazione che ha del paradossale: non saremmo in grado di indicare alcuna prospettiva di impiego per il 2015 per queste persone, che pure svolgono un lavoro apprezzato presso gli uffici giudiziari di tutt’Italia, e nel frattempo si prevede un corposo impiego di tirocinanti proposti dagli studi legali.

Non staremo a ripetere le ragioni che ci hanno visto diffidenti verso queste altre figure, ovvero una manifesta incompatibilità della loro azione negli uffici giudiziari; è una scelta chiaramente politica, che privilegia sicuramente i giovani laureati e futuri magistrati e avvocati piuttosto rispetto a chi è stato espulso dal mondo del lavoro a causa della crisi.

 

Noi continuiamo a pensare che possano esistere soluzioni di mediazione fra esigenze e diritti diversi e che sia obbligatorio per tutti noi ricercarle e praticarle tali soluzioni, nell’interesse di tutti i lavoratori del sistema giustizia e dei cittadini.

 

Roma, 17 novembre 2014

 
 
FP CGIL
Salvatore Chiaramonte
 
 
 
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