Comunicato stampa Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Uil-Pa
Stabilità: l’ultimo spot di Renzi costerà carissimo agli italiani. Contratti bloccati fino al 2018?
Cgil Cisl Uil: “Governo incapace: servizi in ginocchio e privilegi intatti”
Roma, 16 ottobre 2014
“La televendita del Presidente del Consiglio è l’ultima prova dell’incapacità di cambiare. Dal più giovane dei governi, la più vecchia delle politiche: chi non sa riorganizzare il welfare taglia i servizi pubblici”. Con queste parole Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili – segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa – intervengono in merito alla Legge di Stabilità, varata ieri dal Consiglio dei Ministri. E mettono in chiaro il rischio: “questi ulteriori 15 miliardi di tagli lineari scellerati, di cui aspettiamo quantomeno i dettagli, mettono in ginocchio i servizi pubblici, unico argine a una crisi che sta impoverendo il Paese. E il risultato sarà un’altra ondata di tasse locali”.
“Uno spot che costerà carissimo agli italiani, un’operazione che scarica i costi della crisi economica soprattutto sugli enti locali – continuano i quattro sindacalisti – colpendo servizi ormai al collasso. Mentre con una mano si allenta il patto di stabilità per i comuni, con l’altra si fanno tagli ancor più pesanti. Sembrano saltare anche i fondi per il Servizio Sanitario Nazionale appena concordati con le Regioni nel Patto per la salute. Senza contare ulteriori tagli alle regioni e alle funzioni centrali”.
“Una vergogna – aggiungono i segretari generali – che non ci siano risorse per rinnovare il contratto dei lavoratori pubblici, ai quali si negherebbe persino l’indennità di vacanza contrattuale fino al 2018. Dobbiamo intuire che la contrattazione è bloccata fino a quella data mentre si mantengono scandalosamente in piedi i privilegi dei soliti noti, vedi magistrati, avvocati e procuratori dello Stato, per i quali i soldi si trovano sempre?”.
“Se si sommano ai 75 miliardi tagliati solo nella scorsa legislatura quelli previsti da questa legge di stabilità si raggiunge il culmine: si taglia sulla pelle degli italiani, non si riduce la spesa per consumi intermedi, che continua a crescere indisturbata, e non si fa alcuna riorganizzazione degli enti. In questi anni solo i lavoratori e i pensionati hanno contribuito alla riduzione di una spesa impazzita. Ecco perché la manifestazione nazionale dei lavoratori dei servizi pubblici dell’8 novembre sarà solo il primo passo di una grande mobilitazione per cambiare davvero il sistema di welfare. Così il Governo lo uccide. E uccide il paese”.