A tutte le lavoratrici ed i lavoratori
Si è svolta stamane la riunione tecnica con il Capo di Gabinetto, Presidente Melillo, sull’andamento del PCT negli uffici.
La riunione è da considerarsi a latere del tavolo tecnico già avviato con le rappresentanze delle altre categorie professionali.
Abbiamo evidenziato alcune delle principali criticità rilevate negli uffici di tutta Italia che saranno specificate nel dettaglio in un documento che faremo pervenire al Capo di Gabinetto e diffonderemo tra i lavoratori.
Le principali questioni riguardano il carico di lavoro che è andato a ricadere sul personale a causa di una gestione sommaria, a tratti confusa, e certamente non omogenea sul territorio nazionale del nuovo sistema. Inoltre abbiamo segnalato la mancanza totale o tardiva di progetti di formazione che possano sostenere il personale in questa fase di cambiamento.
Ciò si accompagna, come abbiamo sottolineato, a un grave sentimento di demotivazione tra il personale dovuto, oltre che alle critiche condizioni di lavoro per le carenze di organico, al mancato riconoscimento della professionalità ed alla assenza del salario accessorio.
Il Capo di Gabinetto ha spiegato che il tavolo avviato oggi è da considerarsi permanente ed a supporto del tavolo tecnico con le associazioni di categoria e che tutte le criticità evidenziate saranno prese in carico per una soluzione delle stesse; il progetto infatti è in fieri e l’amministrazione è cosciente che, sentiti gli operatori coinvolti, vanno affrontate e risolte tutte le inadeguatezze del sistema.
Da parte nostra abbiamo espresso apprezzamento per l’apertura dell’interlocuzione e data disponibilità a collaborare.
A margine della riunione il Capo di Gabinetto, nel rispondere alle sollecitazioni del tavolo sindacale, ha comunicato per conto del Ministro che lo stesso intende dar seguito alle richieste di incontro che gli sono arrivate da molte OO.SS, tra cui la nostra, e che convocherà a brevissimo un tavolo per discutere della riqualificazione del personale giudiziario, citata al punto 12 delle linee guida sulla giustizia.
Riteniamo che sia un ottimo segnale, in continuità con la riunione di fine luglio con il Ministro Orlando, e ci dichiariamo sin da ora disponibili a trovare soluzioni adeguate e soddisfacenti per il personale giudiziario, che da tempo aspetta un vero cambiamento di passo.
Riteniamo che questo sia il momento giusto per rispondere alle aspettative dei lavoratori anche in vista del varo della riforma della giustizia.
Vi terremo informati sugli sviluppi.
Roma, 12 settembre 2014
Per il coordinamento nazionale FPCGIL giustizia
Nicoletta Grieco- Ivana Giardino
Il primo punto su cui porre l’attenzione è, senza dubbio, l’assoluta insufficienza, qualitativa e quantitativa, delle dotazioni hardware degli uffici (computer obsoleti, mancanza di scanner, ecc;) e la non adeguatezza della banda larga per l’acquisizione dei dati in entrata ed in uscita. Tutto ciò comporta ritardi, in alcuni casi anche di giorni, per completare le procedure.
Altra questione imprescindibile è la mancanza di un’adeguata formazione “preventiva” del personale. L’innovazione del PCT è stata data come una cosa scontata e già acquisita (come, peraltro, tutte le novità introdotte negli uffici giudiziari) contando unicamente sulla volontà e sullo spirito di iniziativa del personale giudiziario, cui, peraltro, non è mai ritornato nulla in termini di riconoscimento professionale ed economico. Per la formazione sul PCT si potrebbe pensare di utilizzare il personale che già da tempo lavora sul programma, ovviamente con adeguati riconoscimenti economici.
Occorre segnalare, inoltre, la non omogeneità del funzionamento del PCT sia per il differente livello di efficienza negli uffici laddove l’applicativo è partito, sia, soprattutto, a causa della mancanza di un progetto d’insieme per far funzionare in maniera coordinata gli uffici dei vari gradi del processo ed anche gli uffici requirenti. Quello che sta succedendo è che partendo un ufficio giudiziario di I grado e non prevedendo l’estensione dell’innovazione telematica anche sugli uffici con questo in relazione, si crea l’effetto “collo di bottiglia”, nel senso che se una parte della catena si tecnologizza e l’altra rimane fuori il rischio è di perdere efficienza invece di acquisirla.
Nello specifico dei programmi, laddove il PCT sembra rispondere in maniera sufficientemente adeguata alle esigenze del contenzioso civile, non altrettanto si può affermare relativamente alle procedure di volontaria giurisdizione, esecuzioni mobiliari/immobiliari, procedure concorsuali. Ad esempio, le procedura per la registrazione dei pignoramenti ha notevolmente rallentato, piuttosto che agevolare, tale adempimento; per ciò che concerne la volontaria giurisdizione non vi è assolutamente coincidenza tra ciò che prevedono i programmi e la complessità delle procedure attinenti questa materia (amministrazioni di sostegno, materia successoria, giudice tutelare, ecc.), ad esempio non sono stati previsti gli oggetti per l’iscrizione delle nuove competenze attribuite al Tribunale ordinario in materia di famiglia, a seguito della L. 219/2012 che ha riformulato l’art.38 disp.att.c.c..
Sicuramente non aiuta, ad un corretta gestione del PCT, la confusione che si viene a creare tra la gestione dei fascicoli telematici e la richiesta dei c.d. “fascicoli di cortesia” cartacei, una prassi che si pone in esatta antitesi con la pretesa velocizzazione del lavoro delle cancellerie; ci sono uffici che lamentano ancora oggi l’impossibilità di estrarre le statistiche tramite i programmi preposti, dovendo quindi provvedere ancora manualmente.
Altro “esperimento” avviato in maniera del tutto improvvida e senza un’ adeguata verifica della possibilità concreta di attuazione è la “fattura elettronica” che sta creando notevoli disagi alla gestione delle attività degli uffici correlate alla richiesta di fatturazione.
Roma, 12 settembre 2014
Per la delegazione nazionale trattante FPCGIL giustizia
Ivana Giardino