Comunicato stampa Fp-Cgil Nazionale
Roma, 5 settembre 2014
“La Ministra dovrebbe smetterla con la retorica e con gli espedienti comunicativi, e iniziare a produrre qualche risultato. Dice il falso quando afferma che non abbiamo avanzato proposte. Se ci avesse ascoltati forse non avrebbe commesso i tanti errori grossolani di questi mesi”. Così Rossana Dettori, Segretaria Generale della Fp-Cgil, replica alle dichiarazioni della Ministra della Funzione Pubblica Marianna Madia.
“Sbaglia – continua la sindacalista – quando afferma che i sindacati dovrebbero sostenere il Governo in questa fase difficile: devono sostenere semmai gli sforzi del Paese per uscire dalla crisi. E non ci siamo mai sottratti. Abbiamo risposto alle “sue” 44 domande con le “nostre” 45 proposte, distinguendo le iniziative che condividevamo da quelle che non ci piacevano. Invece la Ministra ha continuato a informarci a mezzo stampa, non ha mai risposto alle lettere unitarie di Cgil, Cisl e Uil, né accettato le nostre richieste di incontro, se si esclude un primo giro di colloqui e una sbrigativa convocazione fuori tempo massimo sulla riforma Pa, ma senza un testo su cui confrontarsi. Non ha accettato due distinte richieste unitaria di un confronto pubblico, uno sulla riforma della Pa e uno sugli enti locali, tenutisi rispettivamente l’11 e il 24 giugno. Non ha mai risposto, nemmeno per e-mail, alle proposte che comunque le sono state recapitate e che può ancora consultare al sito www.cgilcisluilfp.it . Ci spieghi come dovremmo sostenerli, con la telepatia?”.
“Se la Ministra ci avesse ascoltati, avremmo la staffetta generazionale: avevamo cercato di spiegarle che eliminando il trattenimento in servizio si sarebbero recuperate una manciata di assunzioni, non le 15mila promesse. Se oggi vuole davvero smentire il sentire comune dei lavoratori pubblici, che cioè questo Governo stia continuando a colpire i soliti in assenza di idee nuove, può sempre aprire una trattativa, nel rispetto delle persone che rappresentiamo. Avviamo subito la contrattazione, dimostrando che lo Stato non è un cattivo padrone, che non vuole dare il via alla decontrattualizzazione generalizzata anche nei settori privati. Troveremo insieme le soluzioni possibili. Gli appelli accorati, se non seguiti dai fatti, risultano dei semplici esercizi retorici. In alcuni casi – conclude Dettori – offensivi”.