Ai Coordinamenti Nazionali Agenzie Fiscali
FP Cgil – Cisl FP – UILPA – FLP – USB
Inviamo questa nota per comunicarvi il crescente disagio del personale degli Uffici dell’Agenzia delle Entrate della Lombardia. I motivi sono riconducibili soprattutto a decisioni assunte dall’Agenzia a livello centrale. Li elenchiamo in modo sintetico, convinti che non richiedano lunghe spiegazioni quanto piuttosto rapide decisioni.
· Il ritardo nella definizione degli importi del FPS 2012 per quanto riguarda la produttività individuale è inaccettabile, soprattutto dopo l’impegno assunto dal Ministero per il pagamento della produttività in tempi più certi e rapidi. Ancora oggi prevale l’incertezza, con la previsione di un pagamento del 2012 forse per la fine dell’anno. Nel giro di pochi anni i tempi si sono allungati di mesi, ed ora la data è incerta. La prospettata ulteriore riduzione di risorse, il mancato rispetto dei tempi, come per l’anticipazione dell’indennità del front office decisa con uno specifico accordo o per l’erogazione dei buoni pasto, non depongono sicuramente a favore della credibilità dell’Agenzia.
· La gestione e definizione del budget e dei carichi di lavoro è sempre più autoreferenziale. Sono calati dall’alto, senza la minima attenzione alle specificità territoriali: se richiediamo incontri nel merito, a livello regionale o territoriale, ci rispondono che devono attendere che il budget sia presentato alle OO.SS. nazionali: nel 2013 in Lombardia è stato presentato nel mese di settembre, e questo non è sintomo di una reale volontà di coinvolgimento, non solo delle rappresentanze sindacali ma di tutto il personale.
· Il problema delle posizioni organizzative ex artt. 17 e 18 rimane senza risposta dopo l’unilaterale atto di indirizzo della Direzione Centrale, nonostante le contestazioni di molte realtà territoriali e dei nostri Coordinamenti nazionali. Oltre allo “scippo”, di fatto, di una parte del salario accessorio (che potrebbe essere oggetto di una diffida, anche di natura legale, a tutti i livelli dell’Agenzia!), abbiamo assistito in questi mesi a decisioni sconcertanti. L’atto di indirizzo non è più nobile perché infarcito di dotte citazioni sui processi di selezione del personale per incarichi di responsabilità: la credibilità di una decisione è inscindibilmente legata alle modalità con cui viene attuata. Il rinnovo di massa degli incarichi (con il massimo rispetto delle competenze e delle responsabilità del personale coinvolto) è spesso accompagnato da motivazioni assolutamente generiche, come è stato messo in evidenza anche da parte della magistratura competente a fronte di specifici ricorsi.
· In Lombardia questo tema ha assunto ulteriore rilevanza a seguito di una lettera inviata dal Direttore Regionale al personale. L’occasione è stata l’interpello per alcune posizioni dirigenziali al quale hanno risposto oltre 160 persone. Non vogliamo fare processi alle intenzioni, ma classificare come “interpellisti” coloro che hanno presentato la domanda non favorisce di certo un clima di lavoro sereno. Come non entriamo nelle intenzioni del Direttore Regionale, così non vogliamo valutare le motivazioni di chi ha presentato la domanda. Non possiamo però non sottolineare la voglia e la volontà di molta parte del personale di mettersi in gioco, di contribuire con responsabilità all’operatività dell’Agenzia, al suo miglioramento, anche attraverso l’assunzione diretta di un incarico, proprio a partire dagli incarichi per le posizioni organizzative. Nel momento in cui questa possibilità è stata negata, la presentazione del numero notevole di domande dovrebbe porre interrogativi, che non si risolvono con la risposta “interpellisti”: non ci sembra consona e poco generosa e rispettosa nei confronti di chi ha voluto esprimere la propria disponibilità.
· Siamo decisamente a favore di presidi che consentano una lotta precisa ai fenomeni corruttivi, quanto mai importanti oggi, anche come scelta di trasparenza e affermazione del ruolo di garanzia proprio di ogni amministrazione pubblica. Ma non possiamo non rilevare alcune anomalie nell’impostazione dell’Agenzia delle Entrate. La crescente attività di Auditing interno impegna molte risorse per assicurare le misure contenute nel piano triennale anticorruzione previsto dall’Agenzia a seguito dell’introduzione della L.190/2012. Questi presidi riguardano la globalità dei processi lavorativi, dalla semplice attribuzione del codice fiscale, per giungere ai rimborsi, agli accertamenti e alle verifiche, alla difesa del credito erariale ecc.. Per alcuni di questi processi si può sicuramente intravedere la probabile manifestazione di fenomeni corruttivi, per altri non si comprende la ragione di un così ampio dispiegamento di risorse: l’audit così concepito, anziché focalizzarsi sui processi maggiormente a rischio è stato esteso anche a quelli per i quali la stessa natura dei processi consente controlli sufficienti. Il Direttore uscente dell’Agenzia, Dott. Befera, in un recente convegno a Milano ha messo in evidenza il rischio che l’anticorruzione così concepita finisca per frenare la lotta all’evasione. Sarebbe un rischio a danno dell’intera collettività che, in questo contesto socio-economico, nutre molte aspettative dal possibile recupero di gettito per ridurre gli attuali livelli di tassazione.
· Un altro punto ancora irrisolto è la Circolare della Funzione Pubblica in materia di assenze per visite, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici che taglia drasticamente le ore di permesso concesse ai lavoratori: per curarsi, il personale dovrà usare i permessi personali, e in caso di gravi patologie il dipendente ammalato dovrà necessariamente avvalersi delle ferie. Riteniamo inoltre che tale Circolare sia illegittima, in quanto interviene unilateralmente su una materia regolata dalla contrattazione nazionale collettiva.
Concludiamo con due temi che riguardano non solo il personale dell’Agenzia, ma quello di tutte le pubbliche amministrazioni: l’insopportabile rinvio, anche da parte di questo Governo, dei tempi del rinnovo dei contratti scaduti da anni, al quale si accompagna l’ennesimo annuncio della volontà di riformare la Pubblica Amministrazione. Ci si muove però ancora nella logica esclusiva del contenimento e taglio dei costi. Siamo favorevoli a una lotta serrata allo spreco di risorse, ma stanchi di essere considerati un problema: possiamo invece essere una risorsa importante per la crescita del paese, con le dovute e concrete riforme, realizzate e non soltanto proclamate ai quattro venti, che ci coinvolgano invece di colpevolizzarci.
Con questa nota, oltre a segnalare problemi che vi sono sicuramente noti, vogliamo sottolineare l’esigenza di risposte: siamo sicuri che tutto il personale accetta la sfida della proposta, non vogliamo fermarci alla pura protesta. Per proporre è però necessario che qualcuno ci ascolti e accetti il confronto per cambiare: ma il cambiamento ha la necessità della partecipazione e non dell’esclusione.
FP CGIL CISL FP UIL PA FLP USB
Berrafato Summo Barbieri Cocozzello De Vita